Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

NEBRODI. MARITO E PADRE VIOLENTO. SCATTA IL DIVIETO DI AVVICINAMENTO A MOGLIE E FIGLIA

Commissariato di P.S. di Patti. Gli stessi agenti del Commissariato sono intervenuti presso la guardia medica del piccolo paesino dove madre e figlia si erano rifugiate dopo essere state picchiate dal capofamiglia. L’episodio era solo l’ultimo di una serie. Soprusi e abusi erano ormai diventati la quotidianità. Negli anni la donna aveva taciuto condotte violente fisiche e psicologiche come l’essere costretta a privarsi delle chiavi di casa e dover cercare alloggio per la notte a seconda degli “umori” del coniuge. Anche i figli vivevano ormai in un clima di terrore

Patti (Me), 06/06/2017 - Non potrà rientrare in casa né tantomeno avvicinarsi a moglie e figlia. E’ quanto stabilito dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Patti a carico di un 44enne di un piccolo centro nebroideo. La misura è stata emessa grazie alle indagini effettuate dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Patti. Il lavoro di ricostruzione dell’intera vicenda ha avuto inizio lo scorso maggio quando gli stessi agenti del Commissariato sono intervenuti presso la guardia medica del piccolo paesino dove madre e figlia si erano rifugiate dopo essere state picchiate dal capofamiglia. L’episodio era solo l’ultimo di una serie. Soprusi e abusi erano ormai diventati la quotidianità per la moglie dell’uomo, vittima di ripetute percosse e insulti umilianti.

Nel corso degli anni la donna aveva taciuto condotte violente fisiche e psicologiche come l’essere costretta a privarsi delle chiavi di casa e dover cercare alloggio per la notte a seconda degli “umori” del coniuge. Anche i figli vivevano ormai in un clima di terrore, costretti spesso ad intervenire per calmare il padre e risparmiare botte e insulti alla madre. Quando però l’uomo ha cominciato a vessare la figlia minorenne e a colpirla, la donna ha scelto di chiedere aiuto alla Polizia raccontando quanto patito.


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