Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

DEBITO PUBBLICO: ABBIAMO RAGGIUNTO IL PICCO? DIPENDE…

Da Il Campo delle idee - di Ruggero Paladini: "Abbiamo raggiunto il picco del debito pubblico?
Il rapporto debito pubblico, PIL è per noi italiani l’indicatore più delicato. Se escludiamo la Grecia, il nostro è il livello più elevato tra tutti i paesi europei. Il governo sostiene che questo sarà l’anno della svolta. Probabilmente il governo ha ragione, ma una piena certezza non c’è: le variabili e i rischi sono numerosi
11/02/2016 - Probabilmente il governo ha ragione, ma una piena certezza non c’è. Per capire meglio, dobbiamo vedere le variabili in gioco. La prima è ovviamente il debito ad inizio 2016; ancora manca un dato ufficiale, ma se non sarà 132,8% sarà 133%, più o meno lo stesso. La seconda variabile è il deficit del 2016, sul quale, come è noto, si è acceso un fiero braccio di ferro tra Governo italiano e Commissione europea. Renzi vuole arrivare al 2,4%, rispetto al 2,2% che (forse) gli sarebbe consentito, mentre le ultime previsione della Commissione paventano un possibile 2,5%, un pelo sotto il deficit del 2015 (2,6%).

Il flusso del deficit si somma allo stock del debito, e lo fa crescere; ma bisogna vedere come cresce il denominatore del rapporto, cioè il PIL nominale. Secondo le previsioni del governo la crescita reale dovrebbe raddoppiare rispetto all’anno scorso, portandosi all’1,6% e l’inflazione risalire all’1%, per una crescita del PIL monetario del 2,6%. Se i dati sono questi, allora il rapporto debito –PIL scenderà di un punto percentuale, assestandosi al 131,8%.(...)

Comunque, anche con ipotesi pessimistiche su indicate, sarebbero in ogni caso le privatizzazioni a determinare una riduzione del rapporto debito-PIL; secondo il Documento Programmatico di Bilancio 2016 del MEF gli incassi da privatizzazioni dovrebbero assicurare una riduzione dello 0,5% quest’anno e nei due successivi. Tuttavia il fatto che solo con le privatizzazioni si riesce a far scendere il debito non è un messaggio molto positivo per i mercati finanziari, per l’ovvia ragione che le privatizzazioni non possono durare per sempre.

Che dire poi dei due anni successivi?

di Ruggero Paladini

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