Banche: 1 milione di siciliani a forte rischio di esclusione sociale per la chiusura di sportelli

Banche in continuo abbandono.  In Sicilia 374mila persone non hanno accesso ai servizi bancari e altre 548mila hanno a disposizione un solo sportello. 1 milione di siciliani sono a forte rischio di esclusione sociale. Il risiko bancario potrebbe far aumentare la chiusura di sportelli. “La desertificazione bancaria è un’emergenza che impoverisce le comunità. Come Cisl e First Cisl Sicilia continueremo a battere sull’istituzione di un Osservatorio regionale sull’attività bancaria” 5 nov 2025 -   Le banche continuano a chiudere. Da gennaio a fine settembre 2025 altri 268 sportelli hanno cessato la loro attività. Sono adesso 3.419 i comuni italiani a secco di servizi finanziari e con il risiko bancario in corso il dato è destinato a peggiorare.   La Sicilia non si sottrae alla revisione commerciale del sistema bancario. Pure da noi spira forte il vento della desertificazione. 1 milione di cittadini è a forte rischio esclusione sociale. Il 20 per cento della popolazione reside...

PALERMO, COBAS: “CHIEDEREMO SCUSA ALLA CITTÀ PER IL SERVIZIO SCADENTE OFFERTO DALL’AMAT”

Manifestazione dei Cobas a piazza Castelnuovo dalle 9 alle 17  a difesa dell’Amat, organizzata da Cobas, Uil, Ugl e Faisa-Cisal, per “chiedere scusa alla cittadinanza per lo scadente servizio offerto dall’Amat”

Palermo, 3 giugno 2015 – Oggi Mercoledì 3 giugno, manifestazione a difesa dell’Amat organizzata da Cobas, Uil, Ugl e Faisa-Cisal. Dalle 9 alle 17 i lavoratori, liberi dal servizio, si daranno appuntamento a piazza Castelnuovo per “chiedere scusa alla cittadinanza per lo scadente servizio offerto dall’Amat”. È quanto affermano Antonino La Barbera, Carlo Cataldi e Giuseppe Rizzo – componenti della segreteria regionale dei Cobas settore Trasporti – che precisano: “Non si tratta di uno sciopero, ma di una protesta costruttiva che ha l’obiettivo di far conoscere alla pubblica opinione lo stato in cui versa l’ex municipalizzata che si occupa del trasporto pubblico urbano”.
“Lo facciamo noi lavoratori al posto dell’azienda e del Comune che, nonostante i proclami a favore della mobilità, non hanno idee e strategie chiare per far uscire l’Amat dal guado in cui si trova – concludono La Barbera, Cataldi e Rizzo –. Ne è prova il fatto che non vi sia ancora un contratto di servizio, un piano industriale e che, dopo mesi di discussioni, l'azienda si sia rifiutata di firmare un accordo per il rilancio delle officine. Siamo contro ogni taglio di linee fino a quando non entrerà in servizio il tram. Non si disincentiva l’uso del mezzo privato e si migliora la qualità dell’aria, riducendo gli autobus”.





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