Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

ARRESTI MESSINAMBIENTE: RIFONDAZIONE COMUNISTA PLAUDE ALL’AZIONE DI DENUNCIA PORTATA AVANTI DA ACCORINTI

Il segretario provinciale Prc Alfredo Crupi
Messina, 12/11/2015 – Rifondazione Comunista plaude all’azione di denuncia portata avanti da questa amministrazione che ha consentito alla magistratura di scoperchiare il calderone Messinambiente. Fermo restando che la verità giudiziaria sarà definita nelle sedi opportune e che fino a sentenza definitiva vale la presunzione di innocenza, pare che sul piano politico e morale si possano già trarre alcune indicazioni. In via preliminare, non possiamo esimerci dal rilevare che quanto avvenuto dimostra la fondatezza di quanto affermato da sempre dalla Federazione del Prc: non è attraverso la dichiarazione del dissesto, penalizzante per i cittadini e vero vulnus per la democrazia, che si possono svelare eventuali malefatte delle amministrazioni precedenti e delle partecipate a esse collegate, ma solo attraverso denunce mirate e documentate.

Quanto avvenuto fa dunque giustizia sommaria delle voci di chi accusava questa giunta di essere addirittura “incaricata” di coprire le malefatte del passato, ignorando il fatto banale che a tale scopo sarebbe stato molto più semplice, per quellichec’eranoprima, vincere le elezioni…
Per quanto riguarda lo specifico dell’inchiesta su Messinambiente, dovrebbe innanzi tutto essere chiaro, ai tanti Soloni sempre pronti a puntare il dito contro i lavoratori, che non era sul versante di chi fatica ogni giorno per portarsi a casa uno stipendio che bisognava cercare gli sprechi.
Quanto a questi si è parlato di costi gonfiati. Per la verità, sembrerebbe che in realtà i costi si siano mantenuti costanti ma il servizio sia andato deteriorandosi. Questa differenza è fondamentale per trarne le dovute conseguenze sul piano politico e sociale.

Ciò significa infatti che, una volta ripristinata la legalità, non ci si poteva attendere tanto una riduzione dei costi quanto un graduale ritorno in vita di un servizio che in pratica non esisteva più. Tra mille difficoltà, boicottaggi e sabotaggi. Questo, addirittura, poteva comportare, come in effetti ha comportato, che in tutta una prima fase i costi per acquisti legittimi e necessari potessero essere addirittura superiori a quelli del passato, perché occorrevaripristinare le condizioni minime di funzionamento, operando i necessari investimenti per mezzi, carburante, cassonetti, manutenzione, at-trezzature, materiali, ecc., tali da ricostituire una condizione operativa che non era stata azzerata ma ridotta sotto zero con le esternalizzazioni (onerose) ai privati.

Un poco di rossore per la vergogna dovrebbe dunque venire a quanti in questi mesi hanno sistematicamente puntato l’indice contro le presunte “spese folli” di Ciacci, il quale, invece, ha percepito uno stipendio assolutamente inferiore a tutti i suoi predecessori e si è adoperato per risanare un sistema malato e costruire una prospettiva di funzionamento razionale e sostenibile per la raccolta differenziata, al netto delle possibili diverse valutazioni sulla controversa scelta di allocare nel sito di Pace la piattaforma per l’impianto di biostabilizzazione, poi risolta dall’intervento dei Beni Culturali.
Adesso il film che abbiamo visto è chiaro a chiunque abbia voglia di capire: abbiamo visto tantissimi personaggi che hanno taciuto per anni, consiglieri che hanno bocciato la proposta di istituire una commissione d’inchiesta sulla gestione dei rifiuti, a suo tempo avanzata dai consiglieri di Cambiamo Messina dal basso, che si sono svegliati improvvisamente, dando prova di grande solerzia nell’opera di delegittimazione di Ciacci e nel mettergli sistematicamente i bastoni tra le ruote.
Rifondazione ritiene che ciò sia avvenuto non certo per un ritrovato spirito moralizzatore ma perché evidentemente la gestione Ciacci aveva messo in discussione privilegi consolidati e dato fastidio a troppi interessi costituiti.

Rifondazione Comunista auspica che si prosegua su un rinnovato sentiero virtuoso in cui, nel quadro di una attenta programmazione, si riescano a coniugare efficienza del servizio, salvaguardia dell’ambiente, rispetto dei diritti dei lavoratori e riduzione dei costi per l’utenza.

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