Sevizie e abusi sessuali su una cavalla incinta, fino a provocarle un aborto e a portarla alla morte: di questi gravissimi reati era accusato B. S., condannato ieri dal Tribunale di Messina per il reato di maltrattamento di animali aggravato dalla morte a due anni di reclusione, pena sospesa (e nome in sigla). Mah? Avrà pure un premio al valore?
MESSINA, 06/05/2015 - Sevizie e abusi sessuali ai danni di una cavalla incinta, fino a provocarle un aborto e a portarla alla morte: di questi gravissimi reati era accusato B. S., classe
1983, stalliere, condannato ieri dal Tribunale di Messina per il reato di maltrattamento di animali aggravato dalla morte (art. 544 ter, comma 3 del Codice Penale), a due anni di reclusione, pena sospesa, con liquidazione del danno in separata sede ma con la provvisionale di € 5.000,00 e liquidazione di spese legali in favore della LAV parte civile di € 550,00 (oltre IVA e CPA).
Il Pubblico Ministero, dott.ssa Liliana Todaro, aveva chiesto e ottenuto per
l’imputato la citazione diretta a giudizio davanti al giudice monocratico del
Tribunale di Messina, per rispondere in particolare dei reati di:
maltrattamento (reato p. e p. dall’art. 81, 544 ter comma 3 c.p.) “perché
– si legge nel decreto di citazione a giudizio - in più occasioni,
sottoponeva a sevizie una cavalla consumando rapporti sessuali con
l’animale. In particolare, abusava sessualmente della cavalla, in stato di
gravidanza, con il proprio organo genitale e con altri attrezzi impropri,
determinando atroci sofferenze a cui è seguito il distacco della placenta,
l’aborto e, infine, la morte”.
Danneggiamento (reato p. e p dall’art.635 c.p.) “per avere, mediante la
condotta descritta, irrimediabilmente reso inservibile la cavalla-fattrice”.
“Una vicenda di inaudita gravità ed efferata violenza, con epilogo mortale –
afferma la LAV - Ad inchiodare il colpevole, rivela l’Associazione animalista, le
sequenze video di alcune telecamere interne che avrebbero ripreso gli abusi
sessuali. Anche se il colpevole è stato condannato nulla potrà “riparare” alle
sofferenze e alla morte inflitte con tale sadismo”.
“Una sentenza che aiuta a porre l’attenzione sui crimini sessuali a danno di
animali, una piaga ancora sommersa – afferma Ciro Troiano, criminologo e
Resp. LAV Osservatorio Zoomafia, autore di una recente indagine
(http://www.lav.it/news/crimini-sessuali-contro-gli-animali-dossier-lav) sui
crimini sessuali a danno di animali - La zooerastia è un disturbo sessuale
caratterizzato dall’eccitazione erotica o dalla fantasia di avere rapporti sessuali
con animali, o dal praticare attività sessuali con gli stessi in modo non
occasionale. E’ considerata una psicopatologia solo se è compulsiva e se è
suscettibile di procurare danni seri al funzionamento psicologico dell’individuo.
Ogni abuso su animali di natura sessuale integra il reato di maltrattamento.
Siamo convinti però – conclude Troiano - che, vista la complessità del fenomeno,
sia necessaria un’articolata rivisitazione della questione anche sotto il profilo
della tutela penale e una giusta collocazione del precetto in seno al Codice
penale prevedendo apposite disposizioni punite con la reclusione e la multa. Fatti
di tale violenza non devono più accadere: ci auguriamo che quanto accaduto a
questa cavalla faccia maturare al più presto ogni azione opportuna ai fini della
prevenzione e delle repressione di tali gravissimi reati”.
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