Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

5 MAGGIO 1860, LA SPEDIZIONE DEI “MILLE” CHE RIDUSSE IN COLONIA LA SICILIA

Il 5 maggio del 1860 parti’ da Genova quella spedizione dei “Mille” che diede inizio alla conquista ed alla riduzione in colonia della Sicilia
05/05/2015 - A parere dell’FNS “Sicilia Indipendente”, anche quest’anno la macchina della mitologia risorgimentalista sarà rimessa in moto, in occasione della ricorrenza dell’anniversario della partenza – (da Quarto verso la Sicilia) – della cosiddetta “Spedizione dei Mille”, con alla testa Giuseppe Garibaldi. E ciò, nonostante il fatto che siano trascorsi ben 155 anni dall’evento e nonostante il fatto che quella parte del “mito”, - che attiene in modo specifico alla conquista ed alla riduzione in colonia della Sicilia, - sia stata, soprattutto negli ultimi anni, smentita e “smontata”. Talvolta anche da esponenti della Cultura ufficiale italiana.

Ci sembra doveroso, comunque, fare qualche sintetica considerazione a tal proposito.
Nella notte fra il 5 ed il 6 maggio del 1860, infatti, erano stati messi a disposizione dell’Eroe Nizzardo, nel porto di Genova, due grossi piroscafi, il “LOMBARDO” ed il “PIEMONTE”, già acquistati e pagati profumatamente alla Compagnia Rubattino dal Governo Sabaudo (Primo Ministro Camillo BENSO, conte di CAVOUR). Il tutto, in esecuzione delle direttive del Governo di LONDRA, (nel cui “libro-paga” non mancavano i nominativi di molti famosi “Padri della Patria” italiani), che voleva – fra l’altro – che i due piroscafi fossero stati “conquistati” dai Garibaldini con un abile ed audace “colpo di mano”.

La MESSINSCENA fu recitata malissimo e con estrema lentezza. Ma andò bene lo stesso, perchè ….. tutto doveva fare brodo. Ieri come oggi. E perchè la Polizia portuale sabauda aveva già fatto terra “bruciata” in tutta l’area del Porto di Genova, affinché nessun “testimone” scomodo potesse assistere alla sceneggiata con la quale aveva avuto inizio la primissima fase dell’operazione della “conquista” del Regno delle Due Sicilie.

La strombazzata “consegna del silenzio” e quella del “segreto”, alle quali fa riferimento la cultura ufficiale, furono, tuttavia, ampiamente violate perché migliaia di persone assistettero alla partenza dei Mille da Quarto e perché, - sin dal primo momento, a bordo dei due piroscafi, venne imposto un solo “slogan”:
ITALIA E VITTORIO EMANUELE.

La tragi-commedia avrebbe avuto alcune “code” (programmate sempre dai “vertici” britannici).
L’Ammiraglio sabaudo PERSANO ebbe, infatti, dal Cavour (e di persona e per iscritto) l’ordine di “scortare” i due piroscafi “garibaldini!”. Ovviamente, però, doveva far finta di “inseguirli” senza mai acciuffarli. A debita distanza e con maggiore professionalità, alcune navi da guerra britanniche avrebbero, a loro volta, “seguito” sia i due piroscafi che le navi della flotta sabauda comandata dal Persano.

Al Cavour ed al Re Vittorio Emanuele II fu affidato, invece, il compito di recitare la parte delle Autorità istituzionali “sorprese ed indignate” per l’atto di “pirateria” subìto e contro il quale si minacciavano, a parole, vendette e punizioni. Ma, nonostante la “faccia tosta” e l’abitudine alla menzogna, i due “Padri della Patria” risultarono niente affatto credibili.
E’ appena il caso di precisare che, su 1078 partenti, soltanto una trentina erano Siciliani ed ancora di meno erano i Napoletani. La “massa” dei partenti italiani erano tutti Padani …. o quasi.
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La ricorrenza, pertanto, è un’occasione, per l’FNS “Sicilia Indipendente”, per rivendicare, come diritto fondamentale del Popolo Siciliano, il diritto alla Verità, soprattutto sulle vicende della “conquista” della Sicilia e della sua riduzione in COLONIA interna dello Stato italiano. E per denunziare, ancora una volta, le conseguenze disastrose che ancora oggi ci affliggono.
Una condizione coloniale, la nostra, che ci obbliga a lottare - senza sconti e senza compromessi – per la soluzione definitiva della “Questione Siciliana”.

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