Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

FORMAZIONE, IRAPS ONLUS: CROCETTA CI HA LASCIATO CREDERE CHE NON AVREMMO PERSO IL POSTO DI LAVORO

Lettera aperta lavoratori Ente di formazione Iraps Onlus: 163 lavoratori di tutte le sedi (Catania, Messina, Palermo, Marsala, Enna) sospesi dal lavoro dal 1 aprile 2014 al 31 dicembre 2014, sospensione che è stata prorogata fino al 31 maggio 2015. La decisione di escluderci dall'accreditamento è stata presa dal governo regionale quando la magistratura di Catania ha aperto l'inchiesta formazione

08/06/2015 - Gentile redazione avrete sicuramente ricevuto lettere simili a questa, lettere spinte da stati d'animo lontani dalla serenità che purtroppo, a volte, portano a compiere gesti estremi, come è capitato ad alcuni colleghi della formazione professionale siciliana. Da circa tre anni ci troviamo in una situazione che è andata sempre più a peggiorare, l'Ente del quale siamo dipendenti, l'Iraps Onlus con sede principale a Catania, nel 2013 è stato coinvolto nell'inchiesta Pandora e per questo motivo è stato soggetto alla revoca dell'accreditamento da parte dell'assessorato alla formazione. Malgrado tale revoca sia stata ritenuta illegittima da ben due sentenze del TAR, il Presidente della Regione Rosario Crocetta, spesso auto proclamatosi presidente dell'antimafia e della legalità, ha ritenuto opportuno non rispettare le sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale, quasi come si trattasse di un un parere e non di una sentenza, non restituendo, a tutt'oggi, alcuna attività formativa all'Iraps.

All'inizio di tutto il caos Pandora noi dipendenti abbiamo creduto, date le parole rassicuranti del Presidente della Regione, e degli assessori alla formazione che si sono succeduti, che non avremmo perso il posto di lavoro, concetto ripetuto in numerose occasioni ma che nei fatti è smentito quotidianamente visto che, da oltre un anno, siamo sospesi dal lavoro, probabilmente prossimi al licenziamento e senza tutela della cassa integrazione, pagataci solo da febbraio a luglio 2014. Ciò che ci indigna di più e che fa sembrare il tutto una beffa, è che l'inchiesta che avrebbe dovuto (se le accuse dovessero essere confermate) liberarci da chi ha approfittato del nostro lavoro per riempire le proprie tasche, si è abbattuta, ancora una volta su di noi, vittime di un gioco più grande che vede la formazione come un problema da eliminare, in barba alle leggi che ci tutelano e ai tribunali che emettono sentenze a nostro favore e sprezzante di qualsiasi tipo di etica sbandierata e strillata attraverso megafoni, che lascia il tempo che trova.

Nonostante le difficoltà, noi lavoratori abbiamo continuato a svolgere le nostre mansioni spinti dalla voglia di dimostrare che il nostro lavoro era ed è importante sia per noi che per gli allievi, al contrario di ciò che vogliono far credere, ovvero che la formazione professionale siciliana non serve a nulla. Siamo andati avanti, pur non percependo stipendio da molti mesi, anche per i nostri ragazzi, quelli dell'obbligo formativo e dei corsi per adulti che, fino alla fine, sono venuti a scuola perché volevano imparare e che con noi hanno protestato per ricevere ciò che spetta loro di diritto, il diritto allo studio per l'appunto.

Ciò a cui non si pensa, in tutta questa situazione estrema, è che la Sicilia ha abbandonato totalmente quei ragazzi che avevano voglia di imparare un mestiere, quei ragazzi che per scelta avevano voluto imboccare la strada della formazione professionale per riuscire a sfruttare ciò che stavano imparando a scuola, per entrare subito nel mondo del lavoro. Forse, in questa continua lotta tra il governo, i sindacati e i lavoratori non ci si sta preoccupando di coloro che si stavano affidando alla formazione perché ci credevano e perché speravano di porre le basi per il proprio futuro professionale. La Sicilia ha totalmente dimenticato i ragazzi dell'obbligo formativo e per questo è aumentata a dismisura la dispersione scolastica e purtroppo anche la delinquenza.

Ritornando al caso specifico del nostro Ente, noi 163 lavoratori di tutte le sedi (Catania, Messina, Palermo, Marsala, Enna), tra formatori, tutor e amministrativi, siamo stati sospesi dal lavoro dal 1 aprile 2014 al 31 dicembre 2014, sospensione che è stata prorogata fino al 31 maggio 2015. Questo è ciò che supponiamo, almeno, visto che nessuno ha mai ricevuto da parte della dirigenza alcuna comunicazione formale in merito. La decisione di escluderci dall'accreditamento è stata presa dal governo regionale quando, nell'ottobre del 2013, la magistratura di Catania ha aperto l'inchiesta formazione, ma l'Ente, presentando subito il ricorso, ha ottenuto, il 14 aprile 2014 la vittoria e, quindi, il fatto di non essere escluso dalla lista degli enti regionali accreditati.

Ciò che chiedono, attraverso questa lettera, 163 lavoratori dell'Ente Iraps Onlus è di sapere come devono considerarsi dal 1 giugno 2015. In questo momento l'unica cosa che sappiamo è di aver vinto un ricorso e di essere, quindi, ancora accreditati ma ne la Regione ne la dirigenza ci dicono che cosa hanno intenzione di fare. Nel frattempo alcuni di noi hanno avuto la possibilità di lavorare al Ciapi ma, purtroppo, solo una piccola parte e solo per pochi mesi. Abbiamo, poi, usufruito della cassa integrazione ma è acclarato che per far andare avanti una famiglia lo stipendio dovrebbe arrivare ogni mese e non una/due volte l'anno. Ci appelliamo ai mezzi di comunicazione e alla vostra disponibilità per far luce su una situazione che, insieme a molte altre, sono state volutamente messe da parte e dimenticate nel silenzio. Vogliamo che ci venga riconosciuta la dignità di lavoratori e di esseri umani, sentimento che troppe volte è stato messo da parte dalle istituzioni che dovrebbero salvaguardarci e che, dietro allo spirito di giustizia, hanno creato uno stato di disperazione dal quale non si vede alcuna via d'uscita.

I dipendenti Iraps Onlus

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