Stretto di Messina: filmato squalo bianco di tre metri vicino alla spiaggia

Reggio Calabria, filmato squalo bianco femmina di oltre tre metri a pochi metri dalla spiaggia. Due pescatori diportisti hanno ripreso l'esemplare dalla loro barca 29/04/2024 - Lo Stretto di Messina è un habitat ideale per la riproduzione degli squali. E con l’avvicinarsi della stagione estiva è tempo di bagni. E per i più fortunati l'occasione di tuffarsi in mare è quanto mai vicina. Ma la recondita paura di vedersi galleggiare intorno una pinna a filo dell'acqua a volte riaffiora, è proprio il caso di dirlo, un pochino nella testa di tutti noi. Stavolta è accaduto davvero vicino la riva di Reggio Calabria, più precisamente nelle acque di fronte la località Pentimele, nella periferia Nord di Reggio, il 24 aprile 2024.   «Questo è uno squalo bianco», dicono meravigliati i pescatori mentre osservano ciò che accade dinanzi la loro barca”. Nelle immagini registrate si vede il pescecane girare nelle vicinanze della barca, forse a causa delle esche gettate in acqua, per poi ripr

PINO MANIACI: INGROIA LO DIFENDE, PER UNO SPOT TELEJATO RISCHIA DI CHIUDERE

Pino Maniaci, direttore di Telejato, è accusato di estorsione dai sindaci di Partinico e Borgetto, (avrebbe preteso soldi e favori per addomesticare i suoi reportage televisivi), ha ricevuto un provvedimento di divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani, emesso dal gip Fernando Sestito su richiesta dei sostituti procuratori Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Roberto Tartaglia e dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi. Una telecamera ha ripreso in diretta il passaggio della del denaro, dato a Maniaci in cambio del 'silenzio' su notizie scottanti.

06/05/2016 - Oggi, 6 maggio 2016, Pino Maniaci è stato ascoltato dai magistrati in Procura a Palermo. Subito dopo l’interrogatorio, che si è tenuto a partire dalle 9.30, il giornalista ha partecipato ad una conferenza stampa nello studio del legale Bartolomeo Parrino, in Via Santorre Santarosa n° 1 a Palermo. Hanno preso la parola gli avvocati di Maniaci, Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia. Ed ha parlato pure Pino Maniaci, colpito dal provvedimento di divieto di dimora nelle provincie di Trapani e Palermo.
L'avv. Antonio Ingroia ha chiarito che il denaro incassato da Maniaci altro non era che il dovuto per un contratto pubblicitario, "non parlo di accanimento accusatorio ma è bene chiarire che una cosa è uno ‘spot’ pubblicitario, ben altra sono le accuse che vengono mosse a Maniaci.

Sul Corriere della Sera di ieri, 5 maggio 2016, Felice Cavallaro ha realizzato un'interessante intervista.

Maniaci, parlando con la donna, minaccia di ammazzare il marito tradito...
“La Procura, senza contestare l’episodio, ha scoperto che le cose stanno così? Stiamo dando per scontato che la minaccia venisse da un uomo tradito. Ma c’è solo una conversazione accesa all’interno di una relazione sentimentale. E in una dinamica di coppia l’uomo attribuisce responsabilità al marito”.

Che dice Maniaci su questo punto?
“Prima deve dirlo ai magistrati. Io lo difendo come avvocato penalista e debbo valutare anche cosa non ha rilevanza penale. Potrebbe aver rincarato la dose per suggestione, nel rapporto con la donna. La denuncia per i cani invece l’ha fatta contro ignoti”.

C’è la prova di avere mercanteggiato per mazzette pur esigue la messa in onda di servizi giornalistici.
“E’ l’accusa più bruciante sul piano etico e professionale. Ma anche su questo nelle 400 pagine noi abbiamo la prova del contrario”.

