Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

CINGHIALE UCCIDE UN UOMO A CEFALU', ENPA: "MANCA ADEGUATA INFORMAZIONE"

Palermo, 8 ago. 2015 - Salvatore Rinaudo, 77 anni, è stato aggredito e ucciso da un branco di cinghiali mentre all'esterno dalla sua casa di campagna a Cefalu' (Palermo). La moglie Rosa, di 73 anni, accorsa per difendere il marito, ha riportato ferite varie ma non è in pericolo di vita. Ricoverata all'ospedale Giglio-San Raffaele di Cefalù è stata dimessa in giornata. La coppia è stata aggredita dai cinghiali in contrada Ferla, nei pressi di una ex fabbrica di ceramiche, in una zona situata tra contrada Ferla e contrada Mollo, non ricadente nel territorio del Parco delle Madonie. Rinaudo, accorso fuori dall'abitazione per il latrare dei cani, è stato preso a morsi dai cinghiali, così come segni analoghi sono stati riscontrati sul corpo della moglie.

Sull'episodio indagano ora i carabinieri di Cefalù e del Comando provinciale di Palermo.
"Quindici giorni di prognosi e dimissione in giornata" per Rosa Rinaudo, "ferita dal cinghiale che ha aggredito e ucciso il marito nelle campagne di Cefalu'". Lo rende noto la direzione sanitaria dell'ospedale Giuseppe Giglio di Cefalu'. Sottoposta ad esami strumentali, è stata poi trattata e suturata, con l'intervento dei medici di traumatologia. "La situazione e' sotto controllo - assicura il direttore sanitario Giuseppe Ferrara - possiamo essere tranquilli sullo stato della paziente che non e' mai stata in pericolo di vita".

"Premesso che i parchi attualmente godono di gestione autonoma, occorre definire immediatamente un piano di messa in sicurezza insieme ai direttori dei parchi, per tutte le aree fruibili dai cittadini.
Nella giunta di lunedì delibereremo in tal senso. Il problema dell'eccessivo popolamento dei cinghiali, già nel ddl sui parchi è affrontato. Chiederemo al presidente della commissione Ambiente di estrapolare l'articolo in modo tale da inserirlo nel primo ddl utile che verrà discusso in aula. Ma intanto un piano di sicurezza immediato". Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

«Ciò che è accaduto questa mattina a Cefalù è una tragedia per la quale desidero esprimere, a nome dell'associazione, il nostro cordoglio e la nostra solidarietà ai familiari della vittima, ma al contempo è necessario evitare politiche persecutorie, basate su un'ondata di forte emotività, contro animali colpevolizzati per avere reagito a quello che hanno percepito come un possibile pericolo». Lo dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, che sottolinea al contempo come questo evento così doloroso sia conseguenza della strategia fallimentare seguita in materia faunistica a livello sia nazionale e locale (Regioni e Province). Una strategia, come Enpa denuncia da anni, finalizzata non tanto alla gestione scientifica e razionale (ma anche etica) dei selvatici, quanto alla ricerca del consenso dei cacciatori - categoria sempre più minoritaria - attraverso le leve della libertà di sparo, dei ripopolamenti venatori, degli abbattimenti presuntamente "selettivi".

«Anzitutto è doveroso chiarire che gli animali selvatici non si "divertono" ad attaccare altri esseri viventi. Nel caso di Cefalù è probabile che il cinghiale fosse un esemplare femmina con cuccioli al seguito - aggiunge Andrea Brutti dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa - e che essa si sia sentita minacciata dall'avvicinarsi dei cani e dell'uomo, che, per gli ungulati rappresentano dei predatori. Viene dunque da chiedersi coma mai, pur insistendo il territorio di Cefalù in un parco regionale, non sia prevista una adeguata attività di informazione su come comportarsi in caso di incontri con i selvatici».

Questo, tuttavia, è solo un aspetto del problema. L'altro è rappresentato dalla questione dei ripopolamenti venatori, cioè dal'immissione della cosiddetta fauna "pronto caccia" che, per garantire il divertimento delle "doppiette", può alterare le caratteristiche demografiche delle specie. «Come mai - prosegue Brutti - quando si parla di presunti danni da selvatici, alcuni si affrettano a chiedere uccisioni e non chiedono invece di fermare tutti i ripopolamenti, vera possibile fonte di squilibrio? Un'operazione, questa, con cui si illudono gli agricoltori, indotti a credere che l'unica soluzione al "problema" sia rappresentata dalle fucilate».

Ma così non è, poiché, nonostante 20 anni di abbattimenti, il nostro Paese si trova ancora a gestire allarmi di questo genere. Invece, occorre applicare correttamente la legge 157/1992 la quale prescrive, oltre a censimenti scientifici delle popolazioni, il ricorso prioritario e obbligatorio ai metodi ecologici; gli unici in grado di intervenire efficacemente e in maniera duratura sulla demografia delle specie e sulla prevenzione dei danni. Occorre infine prevedere urgentissimi ed immediati controlli sulle aziende che allevano cinghiali a fini "alimentari" - pratica che dovrebbe essere vietata del tutto - in quanto accade spesso che alcuni esemplari fuggano dalla cattività, ma è anche necessario intervenire sull'allevamento allo stato brado dei suini, con cui i cinghiali potrebbero riprodursi.

«L'unico modo per evitare il ripetersi di tragedie come quella di Cefalù - conclude Brutti - è di smettere di compiacere una categoria sempre più minoritaria e sempre più isolata dal'opinione pubblica del nostro Paese, applicando finalmente i metodi ecologici obbligatori prescritti dalla legge e favorendo una politica di controlli rigorosi, di censimenti attendibili, di monitoraggi, di divieti e di limitazioni ai ripopolamenti».

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