Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

CORTE DEI CONTI, INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2016: SPENDING REVIEW, PIÙ DI IERI MENO DI DOMANI

Corte dei Conti: la Cerimonia d’inaugurazione dell'anno giudiziario 2016, giovedì 18 febbraio 2016. Nell'Aula delle Sezioni Riunite della Corte dei conti di Roma alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche Istituzionali, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2016. Il Presidente della Corte dei conti Raffaele Squitieri, ha svolto la relazione sull'attività della Corte nel 2015. A seguire l'intervento del Procuratore Generale Martino Colella

18 febbraio 2016 - Così il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, che aggiunge: “sono state applicate, inoltre, al comparto regionale, le disposizioni sul controllo dei bilanci preventivi e consuntivi degli Enti locali e del Servizio Sanitario Nazionale, anche con riferimento agli enti ubicati nelle Regioni a statuto speciale”.
La spending review ha effetti parziali e ha posto solo sullo sfondo il tema essenziale dell'interrelazione con la qualità dei servizi aprendo la strada invece a operazioni meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni alla collettività. Si sono esauriti “i margini di flessibilità acquisiti in sede europea” e rallenta la flessione del deficit. Tra le condizioni indicate per la ripresa ci sono gli investimenti pubblici, ma spesso “le illegalità trovano nella complessità e nella moltiplicazione delle leggi spazi fertili”.
“Nel nuovo quadro dei controlli sono state estese alle Regioni a statuto ordinario le disposizioni sul giudizio di parificazione del rendiconto generale dello Stato, istituto già da tempo applicato nelle Regioni ad autonomia differenziata in forza delle rispettive norme statutarie, ad eccezione della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste”.
Particolari verifiche sono state condotte sulla situazione nelle Regioni sottoposte a Piano di rientro dall’eccesso di deficit sanitario.
Il settore sanitario ha beneficiato, in buona misura, delle anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti pregressi, “ma la non corretta contabilizzazione, sulla quale è intervenuta la sentenza n. 181/2015 della Corte costituzionale, ha finito, talora, per provocare nuova spesa corrente e disavanzi dei bilanci regionali”.
La Corte dei Conti segnala anche in merito ai controlli sui servizi sanitari, che “l’analisi ha fatto emergere alcune criticità diffuse sull’intero territorio nazionale quali, ad esempio, l’adozione in ritardo dei bilanci di esercizio, che disattende la tempistica prevista a livello nazionale e regionale, nonché la scarsa attenzione al bilancio preventivo, che avendo natura di budget previsionale, si pone quale strumento fondamentale per la programmazione e il controllo dei costi”.





INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2016

Signor Presidente della Repubblica,

è un onore per la Corte tutta che Ella abbia voluto essere presente a
questa cerimonia inaugurale. È, per noi, il segno tangibile della Sua
particolare, costante attenzione alle funzioni svolte da questa
Magistratura, nell’interesse del Paese.
Saluto e ringrazio i rappresentanti della Presidenza del Senato e
della Presidenza della Camera dei deputati, il rappresentante del
Presidente del Consiglio, il Collega rappresentante della Corte
costituzionale e i Ministri del Governo.
Rivolgo il mio grato benvenuto all’Ambasciatore della Germania ed
agli esponenti degli enti territoriali, agli Onorevoli parlamentari ed ai
rappresentanti delle Autorità indipendenti.
Un particolare saluto rivolgo al Vice Presidente del Consiglio
Superiore della Magistratura, al Primo Presidente della Suprema Corte di
Cassazione, al Presidente del Consiglio di Stato e all’Avvocato generale
dello Stato, ai Colleghi delle altre magistrature ed a tutte le autorità civili,
militari e religiose che hanno voluto onorare l'odierna cerimonia con la
loro partecipazione.
Estendo il saluto ai miei predecessori, al Procuratore generale, ai
membri di questo Collegio, al Consiglio di Presidenza, all’Associazione dei
Magistrati della Corte dei conti, ai Colleghi, ai dipendenti tutti del nostro
Istituto, che particolarmente ringrazio per la qualificata, fattiva
collaborazione.
Caramente saluto i Presidenti e i Procuratori regionali, invitati oggi
in rappresentanza degli uffici giudiziari e di controllo territoriali.
Un saluto, infine, a tutti i gentili ospiti qui intervenuti.
Nell’anno che si è appena concluso, la Corte ha visto espandersi,
anche in nuove direzioni, il proprio ruolo di tutela della finanza
pubblica, sotto il duplice profilo degli equilibri di bilancio e della
prevenzione e repressione dei danni erariali.
Un ruolo di rilievo costituzionale, che negli ultimi anni è stato
sollecitato e sostenuto anche dalla Commissione europea,
particolarmente interessata a che un’istituzione “terza” e indipendente
svolga una funzione di garanzia sui conti pubblici, a partire dalla
richiesta validazione sulla qualità e sull’attendibilità dei dati di bilancio
di tutte le amministrazioni pubbliche.

