Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

BERLUSCONI “SUGGERIVA GLI OBIETTIVI A COSA NOSTRA PER FARE ABOLIRE IL 41 BIS E MODIFICARE LA LEGGE SUI PENTITI”?

"Silvio Berlusconi suggeriva gli obiettivi a Cosa nostra" secondo il collaboratore di giustizia Giovanni Ciaramitaro, alla ripresa dell'udienza del processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Le stragi del 1993 erano fatte "per abolire il 41 bis e modificare la legge sui pentiti. Le bombe servivano per scendere a patti con lo Stato". Il nome "lo fece Francesco Giuliano, durante il periodo in cui abbiamo trascorso assieme la latitanza, mentre in tv c'era una trasmissione in cui partecipava Berlusconi"

Palermo, 10 set. 2015 - "Era Silvio Berlusconi il politico che suggeriva gli obiettivi a Cosa nostra". Lo ha detto il collaboratore di giustizia Giovanni Ciaramitaro, oggi, alla ripresa dell'udienza del processo sull trattativa tra Stato e mafia, in corso nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, riferendo delle stragi in Continente del 1993, fatte, ha spiegato "per abolire il 41 bis e modificare la legge sui pentiti. Le bombe servivano per scendere a patti con lo Stato". E un politico - che prima della breve sospensione per conferire col proprio avvocato aveva detto che era di Palermo e che non voleva nominare per tutelare la propria famiglia - "dava gli obiettivi da colpire, gli indirizzi giusti".

Il nome "lo fece Francesco Giuliano - ha aggiunto Ciaramitaro - durante il periodo in cui abbiamo trascorso assieme la latitanza, mentre in tv c'era una trasmissione in cui partecipava Berlusconi". Ciaramitaro il 23 luglio 1996 al pm Gabriele Chelazzi, disse, riferendo quanto appreso da Francesco Giuliano: "come infatti lui (Berlusconi, ndr) - ha confermato oggi davanti alla Corte di assise di Palermo - diventato presidente si e' mosso, per fare una legge sulle carceri, che non e' stata approvata". Secondo Ciaramitaro le stragi del 1993 si fermarono per "motivi finanziari. Dopo l'arresto dei fratelli Graviano - ha detto - non c'era piu' nessuno che sosteneva le trasferte. A Roma e' rimasto seppellito l'esplosivo da piazzare nella Torre di Pisa, il resto invece era a Palermo". (AGI)

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