Ponte sullo Stretto di Messina, Ciucci: Il via libera del Cipess è previsto a giugno

PONTE STRETTO, AD CIUCCI: AVVIO LAVORI IN ESTATE: " Il via libera del Cipess è previsto a giugno e consentirà di potere avviare la progettazione esecutiva e il programma delle opere anticipate, quali accantieramento, bonifica da ordigni bellici, indagini archeologiche e, in maniera graduale, le procedure espropriative. " Roma, 12 aprile 2025 - L’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, intervistato dal nuovo settimanale economico “Moneta”, traccia lo stato di avanzamento del ponte sullo Stretto di Messina. Nell’intervista, Ciucci ha ricordato lo stato dell’iter - che lo scorso mercoledì ha registrato l’approvazione del report IROPI dal Consiglio dei Ministri – mentre sono in corso di predisposizione le comunicazioni al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione Europea per gli aspetti relativi alla valutazione di incidenza ambientale. Tali procedure verranno concluse dopo Pasqua.   Il via libera del Cipess, che avrà luogo a valle dell’intero iter autorizz...

‘STOP ALLE FRATTURE’: I CONSIGLI DEGLI SPECIALISTI SICILIANI CONTRO LA FRAGILITA’ OSSEA

Dal 100° Congresso della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, i Proff. Giuseppe Sessa e Michele D’Arienzo sensibilizzano la
popolazione femminile siciliana sui rischi legati alle fratture da fragilità ossea, conseguenza più temuta dell’osteoporosi severa

Palermo e Catania, 9 dicembre 2015 – Si è recentemente chiuso il 100° anniversario del Congresso SIOT che, quest’anno, ha visto come uno dei temi portanti la fragilità scheletrica nelle osteopatie metaboliche. La fragilità ossea è una conseguenza dell’osteoporosi severa, ossia quando quest’ultima è causa di una o più fratture, che possono avvenire anche per un minimo sforzo, come il sollevamento di un vaso di fiori, la torsione del busto o un saltello.

In Italia, la fragilità ossea è responsabile di oltre 280.000 fratture[1] e, in Sicilia, se ne verificano oltre 19.000 all’anno, di cui i 2/3 nelle sole Palermo e Catania. Questo numero, però rimane sottostimato, in quanto include soprattutto le fratture di femore, mentre le fratture vertebrali e del polso non sempre vengono registrate.

L’osteoporosi è una malattia di genere, con un’incidenza maggiore nel sesso femminile, rispetto a quello maschile (rapporto 3:1), e con un’insorgenza dai 50 in poi. Si tratta di una patologia sistemica dell'apparato scheletrico, caratterizzata da un aumentato rischio di frattura, sia per una bassa densità minerale ossea, sia per un deterioramento del tessuto osseo che, come tutto il nostro organismo, è destinato ad invecchiare. Per questi motivi le ossa diventano più fragili e vulnerabili.

«La fragilità ossea è una patologia degenerativa dell’osso che, se non opportunamente trattata, evolve e peggiora – dichiara il prof. Giuseppe Sessa, Professore ordinario di ortopedia e Direttore della Clinica ortopedica dell’Università degli Studi di Catania, oltre che Vice Presidente della SIOT, una tra le sei Società Scientifiche a firmare la Campagna “Stop alle Fratture – Per questo motivo, è fondamentale che le pazienti vengano visitate da uno specialista, che possa intervenire per prevenire un’ulteriore frattura. Presso il reparto di ortopedia, infatti, generalmente arrivano le pazienti che hanno subìto una frattura di femore, che rappresenta un evento fortemente traumatico, mentre le fratture del polso o delle vertebre vengono trattati in Pronto Soccorso o da un Medico di Medicina Generale. Questo significa, soprattutto, che molte pazienti che dovrebbero venire inserite in un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), in seguito ad una frattura, non hanno questa possibilità e, quindi, rischiano di incorrere in una seconda frattura, possibilmente più grave della prima».

Altri aspetti importanti, per evitare un’ulteriore frattura, oltre ad un corretto PDTA, sono la conoscenza e la prevenzione dei fattori di rischio, l’aderenza alla terapia prescritta e un corretto follow-up con controlli periodici.

«La frattura del collo del femore è una delle conseguenze più temute della fragilità ossea – spiega il Prof. Michele D’Arienzo, Professore Ordinario e Direttore della Clinica Ortopedica dell'Università di Palermo – Essa, infatti, comporta importanti conseguenze: dal ricovero per l’intervento chirurgico, a prolungati periodi di immobilità, fino a diventare spesso causa di invalidità con perdita del tutto, o in parte, dell’autonomia funzionale. E’ fondamentale, quindi, che la paziente faccia tutto il necessario per evitarla, assumendo correttamente la terapia prescritta e mettendo in atto semplici misure preventive quotidiane. La maggior parte di queste fratture, infatti, avvengono in casa, per via di inciampi in tappeti, mobili o animali domestici, soprattutto di notte. Questo rischio, infatti, viene aumentato anche dall’età di chi è affetto da fragilità ossea, e dall’eventuale assunzione di farmaci, quali antidepressivi o sonniferi, che diminuiscono il controllo sui propri movimenti e il livello di attenzione».

RICONOSCERE E PREVENIRE LE FRATTURE DA FRAGILITÀ
Dai 50 anni di età, per ogni donna è fondamentale conoscere il proprio rischio fratturativo. Sul sito www.stopallefratture.it è disponibile il Defra Test online, test di autodiagnosi per valutare il rischio personale di fratturarsi nei successivi 10 anni (basso, medio, elevato, molto elevato). A seconda del risultato ottenuto, verranno indicate, per tutte, raccomandazioni e consigli su come prevenire eventuali fratture da fragilità.

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LA CAMPAGNA “STOP ALLE FRATTURE”
‘Stop Alle Fratture’ è un’iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta alle donne sopra i 50 anni di età per informarle sulle possibili conseguenze dovute alla fragilità scheletrica. L’iniziativa vede il coinvolgimento di prestigiose società scientifiche come la SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), la SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), la SIR (Società Italiana di Reumatologia), l’ORTOMED (Società Italiana di Ortopedia e Medicina) e il GISOOS (Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa) e, da quest’anno, anche il GISMO (Gruppo Italiano di Studio Malattie Metabolismo Osseo).

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