Pur nella rassicurante acquisizione di un’economia italiana ormai
uscita dalla recessione connessa alla crisi del debito sovrano, le vicende
più recenti confermano il permanere di un quadro ad alto contenuto di
incertezza, soprattutto avendo riguardo allo scenario internazionale.
Si registrano significative revisioni al ribasso delle stime sulle
prospettive di crescita economica dei mercati avanzati e, ancora di più,
dei Paesi emergenti e maggiore cautela nelle valutazioni sui tassi
d’interesse.
Del resto, fattori di segno opposto – e non al riparo da possibili
inversioni di tendenza – operano sui fatti economici e sulle aspettative
degli operatori: da un lato, il freno prodotto dalla minore dinamica della
domanda mondiale e dalle turbolenze dei mercati finanziari e dei
cambi; dall’altro, il sostegno alla domanda interna dei paesi
importatori, come l’Italia, derivante dalla caduta dei prezzi di petrolio e
materie prime.
Ma, forse, l’eventualità più rischiosa è che, al rallentamento del ciclo
economico, si accompagni ancora una fase prolungata di bassa
inflazione, per contrastare la quale la BCE ha di recente deciso la
continuazione ed il rafforzamento delle immissioni di liquidità nel
sistema.
Bassa crescita del prodotto e inflazione ai minimi storici
rappresenterebbero, infatti, una combinazione particolarmente
sfavorevole, soprattutto per i Paesi, come il nostro, impegnati in un
difficile percorso di convergenza verso il riequilibrio dei conti e di
riduzione del debito pubblico.
Con le due ultime leggi di stabilità, l’obiettivo esplicito del Governo
è stato quello di puntare al consolidamento della ripresa economica –
ancora troppo fragile - attraverso interventi mirati di sostegno della
domanda interna di consumo e di investimento, finanziati anche in
disavanzo, ma nel rispetto del profilo di graduale riduzione del
rapporto indebitamento/Pil e del debito pubblico.
I margini di flessibilità acquisiti in sede europea sono interamente
utilizzati nella manovra di finanza pubblica per il 2016.
In tal modo si mantiene il profilo discendente del deficit dei conti
pubblici che, tuttavia, assume una cadenza più rallentata, restando,
comunque, al di sotto della soglia del 3 per cento.

Una scelta che, implicitamente, assegna un ruolo importante –
anche con riguardo ai vincoli di finanza pubblica - alla maggiore
espansione del prodotto nominale, favorita proprio dagli interventi
proposti.
Il potenziamento della ripresa economica, che i pur contraddittori
indicatori congiunturali sembrano segnalare, è affidato a misure dirette
ad incrementare il reddito disponibile delle famiglie ed a ridurre gli
oneri che gravano sulle imprese.
Una particolare attenzione è poi riservata agli investimenti pubblici
in infrastrutture, per i quali l’intento dichiarato è di invertire una
tendenza, ormai pluriennale, verso un continuo declino.
Sulla materia, la Corte dei conti ha riferito in occasione
dell’audizione del 3 novembre 2015 presso le Commissioni Bilancio
riunite del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.
L’esperienza degli ultimi anni dimostra che le azioni volte al
riassorbimento delle spese in eccesso hanno sottoposto le
amministrazioni centrali e territoriali ad un delicato compito di
ricalibrazione degli interventi.

