Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

RAFFINERIA MILAZZO: “DICONO CHE A MILAZZO LE DONNE MUOIONO DI TUMORE PERCHÉ FUMANO TROPPO”

I comitati NO RAM NO CSS: “Era il 27 settembre 2014 quando la RAM di Milazzo mandava in fumo un milione di litri di carburante. Allora i migliori “esperti” del settore, e non si stracciarono le vesti per dire che non c’era nessun rischio per la salute. A meno di un anno di distanza ci risiamo. Fumo nero in cielo, puzza di benzine, la fiamma della fiaccola enorme e luminosissima

Milazzo (Me), 19/07/15 – Non dobbiamo andare molto a ritroso nei nostri ricordi per trovare immagini tragiche come quelle ritratte in queste foto. Era il 27 settembre del 2014 quando la RAM di Milazzo mandava in fumo un milione di litri di carburante. Allora i migliori “esperti” del settore, e non, con l’ottima compagnia delle agenzie pubbliche di controllo si stracciarono le vesti per dire che non c’era nessun rischio per la salute, l’aria era pulitissima, meglio di quella di qualunque paese d’alta montagna, i cibi non erano contaminati. Insomma, potevamo stare tranquilli. A meno di un anno di distanza ci risiamo. Fumo nero in cielo, puzza di benzine, la fiamma della fiaccola enorme e luminosissima. E noi, come sempre, dobbiamo stare tranquilli.

Ce lo diranno di sicuro le istituzioni, lo confermano, d'altronde, la certificazione OHSAS 18001 che pone la RAM all’avanguardia in quanto a sicurezza e tutela della salute sul posto di lavoro, lo dice la stessa RAM in un suo comunicato di oggi, che ovviamente minimizza. Chissà cosa ne pensa Tino, morto di leucemia, qualche anno fa, o Francesca stroncata da un tumore raro e fulminante. Cosa ne pensano gli agricoltori costretti a vendere prodotti ricchi di metalli pesanti e altri veleni, o le cassiere dei centri commerciali adiacenti costretti a vivere col fetore di uova marce costante… chissà?
Noi sappiamo bene a chi dare la colpa di tutto ciò, malgrado i loro colletti puliti, e i sorrisi a trentadue denti, mentre dicono che in fondo a Milazzo le donne muoiono di tumore perché fumano troppo. Intanto tutto tace, nonostante il caldo, le teste sono ben nascoste sotto la sabbia, magari finché non vedremo un rogo più grosso.

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