Sud chiama Nord: "ATM, Il Tar ha buttato nel cesso il decreto dell’assessorato alle Infrastrutture"

SUD CHIAMA NORD: “Il TAR ci dà ragione. La legge non si piega alle lobby del trasporto pubblico locale”. Il TAR di Catania ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Messina, sospendendo il provvedimento con cui la Regione Siciliana – sulla base di una circolare priva di fondamento normativo – aveva vietato all’ATM di proseguire il servizio di trasporto pubblico urbano esteso al Comune di Villafranca Tirrena. Messsina, 15 ott 2025 - La decisione dei giudici amministrativi conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto: una circolare non può scavalcare la legge e non può essere utilizzata per mortificare la volontà del Parlamento siciliano.  “Il TAR – afferma Cateno De Luca, capogruppo di Sud chiama Nord – ha buttato nel cesso il decreto dell’assessorato alle Infrastrutture che, accogliendo il ricorso dei privati, voleva cancellare un servizio efficiente e apprezzato come quello dell’ATM verso Villafranca Tirrena. Avevamo ragione sulla bontà della norma e sulla correttezza dell’azion...

EMERGENZA SCUOLA, “NESSUNA POSSIBILITÀ DI RIENTRO PER MIGLIAIA DI DOCENTI SICILIANI”

I sindacati decidono di non procedere alla sottoscrizione del contratto integrativo regionale.
Palermo, 26 luglio 2017 - “Non c’è nessuna possibilità di rientro per migliaia di docenti siciliani, ritemiamo urgente risolvere definitivamente la paradossale situazione di una regione che, con quasi 5 mila posti di sostegno in deroga, non riesce a garantire né la continuità didattica per gli alunni, né la stabilità professionale per gli insegnanti costretti a restare fuori dalla regione di origine”. Lo scrivono in una nota i sindacati della Scuola, Flc Cgil, Cisl Scuola Uil Scuola e Snals Confsal, che stamani hanno partecipato ad un incontro con la Direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia sul contratto integrativo per la mobilità annuale dei posti da docente.

“Non ci sono state le condizioni per sottoscrivere il contratto integrativo regionale – spiegano Graziamaria Pistorino Flc Cgil, Francesca Bellia Cisl Scuola, Claudio Parasporo Uil Scuola e Michele Romeo Snals Confsal - chiediamo sin da subito l'intervento di tutte le rappresentanze politico-istituzionali regionali e nazionali per l’immediata apertura di un tavolo politico”.

I sindacati hanno già chiesto un incontro all’assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano. “Questa situazione sembra configurarsi come una ‘inutile punizione’ per moltissimi docenti che da anni insegnano su questi posti e che non riescono a capire per quali ragioni non si possano ricoprire in via definitiva, ma solo di anno in anno, con provvedimenti tampone”. “Non c’è infatti nessuna apertura rispetto alle nostre proposte avanzate, tendenti ad armonizzare il contratto con le esigenze del territorio, così come avvenuto negli anni passati e nella corrente contrattazione di altre regioni”.

I sindacati aggiungono, “Le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie dei docenti dovrebbero rispondere alle problematiche della specifica realtà locale siciliana, ma, l’amministrazione scolastica regionale, non ha esercitato alcuna deroga all’impianto nazionale. Le operazioni di rientro proposte al tavolo sono state richieste, garantendo, comunque, l’accantonamento previsto per i docenti precari aventi titolo, in una regione in cui l’emergenza occupazionale rimane sempre una priorità sociale”.

“Riteniamo che la limitazione del campo di intervento della contrattazione integrativa decentrata, pur consentendo la possibilità di prevedere, a livello locale, ulteriori forme di utilizzazioni, non dà risposte alle emergenze prodotte dalla legge 107 sul personale della scuola siciliana, che avrebbero richiesto l'attivazione di ulteriori strumenti contrattuali più vicini alle esigenze del territorio”. “Non si comprende perché - concludono Pistorino, Bellia, Parasporo e Romeo - si continui a rifiutare possibili soluzioni, che proponiamo da mesi, come la trasformazione dell'organico in deroga di sostegno in organico di diritto o come l'ampliamento del tempo pieno, perseverando nell’acuire la sofferenza di chi già paga sulla propria pelle i disastrosi esiti della legge e non garantendo efficaci ed eque azioni per l’esercizio del diritto allo studio degli studenti siciliani”.

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