Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

INCENERITORE DEL MELA, LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA: NON ESISTONO INCENERITORI A ZERO EMISSIONI

Lettera aperta inviata al presidente della Regione Siciliana on. Rosario Crocetta a firma Movimento No CSS – Inceneritore del Mela, Arci – Comitato Territoriale di Messina, “A.D.A.S.C.” – Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini , Associazione Deka, Associazione Passo Badia, Associazione TerrAmare Sicilia, Associazione TU.DIR.DA.I, Circolo Legambiente del Longano, Circolo Zero Waste di Milazzo, Circolo Rifiuti Zero di San Filippo del Mela, Coordinamento Ambientale Milazzo Valle del Mela, Comitato Cittadini Pacesi per la Vita, Comitato Mamme per la Vita

Valle del Mela (Me), 02/09/2015 - Egregio Presidente On. Rosario Crocetta, in riferimento al pericolo paventato dallo "Sblocca Italia" di piazzare in Sicilia due enormi inceneritori (
inceneritori e termovalorizzatori sono sinonimi in italiano, tant'è che in inglese vengono tradotti entrambi con "incinerator"), non possiamo che apprezzare la Sua determinazione manifestata contro tale ipotesi. Nella letteratura scientifica è infatti ampiamente documentata la nocività degli inceneritori per le popolazioni delle zone attigue, sia in termini di morbilità che di mortalità. Uno studio inglese rileva addirittura gravi ripercussioni sulla popolazione neonatale fino a 32 km dagli inceneritori . Gli studi più recenti confermano la pericolosità anche degli inceneritori più moderni, dotati di BAT (migliori tecnologie disponibili) : non esistono inceneritori a zero emissioni.
La combustione di rifiuti determina infatti necessariamente la formazione di centinaia di sostanze tossiche, che solo in parte vengono trattenute anche dai più moderni sistemi di abbattimento. Gli inquinanti più preoccupanti dei moderni inceneritori sono rappresentanti da diossine, PCB, furani, metalli pesanti e nanoparticelle (PM 0,1).

Naturalmente l’entità dell’impatto ambientale degli inceneritori è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati. Sacrosanta quindi la sua opposizione ai mega-inceneritori recentemente paventati.
Ma la combustione dei rifiuti non è pericolosa solo se avviene negli inceneritori classici. Dei rifiuti non tutto riesce a bruciare, c'è una frazione combustibile (circa il 60%) ed una non combustibile, che rimane incombusta. Negli ultimi tempi si è quindi pensato di separare la parte combustibile da quella incombustibile prima del conferimento negli inceneritori, ottenendo il cosiddetto CSS (Combustibile Solido Secondario). Quest’ultimo è “ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili, ecc.) dei rifiuti, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili”, come vetro, ferraglia ecc.., e dalla frazione umida, che abbassa il potere calorifero della combustione.

Ciò che è importante notare è che la combustione del CSS ha lo stesso impatto ambientale dei rifiuti dai quali si ottiene . Sia nell'uno che nell'altro caso, infatti, a bruciare sono sempre gli stessi materiali, ovvero i materiali combustibili dei rifiuti, con la formazione delle medesime sostanze tossiche. Il CSS quindi non costituisce affatto un "combustibile pulito". Anzi, per sua stessa definizione, contiene Cloro e Mercurio, in base alle cui concentrazioni viene classificato in varie sottoclassi, ognuna delle quali ne contiene comunque un certo quantitativo. La concentrazione del Cloro è indice di quanta diossina ed altri composti organici clorurati si formeranno durante la combustione. Il Mercurio è uno dei metalli pesanti, ma non certo l'unico, ad essere contenuto nei rifiuti ed ad essere liberato con la loro combustione.

Il CSS viene solitamente bruciato negli inceneritori, ma dal 2013 il decreto Clini ha stabilito che possa essere utilizzato anche come combustibile per cementifici e centrali elettriche.
Caro Presidente, non vorremmo quindi che quando Lei dice che è contrario ai due grandi inceneritori dello Sblocca Italia ma è favorevole alla conversione delle centrali elettriche intenda proprio avallare la conversione di queste ultime a CSS, perchè ciò significherebbe far rientrare dalla finestra ciò che si vorrebbe buttare fuori dalla porta. I rifiuti infatti sono un combustibile pericoloso per la salute (e per la spesa sanitaria!) sia se vengono bruciati tali e quali che sotto forma di CSS, e sia se vengono bruciati negli inceneritori che nelle centrali elettriche.

Si potrebbe pensare che il CSS, sebbene inquinante, possa almeno avere un senso in sostituzione dei combustibili fossili tradizionali che sono anch’essi inquinanti. Ma questo è un ragionamento fallace per vari motivi.
Innanzitutto perché la sostituzione dei combustibili fossili con il CSS introduce nuovi inquinanti classificati come “sicuramente cancerogeni” e che sono tra i più pericolosi in assoluto per la salute umana, vale a dire le diossine, il PCB ed i furani. Inoltre, come testimoniato da vari studi, tale sostituzione determina un massiccio incremento delle emissioni di metalli pesanti, specie di mercurio. Da ricordare che anche i metalli pesanti sono considerati potenti cancerogeni, oltre ad essere implicati nella genesi di innumerevoli patologie anche non tumorali.