L’analisi dei documenti programmatici per il 2016 consente di
prefigurare un particolare impegno del nostro Paese nel riorientare la
spesa verso quella in conto capitale.
Recuperare adeguati livelli di intervento pubblico nel campo delle
opere non rappresenta solo una condizione chiave per il rispetto della
clausola europea sugli investimenti richiesta dal Governo, ma
costituisce anche, e soprattutto, la condizione per ottenere adeguati
livelli di crescita, riassorbendo un ritardo nelle dotazioni
infrastrutturali che rischia di incidere sul potenziale competitivo del
Paese.
***
Per i prossimi anni il profilo programmatico di riequilibrio della
finanza pubblica resta impegnativo.
Esso, dunque, ripropone con forza la tematica della "spending
review".
Va ribadito che, nel periodo successivo all'esplosione della crisi
mondiale, la dinamica della spesa pubblica in Italia ha subìto una netta
decelerazione - che, per alcune componenti della spesa, si è risolta
persino in una riduzione assoluta dei livelli - rispetto alla continua e
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sostenuta espansione che aveva contrassegnato l'intero arco degli anni
duemila.
Ma la Corte è dell'avviso che il parziale insuccesso o, comunque, le
difficoltà incontrate dagli interventi successivi di "revisione della
spesa" siano anche imputabili ad una non ottimale costruzione di basi
conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che
caratterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di
taglio.

Ciò ha generato, nel dibattito di politica economica, proposte di
razionalizzazione che non offrono più scorciatoie percorribili in
direzione di un'efficace spending review e che sembrano porre solo sullo
sfondo il tema essenziale dell'interrelazione tra spesa pubblica e qualità
dei servizi resi alla collettività, in nome della priorità assegnata
all'obiettivo di riequilibrio dei conti.
In altri termini, i risultati conseguiti - che sono importanti a livello
di dati aggregati - nascondono i segni delle rigidità e delle difficoltà
incontrate nella scelta delle modalità di contenimento della spesa.
Il sacrificio degli investimenti pubblici - un punto su cui il Governo
sta ponendo una attenzione particolare - è una prima evidenza che
emerge dall'esperienza degli ultimi anni e che testimonia un risultato
molto sbilanciato nella composizione tra spesa corrente e spesa in
conto capitale.

Ma di pari importanza è l'osservazione secondo la quale il
contributo al contenimento della spesa non è più solo riconducibile ad
effettivi interventi di razionalizzazione e di efficientamento di strutture
e servizi, quanto, piuttosto, ad operazioni assai meno mirate di
contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività.
Dai tagli operati è, dunque, derivato un progressivo offuscamento
delle caratteristiche dei servizi che il cittadino può e deve aspettarsi
dall'intervento pubblico cui è chiamato a contribuire.
Queste contraddizioni appaiono, naturalmente, più stridenti sul
fronte degli enti territoriali.
Così, per le regioni, al netto di quanto destinato al finanziamento
della spesa sanitaria, si evidenzia come il progressivo taglio delle
risorse disponibili si sia tradotto in una modifica del rilievo delle
funzioni svolte, con caratteristiche diverse tra regioni, e come ciò stia
progressivamente portando a delineare particolari modelli territoriali
e diversità di accesso dei cittadini ai servizi.

