Spettacolo dal vivo in Sicilia: 103 Enti dello Spettacolo inviano un esposto alla Regione Siciliana

Legge Regionale n° 3 del 31.01.2024.  Disuguaglianze e disparità di trattamento nelle misure di sostegno allo  Spettacolo dal vivo in Sicilia.  Il documento/esposto inviato nei giorni scorsi alla Regione Siciliana e firmato da 103 Enti che operano nel settore dello Spettacolo dal vivo in Sicilia.    29/04/2024 - I sottoscritti organismi, operanti in Sicilia ,  denunciano gravi disuguaglianze e disparità di trattamento causate dalle recenti norme emanate dall’Assemblea Regionale Siciliana nell’ambito dei sostegni finanziari al settore dello Spettacolo dal vivo.   IL FATTO    Con  legge n. 3 del 31 gennaio 2024 , intitolata “ disposizioni varie e finanziarie ”, l’Assemblea Regionale della Regione siciliana ha approvato una serie di contributi straordinari per il corrente esercizio.  Tra questi, l’attribuzione di contributi a favore di soggetti privati.   E difatti: L’art. 25 , autorizza il dipartimento regionale del turismo, sport e spettacolo, a erogare un certo numero di contributi dir

OMOFOBIA. ARCIGAY, M’AMA: UNA CATTIVA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE

L’incontro: non si parla di omofobia, ma è necessario un chiarimento
Messina, 27/06/2016 - Giorno 26 luglio si è tenuto l’incontro chiarificatore tra Arcigay Messina, alcuni rappresentanti del locale messinese M’ama e il gruppo organizzativo di eventi lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), OMD – Ogni Maledetta Domenica. Incontro finalizzato a chiarire le posizioni delle parti coinvolte in merito agli accadimenti che, sabato 23 luglio, hanno portato il gruppo OMD ad accusare la proprietà del M’ama di aver tenuto comportamenti discriminatori impedendo l’ingresso a un gruppo imprecisato di ragazzi. Da quanto sostenuto dall’organizzazione OMD e da numerosi utenti, l’accesso sarebbe stato negato per via del taglio di capelli di una ragazza e per l’abbigliamento di un ragazzo, entrambi non in linea con gli standard del locale.

Dall’incontro sono emerse le posizioni dei tre soggetti partecipanti, tutti desiderosi di sottolineare come non si sia mai parlato di omofobia, ma di discriminazione. Da parte del locale sotto accusa, è affiorata la volontà di specificare che non vi sia stata alcuna opera di discriminazione, ma una semplice cattiva gestione della comunicazione con il gruppo organizzativo.

“C’è stata una cattiva gestione della comunicazione tra il M’ama e il gruppo organizzativo dell’OMD. Il M’ama non ha discriminato nessuno. Il tutto poteva risolversi in un modo molto semplice: parlandone per bene, senza tutta la confusione che si è creata. E’ stato gestito tutto male, sia da parte nostra, che da parte dell’OMD. Mi dispiace che si sia arrivati a questo, recensioni negative, litigi e mancati chiarimenti. Abbiamo sbagliato nella gestione, nella selezione delle persone, ma non possiamo sentirci in colpa per un qualcosa che non è accaduta. Il M’ama non ha voluto discriminare nessuno. Eravamo perfettamente coscienti della tipologia della serata, di come si svolgeva il tutto, degli spettacoli. Eravamo invece contenti che si svolgesse questo tipo di serata da noi. Alla luce di questo, tutto l’accanimento su di noi non lo trovo giusto. Per una cosa che non si è verificata. Più che essere dispiaciuto, non so cosa fare” dichiara Roberto Santangelo, socio proprietario del M’ama. Meno pacifica la posizione dell’OMD che, nella persona dell’organizzatrice Marzia Raffone, si dichiara poco propensa a credere nella mancanza di un atteggiamento discriminatorio da parte della proprietà.

“L’OMD sostiene che si siano verificati episodi di discriminazione nei confronti dei nostri utenti – dichiara l’organizzatrice, che continua - Avevamo espressamente chiesto che si evitasse la selezione all’ingresso che rispettasse i canoni del locale. Da parte della proprietà però c’è stata un’imposizione sulla nostra door selector alla quale è stato detto che alcune persone non potevano entrare, chi perché aveva i capelli rasati, chi perché aveva una canotta e chi perché indossava i pantaloncini”. A proposito della possibilità di accettare le potenziali scuse da parte della proprietà del locale protagonista della vicenda, la Raffone dichiara: “ Se le scuse verranno fatte basandosi sulla verità e dicendo cosa è accaduto realmente, noi ovviamente le accetteremo.

Ma se sono scuse che nascondono la convinzione di non avere colpe, se si continua a dare la responsabilità della selezione alla nostra door selector, non possiamo accettarle. Non è stata un’incomprensione, non c’è stata una cattiva comunicazione. Noi siamo stati specifici e chiari sui nostri clienti e su chi frequenta le nostre serate. Noi abbiamo chiarito che la nostra selezione si basa sul rispetto degli altri. Le persone alle nostre serate possono venire come vogliono, purché non creino danno durante la serata all’interno del locale. E’ questo che dovrebbe interessare al locale. Noi vorremmo soltanto la verità. Non vogliamo sentire parlare di mancanza di comunicazione o di cattiva gestione da parte dell’OMD perché abbiamo solo preteso che entrassero nel locale i nostri clienti.” Presente all’incontro anche l’Arcigay Messina, nella figura del presidente Rosario Duca, che si dichiara assolutamente predisposto al confronto pacifico e a un chiarimento che possa porre fine alla triste vicenda: “Arcigay è sempre presente nel momento in cui ci sia reale o presunta discriminazione. In questo caso è giusto dire che NON POSSIAMO PARLARE DI OMOFOBIA, ci tengo a sottolinearlo. Ma c’è stata discriminazione.

NON VOGLIAMO DANNEGGIARE IL M’AMA E FAVORIRE ALTRI. Sono situazioni piuttosto anomale. La riunione era tesa a risolvere il tutto in maniera pacifica. Il M’ama chiede scusa di quanto accaduto, e la cosa ci fa piacere. Questo però non elimina il fatto che nei prossimi giorni valuteremo altre dichiarazioni e decideremo cosa fare. Non si può lasciar passare il messaggio che un ragazzo gay possa essere discriminato, che sia per l’abbigliamento o per il taglio di capelli. Vedremo nei prossimi giorni come si evolverà la cosa. Arcigay valuterà con il proprio sportello legale i provvedimenti da prendere. E’ forte la voglia di chiudere la questione in modo pacifico.

Messina non è una città che discrimina, non è una città omofoba, ma qui, lo si ripete, NON SI PARLA DI OMOFOBIA, quindi mi dispiacerebbe molto dover aprire un contenzioso e dover procedere legalmente per una situazione che, magari, in un momento di maggiore tranquillità, si potrebbe chiudere con delle semplici scuse. Non so quanta responsabilità possa avere la proprietà del M’ama, ma resta il fatto che il tutto è accaduto al M’ama. E non è bello, perché il locale sta ricevendo solo critiche negative, e alla fine è una realtà che dà lavoro a molte persone. Io però, come presidente dell’Arcigay, non posso permettere che qualsiasi persona venga discriminata, per qualsiasi motivo. Auspichiamo una maggiore riflessione nei prossimi giorni. Ma se non arriveranno delle scuse chiare, la discussione rimarrà aperta”.

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