Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

PROVINCE, RITARDI E DIFFICOLTA' NELLA FASE ATTUATIVA DELLA LEGGE

Ritardi e difficoltà nella fase attuativa, in particolare per quanto riguarda il riordino delle funzioni delegate o trasferite alle Province. Guardando le leggi che sono state approvate in 4 Regioni e i testi approvati nelle Giunte e in discussione nei Consigli regionali, “emergono criticità che condizionano l’efficacia della legge"

13/05/2015 - A poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge 7 aprile 2014, n. 56, “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di Comuni” , che ha ridisegnato confini e competenze dell'amministrazione locale, la Corte dei conti procede ad una prima valutazione di quelli che sono stati gli effetti della normativa sugli andamenti finanziari delle Province, sugli equilibri, sul rispetto del Patto di stabilità e sull’erogazione dei servizi al cittadino.
La Corte sottolinea che “Il progetto […] sta incontrando ritardi e difficoltà nella fase attuativa, in particolare per quanto riguarda il riordino delle funzioni delegate o trasferite alle Province”.
Guardando le leggi che sono state approvate in 4 Regioni e i testi approvati nelle Giunte e in discussione nei Consigli regionali, “emergono criticità che condizionano l’efficacia della legge”.

Tali criticità riguardano:
a) talune incertezze nella individuazione della nuova titolarità delle funzioni non fondamentali;
b) il rinvio a successivi atti per la concreta riallocazione delle funzioni;
c) la previsione di interventi legislativi e/o provvedimentali per la riallocazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie;
d) la mancata attuazione del principio di sussidiarietà nel senso indicato dalla legge ed, al contrario, alla diffusa tendenza ad un accentramento in capo alla Regione delle funzioni amministrative svolte dalle Province;
e) l’assenza di specifiche disposizioni sulla determinazione degli ambiti territoriali ottimali per l’esercizio delle funzioni;
f) la mancata applicazione del comma 90 dell’articolo unico della l. n. 56/2014 per la conservazione in capo alle Regioni dei servizi a rilevanza economica; alla mancata considerazione dello stretto legame previsto dalla l. n. 56/2014 tra funzioni – risorse – patrimonio – personale.

Inoltre le verifiche sulla gestione finanziaria degli enti territoriali, svolte dalle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti per gli esercizi pregressi, hanno fatto emergere profili critici sintomatici di un graduale, e pressoché diffuso, deterioramento della finanza provinciale, suscettibili di incidere negativamente sulla tenuta degli equilibri di bilancio.
Un quadro che è diventato ancora più complicato per gli effetti della legge di stabilità.


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