Differenze rese meno percepibili dalla mancanza in tutti i settori,
tranne in sanità, di chiari elementi distintivi sulla qualità dei servizi che
il cittadino può attendersi dal pubblico.
Nei prossimi anni i margini di risparmio dal lato delle spese
potrebbero rivelarsi limitati, anche in considerazione dei risultati
importanti già conseguiti dopo l'avvio della crisi economica
internazionale. Ciò, va ribadito, in un quadro prospettico di finanza
pubblica che impone ancora di trovare spazi per correzioni non
marginali della spesa, anche allo scopo di consentire di affrontare la
questione complessa del carico fiscale.

Queste considerazioni hanno indotto la Corte ad approfondire il
tema della revisione della spesa per offrire un contributo informativo
utile a meglio orientare le scelte di ulteriore contenimento.
Su questo tema l’Istituto sta ultimando un Rapporto che entro il
mese di marzo sarà posto a disposizione del Parlamento.
Si tratta di una verifica che potrà rivelarsi utile anche per valutare
la razionalità degli assetti che si vanno affermando, con riguardo, da un
lato, ai costi che gravano sulla finanza pubblica e, dall’altro, ai riflessi
sulla qualità dei servizi resi alla collettività.
Tale azione si accompagna alla consueta ed istituzionale funzione
di controllo e verifica dell’efficacia di specifiche misure assunte dalle
Amministrazioni.
Sul punto posso rammentare che, nell’ambito dell’attività di
controllo sulla gestione, più di un’indagine è stata dedicata alla verifica
del seguito dato dalle Amministrazioni statali a misure di spending
review.
La Corte, comunque, continuerà a svolgere un ruolo di stimolo e di
proposta con riferimento a specifici settori che presentano profili di
criticità.
Ricordo, ad esempio, che nel corso del 2015 frequenti sono stati gli
interventi del nostro Istituto sul tema delle società partecipate.
Sul versante del controllo, è stata condotta - ponendola a
disposizione delle Autorità legislative e di Governo - una specifica
indagine sui profili economici e finanziari degli organismi partecipati
dagli enti territoriali, anche con riferimento all’impatto che le
esternalizzazioni hanno avuto sui bilanci degli enti partecipanti.
Per citare solo alcuni dei dati più significativi: meno del 20 per
cento dei Comuni ha dichiarato di non possedere partecipazioni; di
queste, poco più di un terzo riguarda i servizi pubblici locali, pur
rappresentando una parte significativa del valore della produzione (più
del 70 per cento dell’importo complessivo); netta è la prevalenza degli
affidamenti in house, essendo risultato irrisorio il numero di servizi
affidati con gara (meno di 100 ad impresa terza e circa 400 a società
mista, su un totale di oltre 26 mila).
L’azione condotta nel settore dalle Sezioni Regionali di controllo ha,
inoltre, posto in luce che le maggiori criticità inerenti la gestione degli
organismi partecipati sono determinate dalla insoddisfacente
configurazione dei rapporti finanziari intercorrenti tra questi ultimi e
gli enti partecipanti.
Sul versante della giurisdizione, sempre in materia di società
partecipate, l’Istituto ha più volte sottolineato la necessità di sopperire
a lacune che, sovente, hanno provocato incertezze ed oscillazioni
giurisprudenziali nel riparto della giurisdizione di responsabilità tra
giudici ordinari e contabili.
I numerosi approdi giurisprudenziali, anche della Suprema Corte,
sviluppatisi nel corso del tempo, non hanno consentito di raggiungere
un grado di stabilizzazione tale da assicurare certezza del diritto e
agevole individuazione della “regula iuris” da applicare nelle varie e
concrete fattispecie.
La diffusa consapevolezza della necessità di una più accurata
regolazione dei presupposti di assoggettamento al controllo ed alla
giurisdizione contabile delle società di diritto privato che impiegano
ingenti capitali pubblici, fa sì che la Corte guardi con favore l’intervento
del legislatore che ha delegato il Governo al “riordino della disciplina
delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche”.
