Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

PALERMO ACCOGLIE, CONTRO I MURI D’EUROPA LA MARCIA DEGLI SCALZI

Palermo, 06/09/2015 - Palermo sostiene l’appello di Venezia e giovedì 10 settembre, in anticipo sugli eventi promossi dalle altre città italiane, aderisce alla "Marcia delle donne e degli uomini scalzi" promuovendo una manifestazione di solidarietà ai popoli migranti che abbraccia tutta la nazione. Non è un semplice raduno: il capoluogo siciliano accoglierà quanti hanno deciso di schierarsi pubblicamente in sostegno dei rifugiati e dei richiedenti asilo vittime dei trafficanti, delle atrocità dei centri di detenzione e delle politiche migratorie focalizzate più sulla difesa dei confini che sulle vite umane.

Alla marcia, lanciata da personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e del giornalismo, stanno aderendo numerose altre associazioni e tante realtà della società civile italiana che si occupano dei diritti dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Tutti i firmatari dell'appello sono accomunati da un sentimento di solidarietà e da una prospettiva di pace e di convivenza. Vi sono idee in parte differenti sugli strumenti e le strategie. E per questa ragione, pubblichiamo i documenti appello degli “Scalzi” e del Forum Antirazzista di Palermo. Siamo convinti che si può e si deve camminare insieme.

Giovedì 10 settembre alle ore 19 da piazza Verdi, di fronte il Teatro Massimo, partirà una marcia a piedi nudi che condurrà fino al Porto di Palermo, in segno di solidarietà e di umiltà nei confronti di chi giunge lungo le coste siciliane denudato anche dei propri sogni e delle proprie speranze. Perché la migrazione richiede esattamente questo: spogliarsi della propria identità sperando di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei propri figli su un barcone e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che respinge, ma di cui si ha bisogno.

Le ragioni dei migranti passano di bocca in bocca attraverso mille distorsioni ma è incivile e disumano non ascoltarle. È proprio in questo momento storico che si decide cosa sarà del mondo in cui vivremo e per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte. Noi stiamo dalla parte degli scalzi. Dalle parte di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E dalla parte di chi non ha paura di accogliere. In allegato, oltre al comunicato stampa, anche i documenti appello degli “Scalzi” e del Forum Antirazzista di Palermo.
Tutti gli aggiornamenti sulla pagina Facebook: Marcia delle donne e degli uomini scalzi - Palermo
Per firmare l'appello degli scalzi: http://goo.gl/forms/DiVDyfg02f
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Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.
Come accadrà l’11 Settembre alla Mostra del cinema di Venezia, anche a Palermo, un
giorno prima, g iovedì 10 settembre, cammineremo scalzi. Sarà il primo dei nostri giovedì di
presidio in contemporanea a quelli della Rete Milano senza frontiere.
Scalzi, in segno di solidarietà e di umiltà di fronte al dolore della guerra e alla disperazione
della fuga. Ma pieni di indignazione contro le politiche europee che uccidono i bambini, le
donne e gli uomini anche quando sono riusciti a scappare dai loro paesi distrutti.
Aylan, un bimbo curdo di tre anni, venuto da Kobane e restituito senza vita, dal mare. Quel
cadavere piccolo e solo tra le braccia di un poliziotto turco su una spiaggia di frontiera ai
confini dell’Europa è l’immagine che rappresenta questa ottusa crudeltà, l’immagine
dell’ennesima vittima del fallimento delle politiche europee .

Stiamo decidendo cosa sarà il mondo in cui vivremo. Tra le due guerre mondiali del secolo
scorso, sull’indifferenza di fronte alla sorte dei profughi, degli apolidi, degli ebrei, dei rom,
delle persone omosessuali, si è costruita la storia di trent’anni di totalitarismi e fascismi, di
stermini e dittature, di odio indistinto che ha travolto il mondo.
Siamo a un nuovo giro di volta. Accogliere perché è giusto, accogliere perché è l’unica via
per restare umani e preservare anche il nostro futuro oltre a quello di chi arriva da altre
parti del mondo.

Aprire canali umanitari sicuri per cui i profughi possano raggiungere l’Europa all’interno di
un sistema comune di asilo significa sottrarre miliardi di dollari ai trafficanti e ai terroristi.
Significa permettere alle persone di arrivare non solo vive, ma con la loro dignità e le loro
risorse da investire insieme in un mondo comune. Significa combattere senza armi i nuovi
nazismi che stanno infettando il mondo, da Oriente a Occidente.

Non diventeremo più poveri per questo. La nostra povertà è frutto di precise decisioni
politiche ed economiche che nulla hanno a che vedere con la presenza di alcune centinaia
di migliaia di profughi, in un continente vecchio e talmente ipocrita da sfruttare poi milioni e
milioni di migranti per sostenere le economie sommerse dei principali settori produttivi.
Ma queste migrazioni sono utilizzate oggi in maniera scellerata e irresponsabile per
distogliere l’attenzione dalle vere cause della precarietà delle nostre vite. Gli impoveriti
d’Europa contro i poveri e i deboli del mondo. Sottraiamoci a questo gioco al massacro, N oi
camminiamo scalzi.

Giovedì 10 Settembre, 19.00 di fronte al Teatro Massimo , le nostre parole d’ordine
saranno:
1. L’apertura immediata di corridoi umanitari sicuri per chi fugge dalla guerra, dalle
catastrofi, dalle dittature, eliminando la necessità dei visti di ingresso verso l’Europa
per i profughi;
2. La chiusura di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti;
3. La creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa e la cancellazione del
regolamento di Dublino;
4. Un’accoglienza degna, libera dalla speculazione e il più possibile diffusa;
5. L’opposizione contro chiunque strumentalizzi la povertà e la paura delle persone per
fomentare odio e razzismo
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MARCIA DELLE DONNE
E DEGLI UOMINI SCALZI
È arrivato il momento di decidere da che parte stare. È vero che non ci sono soluzioni semplici e che
ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della
storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo
per poter sperare di vivere o di sopravvivere. È difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma
la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per
poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro
ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma
di cui tu hai bisogno.

Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere
coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.
La Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di
civiltà. È l'inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo
globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie
militari, religiose o economiche che siano.

Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle
ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace. Dare
rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i
diritti e le libertà di tutte e tutti . Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le
sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.
Giovedì 10 Settembre alle ore 19.00 da piazza Verdi lanciamo anche a Palermo la Marcia delle
Donne e degli Uomini Scalzi. In centinaia cammineremo scalzi nel cuore della città dirigendoci verso il
Porto. Invitiamo tutti ad organizzare una marcia in altre città d'Italia e d'Europa, per chiedere con forza i
primi quattro necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali :

1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.

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