Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

VIOLENZA SESSUALE A MILAZZO, ARRESTATO 29ENNE DI LIBRIZZI

Milazzo, 20 giugno 2015 - I Carabinieri della Stazione di Milazzo agli ordini del Maresciallo Aiutante Tommaso La Rosa in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Barcellona, su richiesta della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto., che concordava pienamente con i riscontri investigativi degli inquirenti, traevano in arresto L. A, 29enne di Librizzi, celibe, operaio, per i gravi reati di violenza sessuale aggravata e lesioni ai danni di una donna 28 enne di Milazzo.
I Carabinieri della stazione di Milazzo, dopo aver raccolto la denuncia della vittima, al termine di una serrata attività di indagine, hanno ricostruito nel dettaglio la dinamiche dell’aggressione e della violenza.
Intorno alle 22.30 del 25 maggio scorso, l’odierno arrestato si introduceva all’interno dell’androne di un palazzo in pieno centro a Milazzo. L’uomo, nascostosi in “agguato”, al sopraggiungere della vittima, la afferrava da dietro e dopo averla con violenza bloccata contro un muro cominciava a palpeggiarla in modo ripetuto contro la sua volontà. Nonostante la donna urlasse e si dimenasse in modo forsennato, l’uomo per più di 10 secondi riusciva a immobilizzarla provocandole diverse contusioni ed ecchimosi.
In uno slancio di disperazione la vittima riusciva con un calcio a far perdere l’equilibrio sulle scale al suo aggressore e a divincolarsi, dandosi alla fuga a piedi per strada. L’uomo con disinvoltura, usciva anch’egli dal palazzo saliva in macchina e andava via come se niente fosse. Quello che l’aggressore non aveva previsto, però, è che la donna prima dell’aggressione stava intrattenendo una conversazione telefonica con una coetanea. Dall’altra parte della cornetta, la donna anch’ella milazzese, si è trovata ad essere quindi testimone inconsapevole della violenza e ha giocato un ruolo determinante per risalire al colpevole. La donna in ascolto al telefono ha partecipato con ansia ai concitati momenti dell’aggressione, ha sentito urlare e chiedere “fermo, lasciami” alla sua amica ed è rimasta in linea tutto il tempo. In particolare ha “seguito” in diretta anche i momenti della fuga, nel corso della quale, dimostrando freddezza e nervi d’acciaio, la giovane vittima si è girata, ha visto che il suo aggressore stava salendo su una Fiat Punto bianca e ha dettato ad alta voce il numero di targa, affinché l’amica al telefono potesse annotarlo “al volo”. I Carabinieri nel corso delle indagini, oltre a raccogliere minuziosamente tutte le preziose testimonianze hanno acquisito anche dei filmati di video sorveglianza nei quali si vedono chiaramente i concitati momenti della fuga. A seguito dell’aggressione, oltre allo shock, la vittima riportava solo leggere contusioni che venivano medicate dai sanitari dell’ospedale di Milazzo.
Al termine delle indagini, individuato l’aggressore, veniva tratto in arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per i reati di violenza sessuale e lesioni ed associato al carcere di Messina Gazzi a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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