In quello che lei chiama “spot” si vede un sindaco pagare e dire che così Maniaci eliminerà “un po’ di merda”. Si riferiva a qualche servizio giornalistico...
“Intanto è quello che auspica il soggetto, ma Pino Maniaci anche nelle scorse settimane ha sempre parlato di avere ricevuto dei soldi per pubblicità. Noi sfidiamo la Procura a dimostrarci che, dopo la dazione di quelle somme, sia cambiata la linea editoriale di Telejato”.

Su l'Espresso Sara Dellabella racconta “Pino Maniaci mi voleva a Telejato, ma quando gli chiesi i libri contabili sparì”
L'incontro a Roma. Poi l'offerta: “Vieni a fare il vicedirettore da me ti pagherò molto di più”. Sembrava fatta. Ma dopo la richiesta di vedere i bilanci della televisione non si è fatto più sentire.

A fine 2012, Pino Maniaci tornò a Roma e mi invitò a cena, voleva parlarmi, disse. I ragazzi che ogni anno si recavano a Partinico per lavorare due-tre mesi gratis nella sua emittente stavano diventando tanti e lui, da solo, non ce la faceva a gestirli tutti. Nei suoi piani avrei dovuto lasciare il mio posto in agenzia per fare a Partinico quello che facevo a Roma, insegnare agli stagisti i rudimenti del mestiere e coordinare il lavoro quotidiano della redazione. Mi chiese quanto guadagnavo. “1.100 euro” risposi. Lui si mise a ridere, nella maniera sfrontata delle reazioni di Pino, e poi rilanciò di molto, forse troppo. Voleva convincermi in quel modo che a Roma stavo facendo la fame.

Presi tempo, gli dissi che dopo le feste di Natale gli avrei dato una risposta. A chiunque parlassi di questa offerta mi mostrava un entusiasmo incontenibile. Ma non erano i soldi il punto, ma il fatto che Pino Maniaci, “Lui”, avesse scelto proprio me per quel ruolo di vicedirettore. La stima di cui godeva era tale che questo lavoro sembrava avere tutte le sembianze del classico treno che passa una volta nella vita.

Ovviamente ero contenta, ma qualcosa mi insospettiva. Un presentimento. Lui continuava a telefonare con insistenza, mi chiedeva “che aspetti?”, “tanto vedrai che alla fine vieni”, “ma che fai a Roma”, “Io sono Pino Maniaci, mi conosce tutto il mondo”.

A proposito di Pino Maniaci di Telejato, c'è da registrare l’opinione del dr. Antonio Giangrande, scrittore, sociologo storico, blogger, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie.
"Chi parla di Mafia e antimafia dice a sproposito la sua e non so cosa ne capisca del tema. Chi mi conosce sa che sono disponibile a dar lezione! Nel caso di Pino Maniaci ci troviamo a bella a posta a sputtanare qualcuno con notizie segretate con tanto di video e senza sentire la sua versione, così come io ho fatto. A prescindere dal caso specifico, Pino Maniaci da vero giornalista ha indicato sempre la luna e ora si sta a guardare questo cazzo di dito. Vi siete chiesti perché tutto è successo nel momento in cui è stata attaccata “Libera” ed i magistrati e tutta la carovana antimafia con i suoi carovanieri?".

"In quel momento i paladini mediatici e scribacchini dell’antimafiosità ed i magistrati delatori (non è sempre un reato?) si son dati da fare a distruggere un mito, prima di una sentenza. I codardi, poi, che prima osannavano Pino, oggi lo rinnegano come Gesù Cristo. Comunque io sto con chi ha le palle, quindi con Pino Maniaci. Mi dispiace del fatto che a Palermo si vede la Mafia anche dove non c’è, giusto per sputtanare un popolo e fottersi i beni delle aziende sane. E di questo tutti tacciono. Se a Palermo si stanno dissequestrando i beni sequestrati dagli “Antimafiosi” è grazie a Pino. Pino colpevole, forse, anche perché in Italia nessuno può dirsi immacolato, ma guardiamo la luna e non sto cazzo di dito". Così conclude Giangrande.

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