Anniversario strage via D’Amelio, dopo il caso Crocetta-Tutino Fiaccolata non solo di memoria ma anche di lotta contro la “mafia dell'antimafia”
Palermo, 16/07/15 - Il 23° anniversario della strage di via D'Amelio, alla luce di quanto successo in questi giorni, sarà profondamente diverso. La tradizionale Fiaccolata del 19 luglio, promossa dal “Forum XIX Luglio” e da “Comunità '92”, non sarà quest’anno soltanto un momento di memoria per Paolo Borsellino e gli agenti della scorta ma anche una manifestazione popolare contro la “mafia dell'antimafia”, termine coniato dallo scrittore Pietrangelo Buttafuoco che ben dipenge la palude, che regna nelle istituzioni e nella società civile, creata da finti moralizzatori. Nonostante l'assenza dei figli di Paolo Borsellino alle manifestazioni pubbliche, che in realtà non è una novità, oggi più che mai le strade di Palermo e via D'Amelio non possono restare deserte. La società civile deve rispondere con forza alle scandalose parole del medico di fiducia di Crocetta e più in generale a quanti, in questi anni, hanno fatto carriera grazie all'odiosa retorica di facciata dell'antimafia.
La Fiaccolata del 19 luglio, che si svolge da ben 19 anni, è l'esatto contrario delle passerelle che si vedono in queste ricorrenze. E' una manifestazione di popolo, silenziosa senza comizi e palchi per i vip antimafia. L'appuntamento è domenica alle ore 20:00 a piazza Vittorio Veneto (Statua della libertà). Il corteo percorrerà via Libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D’Amelio dove verrà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale. La notizia delle intercettazioni telefoniche tra il Presidente Crocetta e il dottor Tutino, pubblicate oggi da L’Espresso, per quanto non ancora chiarite in maniera definitiva, sono per noi motivo di indignazione e stupore.
Non è accettabile che chi ricopre incarichi istituzionali, seppur in contesti colloquiali, taccia di fronte a parole che infangano la memoria di servitori onesti dello Stato e l’onorabilità di persone perbene.
Così si umiliano i loro famigliari delle vittime, condannati all’ergastolo del dolore. Così si distrugge la credibilità della politica e dell’antimafia, anche sociale. C’è un tempo per parlare e uno per tacere.
In questo momento sentiamo forte il dovere di non restare in silenzio e di manifestare tutta la nostra vicinanza ai famigliari di Paolo Borsellino.
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