Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

ATO ME2: EX LAVORATORI, C’È UN GIUDIZIO DINNANZI AL GIUDICE DEL LAVORO

Sant’Angelo di Brolo, 26 aprile 2016 - Gentile Sig. Prefetto, nell’apprezzare lo sforzo fatto per convocare la riunione citata in oggetto, che ne segue un’altra tenutasi presso codesta Prefettura in precedenza, lo scrivente comunica che non potrà essere presente all’incontro di oggi perché, nella stessa giornata e alla stessa ora, ha già assunto un altro impegno non delegabile. Prioritariamente esprime solidarietà ai lavoratori per questa annosa questione, sempre più aggrovigliata, certamente non dipendente dalla loro volontà, né da disinteresse o inerzia da parte degli enti locali che facevano parte della Società d’Ambito, oggi in liquidazione. Al fine di chiarire i termini della questione ed evitare la diffusione di notizie distorte prodotte da taluni organi di informazione, è bene fare alcune precisazioni, dalle quali, non solo emerge l’assenza di responsabilità da parte dei comuni soci, ma l’impossibilità di fare alcun atto per addivenire ad una ragionevole soluzione.
Preme chiarire che dal 25 marzo 2013, il Comune di Sant’Angelo è stato costretto ad emettere ordinanza ex art. 191, perché i lavoratori e la ditta che a suo tempo gestiva in appalto le attività, interruppero il servizio, creando una situazione emergenziale.

Da allora, sia per la riscossione, che per la gestione, al Comune non è stato dato alcun apporto da parte dell’ATO ME2 in liquidazione. Inoltre, pur avendo sollecitato più volte la Società a trovare il modo per rendere produttivi i dipendenti in forza alla stessa, i lavoratori sembrerebbe che si rechino presso la sede di Barcellona solo per attestare la presenza, senza svolgere alcun prestazione lavorativa. Lo scrivente si pone alcune domande: 1) a fronte di quale contropartita oggi si chiede al Comune la corresponsione della quota? E’ possibile distrarre denaro pubblico senza che l’Ente riceva alcuna prestazione? Perché il personale continuerebbe, tutto o in parte, ad essere tenuto ad oziare? Per quanto tempo dovrà protrarsi la gestione liquidatoria, che ogni mese accumula decine di migliaia di euro di spese senza produrre nulla per il Comune socio? E’ possibile pagare la quota alla gestione liquidatoria e contemporaneamente anche alla SRR, peraltro non ricevendo di fatto alcun servizio?

Ma c’è dell’altro. Con diversi atti dell’Autorità giudiziaria, il Comune di Sant’Angelo è terzo pignorato ed ha l’obbligo di versare le eventuali somme dovute e debende, non alla Società, ma per il soddisfo dei crediti riconosciuti. Altro domanda: è possibile pagare la eventuale quota distraendo le somme oggetto di pignoramento, esponendo anche penalmente, i funzionari? Infatti, eventuali provvedimenti di liquidazione e di pagamento, sono atti di natura gestionale, la cui competenza non ricade in capo al Sindaco, né agli altri organi elettivi, ma ai funzionari che ne hanno la titolarità e che gli stessi, essendo titolari dei centri di spesa, non sono subordinati agli organi politici, ma agiscono in assoluta autonomia.

Infine, va precisato che questo Ente ha anticipato oltre 300.000 euro per il pagamento del personale, mentre lo stesso era in posizione di comando. Pur essendo stato oggetto di transazione, ad oggi non è stato fatto alcun versamento. A ciò si aggiungono altri crediti vantati dal Comune nei confronti dell’ATO ME2, per oltre 350.000 euro, anch’essi oggetto di transazione, ma ad oggi nulla risulta pagato. E’ corretto chiedere altri soldi, mentre il Comune è creditore di una così ingente somma?
Di tutto quanto esposto, codesta Prefettura e l’Assessorato regionale, sono già a conoscenza per pregressa corrispondenza.
In ordine alla riassunzione presso gli enti locali di provenienza, che non era automatica ma vincolata al rispetto delle leggi in materia di finanza pubblica sul contenimento della spesa del personale, a seguito della programmazione del fabbisogno, la Giunta ha approvato il piano che prevede al massimo tre assunzioni in tre anni (una l’anno), massimo di un dipendente, a 13 ore settimanali. Altra domanda: è possibile riassumere il personale se non c’è la capienza? I pareri della Corte dei Conti, per quanto a conoscenza dello scrivente, escludono la possibilità di derogare ai vincoli sulle assunzioni. In ogni caso, per quanto riguarda questo Comune, c’è un giudizio dinnanzi al Giudice del Lavoro, che dovrà decidere sulla riassunzione o meno.
Restando disponibile per ogni ulteriore chiarimento e scusandosi per l’assenza, porge distinti saluti.
Basilio Caruso



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