Autonomia differenziata: incontri in Sicilia e a Milazzo, “rischia di spaccare l'Italia”

Autonomia differenziata.  Fico e Di Paola (M5S), sei incontri in Sicilia, domenica e lunedì, per parlare di autonomia differenziata “che rischia di spaccare l'Italia” 20/04/2024 - Sei incontri in appena due giorni per parlare di autonomia differenziata, “la riforma scellerata che rischia di spaccare l'Italia”. È il mini tour che l'ex presidente della Camera Roberto Fico, farà in Sicilia domenica 21 e lunedì 22 aprile prossimi assieme al coordinatore regionale M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola, per illustrare i contraccolpi del ddl Calderoli. "L'autonomia differenziata - dice Fico - sarebbe uno schiaffo insopportabile al Sud, aumenterebbe i divari che già esistono e danneggerebbe la struttura istituzionale del Paese. E' un disegno scellerato che mira a spaccare l'Italia. In questi mesi sto girando l'Italia per parlare dei rischi dell'autonomia voluta da Calderoli ed è importante parlarne anche in Sicilia". “Di questa riforma che rischia avere

EURO E CORRUZIONE ALLA BASE DELLA CRISI E DEL DEBITO PUBBLICO

L'euro non fa bene all'Italia. Confermate le analisi del dott. Francesco Caizzone, commercialista, che torna sull'argomento. Soluzioni per uscire dalla crisi con operazioni possibili e a zero costi è possibile approfondimento sulle cose da fare nell'immediato per ridurre il debito pubblico
[30/07/2015] - Tenuto conto che il debito pubblico è causato principalmente dalla corruzione nella P.A., ed i sintomi concreti di ciò si vedono sotto forma di ricchezza accumulata senza giustificazione reddituale, (tengo a precisare che in questo stralcio sono esclusi dal conteggio evasione fiscale, mafie e parassiti o figli buoni dello Stato che parlano di diritti acquisiti * *). Per recuperare il maltolto ai cittadini onesti e sgravarli dal peso del debito pubblico, bisogna fare sempre nell'immediatezza (senza creare giustizialismi o vendette varie, tipiche nei cambi dei sistemi politici), andrebbero applicate le norme che attualmente sono in vigore per tutti i cittadini, ovvero un controllo fiscale mirato a tutti quei personaggi(parenti ed affini, amici, amanti e prestanomi compresi)che hanno avuto contatti con la P.A. od Enti che operano per essa, sia con rapporti di dipendenza che con rapporti professionali o politici a tutti il livelli (per fare questo non occorre alcuna legge nuova in quanto lo Stato tramite l'Agenzia delle Entrate ha già tutto schedato e pianificato). Per questi auspicati controlli fiscali, l'unica eccezione di differenza con i comuni cittadini sarebbe solo quella che, anziché limitarsi agli ultimi cinque anni, spostare l'indagine fiscale sugli ultimi dieci/quindici anni, e comunque garantendo loro tutte le garanzie di legge.

Specificatamente: tramite l'istituto del contraddittorio con l'Agenzia delle Entrate, l'istituto della presunzione semplice, l'istituto della presunzione legale, con ammessa prova del contrario, esattamente come un qualunque cittadino, impresa, professionista o lavoratore autonomo. Tutti i patrimoni che eccedono una certa misura, (vedi esempio sotto) che non sono compatibili con il redditi degli ultimi dieci/quindici anni vanno restituiti. Comunque si dà loro la possibilità di scegliere per tale eccedenza patrimoniale ingiustificata o la restituiscono allo Stato nello stato in cui si trova, oppure la possono tenere con l'obbligo di restituire allo Stato il suo valore equivalente, previa fideiussione bancaria o con qualunque altra forma possibile purché ne garantiscano la restituzione.

Esempio per quantificare la restituzione, una qualunque “persona” di cui sopra che ha avuto contatti con la P.A., (o con Enti ad essa collegati o da essa incaricati), impiegato, rapporto professionale, politico o quant'altro con un reddito mensile di € 10.000 per dieci anni 12x10= 120 mesi x €10.000 = € 1.200.000,00 (totale percepito dal rapporto, esempio da adattare ad ogni caso concreto).

Valutazione del quanto restituire: dovendo essere il più realisti possibile, e ci può stare anche, che i soggetti del nostro esempio siano stati parsimoniosi nello spendere il denaro percepito, quindi bravi risparmiatori. Ammettiamo che siano riusciti a risparmiare almeno il 50% del denaro percepito negli ultimi 10 anni, quindi è verosimile che se possiedono un patrimonio complessivo di € 600.000,00
è assolutamente compatibile con quanto ufficialmente hanno percepito(€ 1.200.000,00), ma per essere assolutamente prudenti meglio concedere un ulteriore 25%, così operando arriviamo ad un patrimonio legalizzabile di € 900.000,00.

Prolungando l'esempio, andiamo a verificare le quantità di incarichi milionari, dati ai soliti personaggi (*) che si autoliquidano (in molti casi) il compenso, a scapito degli Enti; anche questi vanno trattati come sopra, ovvero applicando le relative tariffe professionali e conteggiando solo gli incarichi compatibili con quanto realmente la persona fisica sia in grado di poter affrontare, a meno che non siano in grado di poter dimostrare di essere contemporaneamente in diversi Enti a lavorare. Quindi anche codesti casi vanno riportati ad una misura che sia compatibile con la natura umana(*) Tutto quello che eccede tale percentuale di ricchezza incompatibile con il reddito prodotto, deve essere restituita allo Stato, con le forme di cui sopra (ovviamente previo l'istituto del contraddittorio), si ripete non occorrono nuove leggi basta attuare quelli esistenti, controllo fiscale per gli ultimi 10 anni o 15 anni (è fin troppo evidente che l'accumulo di incarichi è frutto di corruzione) (*)(*).

E assolutamente indispensabile adottare le misure qui suggerite se si vuole veramente fare ripartire il Paese, ovvero prendere/recuperare la ricchezza dove illecitamente è stata accumulata. La ricchezza illecitamente accumulata rispetto al debito pubblico (duemilacentomiliardi) è di gran lunga superiore (detenuta da * * *),(escludendo dal calcolo evasione fiscale e mafie) Il diritto di proprietà è garantito dalla Costituzione, ma solo per quella accumulata lecitamente, giammai per quella che è frutto di reati. Sempre disponibile per ulteriori approfondimenti.

Dott. Francesco Caizzone, 
commercialista

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