***
Nell’ottica della razionalizzazione della spesa pubblica, la Corte ha
posto particolare attenzione anche al settore dell’attività negoziale
delle Amministrazioni, segnalando, tra l’altro, l’anomalia relativa
all’ingente numero di stazioni appaltanti.
Ben vengano, pertanto, le norme che hanno introdotto la nuova
figura dei “soggetti aggregatori” per l’acquisizione di beni e servizi.
Ed in tema di attività contrattuale, terreno considerato ad alto
rischio dalle normative sulla prevenzione della corruzione, rammento
anche che Corte dei conti ed ANAC hanno sottoscritto, nel maggio del
2015, uno specifico protocollo di intesa per coordinare le azioni dei due
Istituti.
In particolare, nell’intento di contribuire ad arginare un
meccanismo criminale che, per numero di soggetti coinvolti e
dispersione di risorse pubbliche, si riflette negativamente
sull’economia nazionale, è stata prevista l’adozione di iniziative
comuni, quali l’individuazione e la condivisione di indicatori di illeciti,
ottimizzando l’utilizzo dei sistemi informativi.
Anche a livello internazionale, alla materia dell’etica e della lotta
alla corruzione la Corte ha riservato particolare rilevanza. Tra le tante
iniziative assunte nel settore, ricordo il VI meeting della Task Force
dell’EUROSAI su Audit & Ethics, organizzato a Roma nell’aprile dello
scorso anno, nel quale è stato affrontato il tema della lotta alla
corruzione e del ruolo importante che, in tale ambito, possono svolgere
le Istituzioni Superiori di controllo.
Ma deve ancora una volta essere sottolineato che, particolarmente
efficace si è rivelata, come sempre, la costante, impegnativa azione delle
Procure e delle Sezioni giurisdizionali volta a perseguire i responsabili
di fatti di mala gestio dai quali siano derivate conseguenze dannose per
la finanza pubblica. Azione, come in più occasioni ho osservato, ampia
ed incisiva, anche per l’effetto di deterrenza che le istruttorie e le
sentenze di condanna della Corte di conti determinano.
***
L'efficiente funzionamento della macchina della giustizia, quale
strumento principe di contrasto delle illegalità, costituisce un elemento
decisivo per contribuire allo sviluppo ed alla crescita del Paese.
Occorrono, a tal fine, norme chiare e non stratificate in apparati
complicati, alla cui mancanza spesso deve supplire l'impegno dei
magistrati nell'individuare soluzioni, anche organizzative, atte a
rendere più snella e rapida l'applicazione processuale.
Più volte mi sono detto convinto che le illegalità trovano nella
complessità e nella moltiplicazione delle leggi, spazi più fertili per fare
presa, piuttosto che presidi od ostacoli al loro diffondersi.
In quest’ottica, particolare rilievo assume la delega contenuta
nella legge n. 124/2015 (c.d. legge Madia), che, in sintesi, prevede il
riassetto, in un unico provvedimento normativo, di tutte le tipologie di
giudizi contabili, compresi quelli pensionistici, di conto e “ad istanza di
parte”.
Nel fissare i principi ed i margini cui dovrà attenersi il legislatore
delegato, significativi appaiono i riferimenti espliciti alle norme del
codice di procedura civile, intese come “espressione di principi
generali” e la finalità di assicurare “concentrazione delle tutele” ed
“effettività”. Accanto agli anzidetti profili, la norma espone quattro
indicatori di metodologia o tecnica redazionale, essendo il legislatore
delegato chiamato a formulare norme “innovative” e “di
coordinamento”; ad assicurare l’osservanza del principio della
ragionevole durata del processo, anche mediante il ricorso a procedure
telematiche; a prevedere il prevalente ricorso ad abrogazioni di tipo
“esplicito”, nonché alla definizione di una disciplina transitoria per i
giudizi attualmente in corso.
Le norme recate dall’emanando "Codice dei giudizi contabili" - su
cui dovranno preliminarmente pronunciarsi le Sezioni Riunite della
Corte dei conti - contribuiranno certamente a mettere ordine nelle
disposizioni disseminate in fonti di antica datazione, con l’introduzione
di istituti, forme processuali attualizzate, riti alternativi semplificati.

