1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

SQUALI, LA PIÙ GRANDE MATTANZA: UN GRIDO D’ALLARME DA MESSINA

Un grido d’allarme per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema troppo spesso sottovalutato ed ignorato. È questo l’intento di Jessica Gangemi, Dott.ssa in Biologia ed Ecologia Marina, che da anni studia e monitora il crudele fenomeno della mattanza degli squali



MESSINA, 23 Dicembre 2015 – Prende il nome di “FINNING” la tecnica utilizzata per l’asportazione delle pinne di squalo; volgarmente detta spinnamento, si tratta di una pratica particolarmente diffusa per diversi motivi: in gran parte a causa della vulnerabilità intrinseca di queste pinne, ma anche per una domanda crescente nel mercato asiatico per uso alimentare.
La pratica del finning è aumentata vertiginosamente negli anni ’90 e nasce per le tradizioni e credenze culturali cinesi sulla zuppa di pinne di squalo, che oltre ad essere considerata una prelibatezza, ha funzioni terapeutiche. I sottili e trasparenti raggi simili a spaghetti estratti dalle pinne degli squali, sono l’ingrediente essenziale della zuppa. Nella città di Hong-Kong, una porzione di zuppa può costare dai 70,00 ai 100,00 euro circa. Hong Kong è considerata la punta del diamante in fatto di stragi di squali e a seguire l’isola di Taiwan. Questo scempio, causa la morte di circa 273 milioni di esemplari all’anno.

Come avviene il finning?

Le specie vengono catturate nell’Oceano Pacifico mediante il palangaro, un attrezzo di pesca costituito da un lungo e robusto cavo detto trave, da cui si dipartono numerosi braccioli più sottili, ognuno dei quali porta un amo armato di esca.
Una volta abboccato l’amo, questi selacei, vengono arpionati e issati sul peschereccio, quindi sacrificati asportando loro pinne pettorali, dorsali e caudali, qualche volta anche le pelviche, causando profonde emorragie. Della pinna caudale (coda) viene rimosso solo il lobo inferiore perché contiene filamenti molto densi ed è particolarmente costoso.
Ancora sanguinanti e vivi vengono rigettati in mare destinati ad una morte lenta e sofferente. Una volta in mare, vanno a finire sui fondali, ed essendo inermi, fungono da cibo per altri predatori. Questo consente ai pescatori di non avere le imbarcazioni piene di carcasse ingombranti; più raramente in altri casi i membri dell’equipaggio non gettano la carcassa in mare, ma decapitano l’animale ancora vivo, vendendolo poi al mercato nazionale, spacciandolo per altre specie di pesce. Ovviamente tutto ciò avviene senza tener conto dell’età dello squalo o della taglia.
Vengono effettuati diversi tipi di taglio per preparare le pinne congelate o essiccate all’aria per le esportazioni. Per le pinne essiccate, gli acquirenti preferiscono che venga rimossa tutta la carne usando un taglio a “mezza luna”, che minimizza la quantità di cartilagine e di polpa sulla pinna.
Invece tagli sommari e poco precisi aumentano significativamente il rapporto di peso tra pinne e carcasse e potrebbero essere fatti intenzionalmente, in considerazione del fatto che un peso maggiore comporta un prezzo maggiore. In realtà, i tagli sommari riducono il valore delle pinne così come della carne degli squali e aumentano il costo di lavorazione.

Le battute di pesca avvengono nei mesi di marzo-aprile, giugno-luglio, settembre-ottobre e le specie più a rischio sono: lo Squalo Blu (Prionace glauca), lo Squalo Martello (Sphyrna lewini) e lo Squalo Mako (Isurus oxyrinchus), poiché il valore delle pinne varia a seconda della misura, quelle di questi soggetti sono abbastanza grandi e di conseguenza contengono raggi più lunghi e di maggior valore economico.

«L’incessante barbaria, a cui sono sottoposte queste specie ormai rare e molto affascinanti, potrebbe essere arrestata -sostiene la dott. Gangemi- considerando che sono all’apice della catena trofica e quindi top predator per eccellenza, di conseguenza detengono nei tessuti un’elevata concentrazione di metalli pesanti, tra cui il mercurio, per cui può causare sterilità a chi se ne ciba.
Oltre a queste gravi conseguenze, non ci si deve dimenticare che tutto ciò provoca un declino demografico e quindi l’estinzione sempre più prossima di questa fauna marina.
Per rafforzare la conservazione di questi esemplari, - continua - si dovrebbero attuare una serie di politiche, che esemplificano una corretta gestione precauzionale delle specie in via di estinzione, questo potrebbe servire da modello per migliorare gli sforzi di conservazione a livello internazionale.
Alcune giurisdizioni, -spiega infine la dott. Jessica Gangemi- come il Canada, l’Australia, l’Europa e l’America, hanno introdotto una legislazione anti-finning. Negli Stati Uniti ad esempio è stata emanata una legge nel 2002, la Shark Finning Prohibition (SFPA) che vieta l’asportazione delle pinne in squali ancora vivi, ma nonostante questo, la pratica continua in altre aree del mondo.»

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