Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

“IO NON TACCIO. L’ITALIA DELL’INFORMAZIONE CHE DÀ FASTIDIO”, A MESSINA IL LIBRO VINCITORE DEL PREMIO PAOLO BORSELLINO 2015

Messina, 27/12/2015 – Si terrà domani lunedì 28 dicembre alle ore 16.30 al Feltrinelli Point Messina la presentazione di “Io non taccio. L’Italia dell’informazione che dà fastidio” (Edizioni Centoautori), il libro vincitore del premio Paolo Borsellino 2015, scritto da otto giornalisti. A presentarlo sarà uno degli otto coautori, Paolo Borrometi, giornalista siciliano di Ragusa che per il suo lavoro di inchiesta nel giornale on line di cui è direttore, “laspia.it”, ha subíto minacce, intimidazioni e aggressoni fisiche. Da un anno Borrometi vive sotto scorta. Assieme a Borrometi dialogheranno le giornaliste messinesi Rosaria Brancato (Tempostretto.it) e Gisella Cicció (Rtp) entrambe al centro di una campagna di intimidazioni e minacce attraverso i social network, che nelle scorse settimane è stata oggetto di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura.

Nel libro scritto da otto giornalisti – donne e uomini che vivono e lavorano nel Nord e nel Sud del Paese, nelle grandi città o nella provincia italiana – "si racconta un’Italia prepotente e non di rado mafiosa, dove la corruzione che attraversa ogni settore della vita pubblica e sociale, trova indigesta la libera informazione. Che in molti casi e in molti territori dove maggiore è l’incidenza delle mafie e la collusione con politica e istituzioni, l’informazione stessa diventa un diritto negato tanto per chi la produce, quanto per chi la fruisce. Nelle storie degli otto giornalisti che ogni giorno rischiano la vita o la collaborazione da precari e freelance, - è senza contratto la maggioranza della categoria - c’è un’impetuosa fotografia del Paese da una parte, e tutta la passione per questa professione, dall’altra. Una professione che per etica e deontologia ha il suo fondamento proprio nella libertà di potere e dovere raccontare i fatti. Quello che per coerenza e per passione, ognuno in un pezzo di Italia, gli otto autori e autrici del libro hanno fatto subendone minacce, aggressioni, intimidazioni, danneggiamenti e isolamenti. Querele per diffamazione a scopo intimidatorio con esose richieste di risarcimenti economci.

Una condizione quella di chi sceglie di essere 'giornalista giornalista' come diceva Giancarlo Siani (collaboratore de 'Il Mattino' di Napoli ucciso dalla camorra nel ’83), che in un anno (2013-2014) ha fatto perdere all’Italia 24 posizioni nella classifica sulla libertà di stampa nel mondo, stilata come ogni anno da Reporter senza frontiere. Il nostro paese è al 73mo posto, tra la Moldavia e il Nicaragua. In Italia stando al dato aggiornato al 21 dicembre 2015 da Ossigeno per l’Informazione che '(…)nei primi 355 giorni del 2015 ha documentato minacce a 376 giornalisti e ha inoltre reso note minacce ad altri 116 giornalisti per episodi degli anni precedenti conosciuti dall’Osservatorio solo adesso. In tutta Italia dal 2006 a oggi sono 2637 i giornalisti minacciati. In Sicilia sono 36 (…)'. fonte www.ossigenoinformazione.it. 'Io non taccio' pubblicato nella collana 'Fatti e Misfatti' diretta dal giornalista e scrittore Nico Pirozzi, è un racconto corale e condiviso sulla difficoltà a svolgere il proprio mestiere là dove si decide di vivere e lavorare, raccontando i luoghi in cui malaffare, criminalità e mala politica farebbero volentieri a meno di una stampa libera e di giornalisti con la schiena dritta. Ma è anche un libro che conferma l’impegno civile della Edizioni CentoAutori, piccola casa editrice di Villaricca al confine con il quartiere Scampia di Napoli, che nel suo catalogo di libri di inchiesta e denuncia ha anche “Il Casalese -Ascesa e tramonto di un leader di Terra di lavoro”, biografia non autorizzata sull’ex sottosegretario all’Economia dell’ultimo governo Berlusconi (Nicola Cosentino), libro vincitore di numerosi premi giornalistici".

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