***
Ma l’efficientamento della giustizia non può prescindere da una
struttura al passo con i tempi.
La Corte ha, pertanto, investito molto nella modernizzazione dei
propri sistemi operativi.
Con l’emanazione, lo scorso anno, del decreto presidenziale in tema
di regole per l’utilizzo delle tecnologie informatizzate, è stato avviato il
processo contabile “telematico”, volto ad accelerare i tempi di resa della
giustizia ed a razionalizzare gli adempimenti procedurali delle parti.
Anche sul versante del controllo, risultano significativi i passi in
avanti compiuti: l’attivazione di uno specifico progetto di
rimodulazione del sistema informatico del controllo sugli Enti cui lo
Stato contribuisce in via ordinaria, potrà favorire una più efficiente
attività istituzionale della relativa Sezione, attraverso l’acquisizione,
per via telematica, dei dati di bilancio degli Enti controllati e di tutta la
documentazione correlata.
E’, inoltre, in via di definizione l’adeguamento ai principi
dell’armonizzazione contabile dei sistemi informativi che supportano il
controllo-referto per la finanza territoriale.

Rappresenta, questa, una fase importante del più ampio progetto
SMART (Sistema Monitoraggio ARmonizzazione Territoriale), che
costituisce una delle prime esperienze di questo tipo a livello europeo
ed apre nuove prospettive per la semplificazione della trasmissione di
dati contabili da parte degli Enti territoriali.
***
L’anno appena conclusosi è stato molto intenso per l’Istituto.
Nel fare rinvio alla relazione scritta - disponibile in formato
cartaceo e su supporto elettronico, nonché sul sito istituzionale - che
riporta una puntuale rassegna dell’attività svolta nel corso del 2015 ed
alle relazioni che verranno presentate in occasione delle inaugurazioni
dell’Anno Giudiziario presso le Sezioni regionali, ringrazio ancora una
volta tutti gli uffici della Corte che efficacemente si impegnano
nell’azione di tutela delle ragioni dell’erario pubblico.
Per motivi connessi ai ristretti tempi della cerimonia, mi limito a
ricordare che notevole è stata, per vastità e varietà, l’attività giudiziaria
- volta al recupero delle minori entrate o delle maggiori spese sostenute
dalle Amministrazioni pubbliche in conseguenza delle condotte dolose
o gravemente colpose di amministratori e dipendenti pubblici - e
variegata e mirata l’azione del controllo, orientata anche a rendere
"leggibili”, tramite l’utilizzo di specifici indicatori, i risultati degli
interventi e delle pubbliche gestioni.
Pur costituendo, come più volte affermato, giurisdizione e
controllo/referto le principali linee di azione attraverso le quali
l’Istituto esplica le proprie funzioni, non secondari sono stati i risultati
conseguiti anche in altri settori.
Ricordo, a titolo esemplificativo, che, nel corso del 2015, la Corte ha
portato a termine un audit condotto in accordo con il Ministero
dell’economia e delle finanze, che ha riguardato la metodologia di
calcolo di rimborsi e compensazioni ai fini della determinazione della
risorsa propria IVA dovuta all’Europa dall’Italia.
L’attivazione della procedura di audit ha avuto origine da rilievi
rimasti irrisolti per oltre un decennio, che avevano portato alla
apposizione di “riserve” da parte dei Servizi della Commissione
europea per più esercizi.
L’attività posta in essere dall’Istituto, quale soggetto terzo, in sede
di audit – con esito molto positivo, sia per gli effetti sulla finanza
pubblica italiana, che per il prestigio del nostro Paese – ha consentito il
superamento delle divergenze insorte in passato.
La soluzione metodologica prospettata dalla Corte, ed accolta dalla
Commissione Europea, comporterà un recupero di risorse di importo
prevedibilmente significativo.
***
Anche nell’anno appena iniziato l’impegno della Corte si muoverà
su un arco di tematiche molto articolato.
Proseguirà l’attenta valutazione dell’utilizzo dei fondi europei,
anche in coerenza con la nuova programmazione delle risorse nazionali
destinate alle politiche di coesione territoriale, la verifica dell’efficacia
delle scelte organizzative assunte a livello centrale e locale e, più in
generale, la lotta agli sprechi e l’attività ausiliaria assicurata
istituzionalmente al Parlamento.
La presenza in tutte le realtà territoriali del Paese rende la Corte il
naturale controllore del perseguimento degli obiettivi finanziari; ed è
questa un’attività da potenziare, anche in vista del progetto di riforma
costituzionale.

