Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

MATTARELLA E L'EUROPA: L'EGOISMO NEGA AI GIOVANI IL FUTURO E AI MIGRANTI LA VITA

Mattarella: "L'Europa non potrà farsi in una sola volta", disse Schuman. Ma questo è un sollecito alla politica, non certo un alibi all'inerzia. Il mondo vive un cambiamento di portata epocale. L'Europa deve scegliere il proprio destino, e la scelta dell'Europa influenzerà, non poco, gli equilibri mondiali. L'egoismo è al di fuori dai valori dell'Unione. Ci vuole meno egoismo per dare ai nostri giovani europei una prospettiva di lavoro. Meno egoismo per affrontare in modo positivo il dramma delle migrazioni. Le dichiarazioni del Presidente Mattarella in occasione della Festa dell'Europa nel 65° anniversario della dichiarazione di Robert Schuman

Roma, 9 maggio 2015 - "L'Europa si fonda su grandi ideali, e di idealità ha bisogno per affrontare oggi le sfide globali. L'Europa non è soltanto un insieme di Stati che convivono nel medesimo continente. Il 65° anniversario della dichiarazione di Robert Schuman - dalla quale prese origine la Comunità del carbone e dell'acciaio, e dunque il processo di integrazione europea - è per tutti noi un'occasione di riflessione, e anche un monito, perché le responsabilità delle classi dirigenti di oggi non sono meno impegnative di quelle dell'immediato dopoguerra. Allora l'orizzonte dell'Europa era quello della ricostruzione e della pace. Porre fine per sempre alle guerre fratricide che per secoli avevano dilaniato i popoli europei. Dare stabilità e sicurezza al percorso intrapreso dopo la liberazione dal nazifascismo, e contribuire così a una stagione di crescita, di libertà, di maggiore giustizia. Grandi ideali e una visione dell'Europa nel mondo ispirarono l'azione dei padri fondatori dell'Unione. "La pace mondiale - questo è l'esordio della dichiarazione di Schuman - non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano". Grazie a quelle scelte, abbiamo avuto settant'anni di pace ed è stato costruito un modello sociale che rappresenta tuttora un traguardo in termini di diritti e di civiltà.

Vogliamo fare memoria, anche se siamo consapevoli che non basta ricordare. Le nuove sfide della società globale devono porre all'Europa, a tutta l'Europa, nuove ambizioni e nuovi traguardi. Da affrontare con altrettanta "creatività" del nostro migliore passato. Talvolta l'Unione si presenta ai cittadini con complicati tecnicismi e con una filosofia che sembra trascurare il lavoro che manca, le diseguaglianze crescenti, la solidarietà necessaria. Noi che siamo europeisti, non ci stanchiamo di sostenere una maggiore integrazione politica dell'Europa. Serve a questo scopo un cambiamento di rotta per ridurre gli squilibri interni e rivitalizzare le energie penalizzate da eccessi di austerità. La caduta degli investimenti nel nostro continente è stata pesante negli ultimi anni: occorre utilizzare tutte le risorse disponibili - a partire dall'attuazione e dal rafforzamento del piano Juncker - affinché l'Europa torni a essere vettore di sviluppo: uno sviluppo nuovo e sostenibile.

Il mondo vive un cambiamento di portata epocale. L'Europa deve scegliere il proprio destino, e la scelta dell'Europa influenzerà, non poco, gli equilibri mondiali e la stessa qualità della globalizzazione. L'egoismo è al di fuori dai valori dell'Unione. Ci vuole meno egoismo per dare ai nostri giovani europei una prospettiva di lavoro, di vita, di relazioni sempre più intense. Meno egoismo per affrontare in modo positivo il dramma delle migrazioni. Meno egoismo per svolgere un ruolo efficace di pace in Africa e nel Medio Oriente.
"L'Europa non potrà farsi in una sola volta", disse Schuman. Ma questo è un sollecito alla politica e alla saggezza, non certo un alibi all'inerzia".

Commenti