Per di più neanche dal punto di vista della produzione energetica i rifiuti in generale ed il CSS in particolare possono essere considerati un’alternativa ai combustibili fossili, poichè hanno un rendimento energetico molto più basso.
Anche bruciare quantità di CSS enormi (con un conseguente impatto ambientale devastante) non produrrebbe che una piccola parte dell’energia normalmente prodotta in una centrale elettrica.
Prendiamo ad esempio il progetto di conversione della centrale elettrica di S.Filippo del Mela (ME). L’azienda che la gestisce, ovvero A2A/Edipower (una di quelle aziende che riproduce lo schema per il quale Lei ha spesso manifestato insofferenza, ovvero inquinamento in Sicilia e utili al Nord), ha manifestato l’intenzione di convertire tale centrale alla combustione di CSS. Questi i numeri del progetto presentato nei vari tavoli tecnici :
- 53,3 tonnellate di CSS da bruciare ogni ora, che equivalgono a ben 467 mila tonnellate ogni anno: una enormità addirittura ben superiore delle 350 mila tonnellate su cui dovrebbero viaggiare i due inceneritori proposti dal governo;

- emissione di 400.000 metri cubi di fumi ogni ora. Ogni metro cubo conterrà 50 pg di diossina, per un valore complessivo di 175 mg di diossina ogni anno (volendo prendere per buoni i dati forniti da A2A). Tanto per farsi un’idea sull’entità di tale cifra, la dose letale della diossina è di 0,001 mg pro kg se consideriamo la mortalità per intossicazioni acute, ma esplica cronicamente effetti mutageni e cancerogeni anche ad esposizioni molto inferiori . Altro che emissioni zero!

- Tutto questo a fronte di una produzione di appena 54 MWe l'ora contro i 1280 attualmente prodotti: vale a dire appena il 5% della produzione energetica attuale!

Risibile quindi l’idea che il CSS possa rappresentare una reale alternativa ai combustibili fossili.
Il ridimensionamento della produzione energetica potrebbe essere l’occasione per ridurre le emissioni in un’area come quella della Valle del Mela (nel cui intero comprensorio vivono circa 150 mila abitanti), già compromessa da decenni di inquinamento documentato da vari studi e dossier, tanto che è definita dalla stessa Regione Siciliana come Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale e dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare come Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche.
Anziché l’incenerimento del CSS, potrebbero trovare spazio le energie rinnovabili pulite, come il solare termodinamico, attività di ricerca scientifica, consulenza e start-up nel campo delle energie rinnovabili, centri di smistamento della raccolta differenziata (si è calcolato che il ciclo della raccolta differenziata produce 10 volte l’occupazione prodotta dagli inceneritori), ecc… Il CSS rappresenta invece la via più inquinante ed al contempo meno efficiente dal punto di vista energetico.

Perciò, sig. Presidente, visto che ha rigettato con forza l’ipotesi di questi due inceneritori da 350 mila tonnellate l’anno, non potrà che coerentemente rigettare anche l’ipotesi di bruciare 467 mila tonnellate di CSS l’anno. Specie in un territorio come quello di Milazzo e della Valle del Mela che invece merita migliori condizioni sanitarie ed ambientali e maggiori possibilità di sviluppo secondo le sue naturali vocazioni, turismo in primis, penalizzate dalle attività inquinanti.
Del resto pressoché tutti i consigli comunali della Valle del Mela (incluso quello di San Filippo del Mela), come anche la Consulta Ambiente del Comune di Milazzo, si sono già espressi ufficialmente contro il progetto in questione o comunque la combustione di rifiuti e derivati. Tredici Consigli Comunali del comprensorio hanno deliberato la netta contrarietà. Il numero di delibere è in crescita.
Recentemente anche la Regione Puglia ha dato parere negativo ad A2A che voleva convertire in parte a CSS la centrale elettrica a carbone di Brindisi Nord. Evidentemente la Regione Puglia ha ritenuto il CSS un combustibile persino peggiore del carbone (quindi un combustibile spazzatura, per l’appunto).

Esprimiamo invece apprezzamento per la Sua intenzione di incentivare i comuni a far cresce la raccolta differenziata, unica vera valorizzazione dei rifiuti e unica vera soluzione al problema.
Del resto né gli inceneritori né le centrali elettriche a CSS possono essere giustificati dall’emergenza rifiuti. Infatti, nella migliore delle ipotesi essi entreranno in funzione fra almeno 4-5 anni, secondo le stime della stessa A2A. Una soluzione all’emergenza potrebbe invece essere fornita, oltre che dal progressivo incremento della raccolta differenziata, anche da impianti di TMB concepiti in maniera alternativa all’incenerimento. Tali impianti potrebbero infatti servire a dimezzare da subito la quantità di rifiuti da conferire in discarica e, cosa ancora più importante, ad azzerarne il potere inquinante. Infatti il TMB è volto a separare la frazione secca da quella organica, responsabile della formazione di gas maleodoranti e del percolato che inquina le falde acquifere.
Il cosiddetto umido “sporco” così ottenuto può essere utilizzato per la produzione di metano tramite digestione anaerobica, mentre il secco residuo, dopo aver prelevato i materiali riciclabili, può essere o conferito in discarica con scarsissimo potere inquinante o, meglio ancora, utilizzato, come avviene nella virtuosa provincia di Treviso, per la produzione del “granulato plastico”, un materiale con ottime applicazioni in edilizia e nell’industria manifatturiera.
Restiamo a Sua disposizione per ulteriori chiarimenti.

Con cordialità e sperando che tenga duro contro le lobby che vorrebbero trasformare la Sicilia in un ricettacolo di sostanze tossiche

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