In effetti, l’Istituto, attraverso la propria articolazione e grazie ad
un’ampia gamma di strumenti di verifica, è in grado di monitorare
l’effettivo perseguimento degli equilibri economico-finanziari, la
sostenibilità dell’indebitamento e la regolarità e l’efficienza della
gestione, e, quindi, di fornire, in particolare, un’efficace supporto al
nuovo Senato, nella funzione, che verrà ad esso demandata, di
valutazione delle politiche pubbliche.
***
Mi avvio alla conclusione.
Signor Presidente,
il 2015 si era aperto con prospettive straordinariamente favorevoli
per le economie europee, in virtù dell’operare simultaneo di diversi
fattori positivi: la caduta del prezzo del petrolio e delle altre materie
prime, l’annuncio e poi l’avvio del Quantitative easing da parte della
Banca Centrale Europea, la forte riduzione del livello dei tassi di
interesse, il deprezzamento del cambio euro/dollaro.
Un anno fa, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, questi
nuovi e concomitanti fattori di mutamento del quadro internazionale
erano già ben presenti.

Non si mancò, peraltro, in quell’occasione, di rilevare sia l’insidia di
trarne attese unidirezionali, orientate a valutare soltanto gli effetti
positivi sull’economia, sia il rischio della reversibilità di alcuni dei
fattori stessi.
Il quadro è cambiato, piuttosto bruscamente, fin dall’estate scorsa,
generando nuovamente incertezza sul futuro.
Un’incertezza che si è accentuata in queste ultime settimane per i
timori del ripetersi di scenari, che sembravano superati, di forti tensioni
sui mercati finanziari.
In una fase così delicata per il nostro Paese è fondamentale fornire
impulso alla crescita economica e all’occupazione, pur nel rispetto dei
vincoli di finanza pubblica.

L’impianto generale e gli orientamenti operativi che emergono
dalla legge di stabilità per il 2016 vanno in questa direzione.
Ma altrettanto importante è che l’azione di tutte le Istituzioni sia
indirizzata a volgere in positivo le aspettative degli operatori,
rinsaldando la fiducia nello Stato e la credibilità del Paese.
E questo è ovviamente anche il compito della Corte dei conti,
Istituto che, nel disegno tracciato dal Legislatore Costituente,
rappresenta, come detto, il massimo organo di controllo deputato al
riscontro della regolarità delle gestioni, della legalità degli atti e dei
conti e, nel contempo, il giudice superiore, neutrale ed indipendente, cui
è attribuita la funzione di prevenire e reprimere gli illeciti erariali.
Mi sento pertanto di garantire, Signor Presidente, anche a nome dei
colleghi tutti, nonostante le carenze degli organici magistratuali - in
procinto di assumere, nell’arco di pochi mesi, dimensioni
oggettivamente allarmanti - che la Corte continuerà, attraverso
l’esercizio delle sue funzioni, a contribuire alla diffusione del senso
etico presso tutti gli operatori pubblici, cui è affidato il perseguimento
degli interessi generali del Paese.
Ringrazio il Signor Presidente ed i gentili ospiti per l’attenzione.

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