Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

CASO VULLO, DENUNCIATI CROCETTA E GUCCIARDI. I SINDACALISTI: “LA MAGISTRATURA APRA UN’INDAGINE SUI TITOLI DEL MANAGER”

Nomina Vullo, Uil-Fpl Messina e Anaao-Assomed presentano esposto in due Procure. I sindacalisti: “La magistratura apra un’indagine sui titoli del manager”. Denunciati Crocetta e Gucciardi.

Messina lì 25 agosto 2017 - Pippo Calapai e Mario Macrì rispettivamente segretario generale e responsabile
Area medica della Uil-Fpl Messina, e Pietro Pata, segretario generale di Anaao-Assomed, questa mattina attraverso il proprio legale hanno presentato un
esposto-denuncia alle Procure di Messina e Palermo contro la nomina di Michele Vullo, quale commissario del Policlinico di Messina. Nomina deliberata ieri
dalla Giunta regionale siciliana. I sindacalisti hanno segnalato inoltre “la conclamata situazione di illegittimità dei precedenti incarichi conferiti a
Michele Vullo. E’ stato disatteso – si legge nell’esposto – in particolare da parte del manager, il disposto dell’articolo 3/bis, comma 3, della legge 502/92, stante che lo stesso, anteriormente alla sua iscrizione all’Albo regionale non risultava aver precedentemente, per almeno 5 anni, incarichi dirigenziali di tipo tecnico-amministrativo, in Enti, aziende, strutture pubbliche o private, con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie.

Abbiamo documentato, invece, e pubblicato gli atti che attraverso gli organi di stampa, che i 5 anni che nel curriculum di Vullo, vengono riportati come avvenuto svolgimento di incarico di
Unità Operativa Complessa, altro non sono, invece, che semplicemente incarichi
di consulenza (politico-sindacale), presso l’ospedale Santobono-Pausillipon di
Napoli che lo stesso Vullo aveva presentato mentre si trova ancora inquadrato
nei ruoli dell’amministrazione sanitaria con il profilo di ‘infermiere’
professionale. In tutta questa vicenda è del tutto indicativo il fatto che,
dopo queste affermazioni, sempre puntualmente ripresi dagli organi di stampa,
Vullo non ha mai sporto alcuna querela nei nostri confronti e ciò, perché non
si può querelare chi dice la verità”.

Nell’esposto, poi, si punta l’indice contro il governatore Rosario Crocetta e
l’assessore alla Salute Pubblica, Baldo Gucciardi. “Con ulteriore diffida del
10/6/2017, ritenendolo doveroso abbiamo intimato al presidente pro-tempore
della Regione siciliana e all’assessore alla Salute, di procedere ai sensi dell’
articolo 75 del Dpr 445/2000, alla conseguente revoca dei benefici ottenuti da
Vullo sulla base delle proprie dichiarazioni mendaci. Pur messi di fronte alla
chiara evidenza dei fatti, gli stessi non hanno adottato alcun tipo di
provvedimento ed hanno consentito a Michele Vullo di rimanere al proprio posto
contro ogni regola di corretta amministrazione e ad ogni principio di etica e
di giustizia. Per tutto questi motivi riteniamo sia ormai necessario ed
improcrastinabile l’intervento dell’Autorità giudiziaria per tentare finalmente
di rompere questo muro apparentemente invalicabile fatto di illegalità omertosa
e di reti di complicità sotterranee che soffocano ogni principio del vivere
civile e che, oltre a mettere potenzialmente a rischio la salute dei cittadini,
coinvolgono gli stessi vertici istituzionali regionali, incapaci pur di fronte
a situazioni di conclamata illegalità, ad imporre il rispetto delle regole di
giustizia”.

In conclusione Calapai, Macrì e Pata chiedono l’intervento della magistratura
al fine di “avviare con urgenza ogni opportuna attività e/o indagine al fine di
individuare ogni profilo penalmente rilevante, anche per delitti associativi a
carico di tutti i soggetti che via abbiano eventualmente concorso”.

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