Il mare “carta del mazzo” che l’Italia non ha mai giocato per essere competitiva in Europa e nel mondo

MARE, RISORSA PER COLMARE DIVARIO NORD-SUD.  INFRASTRUTTURE, PORTI E ZES LA CHIAVE PER LA CRESCITA DEL MEZZOGIORNO.  Al Palazzo Biscari di Catania il X Convegno di Ance Giovani.   Tra gli interventi il ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci e il sottosegretario per le Infrastrutture e i Trasporti Tullio Ferrante   CATANIA, 20/04/2024 - Il mare è la “carta del mazzo” che l’Italia non ha mai giocato per tornare a essere competitiva in Europa e nel mondo. Con assetti geopolitici nel mar Mediterraneo in continuo cambiamento a seguito della crisi del canale di Suez, il Mezzogiorno può tornare a essere protagonista. Questo a patto di una programmazione seria e concreta, che manca da oltre un secolo, e che possa lasciarsi alle spalle la “questione meridionale”, concentrandosi su una più larga scala. Una sfida lanciata al Palazzo Biscari di Catania dal ministro delle Politiche del Mare  Nello Musumeci , in occasione del  X Convegno Giovani Ance del Mezzogior

POVERTÀ: IN SICILIA (22,8%) È PIÙ DIFFUSA TRA LE FAMIGLIE NUMEROSE E PIÙ GIOVANI

La povertà in Italia. La Calabria presenta il valore più elevato (34,9%), seguita da Sicilia (22,8%) e Basilicata (21,2%). La Puglia (14,5%) e l’Abruzzo (9,9%) registrano valori dell’incidenza di povertà relativa statisticamente inferiori. Nel 2016 la povertà assoluta è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (17,1%) o 5 componenti e più (30,9%). La povertà relativa colpisce di più le famiglie giovani: raggiunge il 14,6% se la persona di riferimento è un under35 mentre scende al 7,9% nel caso di un ultra sessantaquattrenne. L'incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per gli operai e assimilati e per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione.

13/07/2017 - Le stime diffuse in questo report si riferiscono a due distinte misure della povertà: assoluta e relativa, elaborate con due diverse definizioni e metodologie, sulla base dei dati dell'indagine sulle spese per consumi delle famiglie. Nel 2016 si stima siano 1 milione e 619mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila individui. Rispetto al 2015 si rileva una sostanziale stabilità della povertà assoluta in termini sia di famiglie sia di individui. L'incidenza di povertà assoluta per le famiglie è pari al 6,3%, in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli individui, l'incidenza di povertà assoluta si porta al 7,9% con una variazione statisticamente non significativa rispetto al 2015 (quando era 7,6%).

Nel 2016 l'incidenza della povertà assoluta sale al 26,8% dal 18,3% del 2015 tra le famiglie con tre o più figli minori, coinvolgendo nell'ultimo anno 137mila 771 famiglie e 814mila 402 individui; aumenta anche fra i minori, da 10,9% a 12,5% (1 milione e 292mila nel 2016). L'incidenza della povertà assoluta aumenta al Centro in termini sia di famiglie (5,9% da 4,2% del 2015) sia di individui (7,3% da 5,6%), a causa soprattutto del peggioramento registrato nei comuni fino a 50mila abitanti al di fuori delle aree metropolitane (6,4% da 3,3% dell'anno precedente). Anche la povertà relativa risulta stabile rispetto al 2015. Nel 2016 riguarda il 10,6% delle famiglie residenti (10,4% nel 2015), per un totale di 2 milioni 734mila, e 8 milioni 465mila individui, il 14,0% dei residenti (13,7% l'anno precedente).

Analogamente a quanto registrato per la povertà assoluta, nel 2016 la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (17,1%) o 5 componenti e più (30,9%). La povertà relativa colpisce di più le famiglie giovani: raggiunge il 14,6% se la persona di riferimento è un under35 mentre scende al 7,9% nel caso di un ultra sessantaquattrenne. L'incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per gli operai e assimilati (18,7%) e per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (31,0%)

PROSPETTO 15. INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA PER PRESENZA DI STRANIERI IN FAMIGLIA E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA (a).
Anni 2015-2016, valori percentuali

Nord Centro Mezzogiorno Italia
2015 2016 2015 2016 2015 2016 2015 2016
Famiglie di soli italiani 3,0 2,9 4,2 5,2 19,2 18,3 8,6 8,5
Famiglie miste 17,9 27,1 * * 40,3 58,8 23,4 36,1
Famiglie di soli stranieri 29,2 32,4 25,5 22,5 44,9 47,1 30,8 31,5
*Valore non significativo a motivo della scarsa numerosità campionaria.

(a) Per le variazioni statisticamente significative (ovvero diverse da zero) tra il 2015 e il 2016 si veda il Prospetto 18.
Nel dettaglio territoriale, Toscana (3,6%), Emilia-Romagna (4,5%), Valle d’Aosta (4,8%),
Lombardia (5,0%), Veneto (5,5%) e Piemonte (6,0%) mostrano i valori più bassi dell’incidenza di
povertà relativa e inferiori alla media nazionale (Prospetto 16). La Calabria, discostandosi
significativamente dalle altre regioni del Mezzogiorno e dalla media di ripartizione, presenta il
valore più elevato (34,9%), seguita da Sicilia (22,8%) e Basilicata (21,2%). La Puglia (14,5%) e
l’Abruzzo (9,9%) registrano valori dell’incidenza di povertà relativa statisticamente inferiori rispetto
alla media ripartizionale (Prospetto 16).

PROSPETTO 1. Indicatori di povertà assoluta per ripartizione geografica (a). Anni 2015-2016, stime in migliaia di unità e valori percentuali
Nord Centro Mezzogiorno Italia
2015 2016 2015 2016 2015 2016 2015 2016
Migliaia di unità
Famiglie povere 613 609 225 311 744 699 1.582 1.619
famiglie residenti 12.301 12.306 5.302 5.299 8.185 8.192 25.789 25.797
Persone povere 1.843 1.832 671 871 2.084 2.038 4.598 4.742
Persone residenti 27.600 27.562 12.014 12.001 20.827 20.763 60.441 60.326
Composizione percentuale
Famiglie povere 38,8 37,6 14,2 19,2 47,0 43,2 100,0 100,0
Famiglie residenti 47,7 47,7 20,6 20,5 31,7 31,8 100,0 100,0
Persone povere 40,1 38,6 14,6 18,4 45,3 43,0 100,0 100,0
Persone residenti 45,7 45,7 19,9 19,9 34,5 34,4 100,0 100,0
Incidenza della povertà (%)
Famiglie 5,0 5,0 4,2 5,9 9,1 8,5 6,1 6,3
Persone 6,7 6,7 5,6 7,3 10,0 9,8 7,6 7,9
Intensità della povertà (%)
Famiglie 19,6 21,8 13,2 18,6 19,9 20,5 18,7 20,7

(a) Per le variazioni statisticamente significative (ovvero diverse da zero) tra il 2015 e il 2016 si veda il Prospetto 18.

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