Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

TRIVELLAZIONI: LA SICILIA TRATTATA COME UNA “COLONIA INTERNA”

Il via libera alle trivellazioni nelle acque territoriali siciliane dimostra ancora una volta che la Sicilia è trattata come una “colonia interna” dello Stato italiano ed è questo un fatto semplicemente scandaloso. Noi, Indipentisti del Centro Studi “Afa”, ci rifiutiamo, però, di accettare questa “conditio”

17/02/2016 - Noi, indipendentisti del Centro Studi “Andrea Finocchiaro Aprile”, protestiamo energicamente contro la recente decisione del Governo Italiano, con la quale (scavalcando peraltro le competenze statutarie della Regione Siciliana), si è dato, di fatto, il “VIA LIBERA” all’apertura di una nuova area di perforazioni, nelle acque antistanti la Marina di Pozzallo.
Ed è fin troppo chiaro che il Governo Centrale vuole gestire le trivellazioni a proprio piacimento ed a proprio uso e consumo. Tutto ciò, nonostante il fatto la circostanza che il prezzo del petrolio sia calato notevolmente.

Resta gravissimo il fatto che la “scelta” petrolifera si sia attuata senza neppure avere effettuato alcun adeguato tentativo di attivare quel “POLO” “PRODUTTIVO” DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVE al quale la Sicilia è particolarmente vocata. Un “POLO” che avrebbe creato (in Sicilia) sviluppo economico, occupazione, lavoro e migliore qualità della vita. E che sarebbe stato utile alla salvaguardia della salute e dell’ambiente, il tutto con grandi vantaggi anche per l’offerta turistica del RAGUSANO e della Sicilia tutta. Occorre, insomma, una politica di più ampio respiro, che ancora non vediamo all’orizzonte a Scala d’Ercole ( e nemmeno nei Parlamenti di Roma e di Bruxelles). Ovunque dominano le truppe dell’ANTISICILIA!...
Ed è vergognoso! La Sicilia deve salvare, a questo punto se stessa e deve tutelare dall’inquinamento anche il Mediterraneo ed i suoi equilibri biologici e naturalisti. Il caso Gela non deve ripetersi.

È appena il caso di fare rilevare che la notizia, secondo la quale il Sindaco di Pozzallo avrebbe espresso parere favorevole alle trivellazioni in questione, se esatta, non ci tranquillizzerebbe.
Al contrario: ci preoccuperebbe. E ci confermerebbe la INADEGUATEZZA della classe politica siciliana.
Anzi: ci confermerebbe che, con questa “classe politica” la Sicilia non può andare da nessuna parte. E che il caso Gela non resterebbe isolato.
Sulla inadeguatezza della nostra classe politica arrivano, purtroppo conferme da parte della Corte dei conti, di anno in anno, in sede di esame del Rendiconto della Regione Siciliana. Conferme arrivano dalle tante indagini della Magistratura. Costituiscono conferme inoppugnabili i fenomeni crescenti della disoccupazione e della EMIGRAZIONE di tanti giovani siciliani, a qualsiasi livello di professionalità, di titolo di studio e via dicendo.
Così come lo confermano i fenomeni DEINDUSTRIALIZZAZIONE e di crisi in ogni settore dell’economia (persino delle INFILTRAZIONI MAFIOSE e della adozione da parte della “POLITICA POLITICATA,” dei metodi e della “cultura” della MAFIA.

Non bisogna tuttavia arrendersi, né rassegnarsi. Occorre, anzi dare vita a quella RIVOLUZIONE Culturale, morale e politica che parta dal cuore e dalle menti dei Siciliani di tenace concetto. E che ponga la parola “FINE” all’ASCARISMO ORGANIZZATO, ALLE TRAME DELL’ANTISICILIA, alla condizione COLONIALE DELLA Sicilia e soprattutto all’asservimento pressoché totale della classe politica ad interessi estranei ed ostili a quelli del Popolo Siciliano.

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