Sammartino: sospeso dai pubblici uffici il vicepresidente della Regione Siciliana, voto di scambio

Sicilia, VicePresidente sospeso dai pubblici uffici per corruzione. Caso Sammartino. Di Paola (M5S): “Risultati elettorali eclatanti potrebbero essere frutto di corruttela”.  Sospensione vicepresidente Regione, M5S Ars: “Questione morale fondamentale, Schifani batta un colpo sulla vergognosa deriva della politica”.  Antoci: "Quadro agghiacciante. La classe politica siciliana deve autoriformarsi".  Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione "isole" al parlamento europeo col Movimento 5 Stelle.    Palermo, 17/04/2024 -  Sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno il vice presidente della Regione, assessore regionale all'Agricoltura   Luca Sammartino,  indagato per corruzione.  Il provvedimento è stato emesso nell'ambito di indagini del nucleo investigativo dei Carabinieri del comando provinciale di Catania.  Sammartino ha prontamente risposto a quanto gli viene addebitato:  " Ho scritto una nota al presidente della Regione Siciliana, Renato Sch

AUTODEMOLITORE CAUSÒ LA MORTE DEL PICCOLO SEBASTIAN, ARRESTATO A S. AGATA DI MILITELLO

Arrestato dai Carabinieri, va in carcere l’imputato di omicidio colposo del piccolo Sebastian. La drammatica vicenda si verificò il 4 giugno 2007: Restifo, titolare di una ditta di autodemolizioni ad Acquedolci, cercava di caricare una vettura da demolire. Durante le operazioni, una volta caricata l’auto, il peso determinò il sollevamento della ruota anteriore dell'autocarro, provocando la messa in marcia del carro attrezzi, che iniziò pericolosamente la discesa. Il tragico destino volle che il pesante mezzo trovasse sul tragitto il passeggino dell’inerme Sebastian, sospinto dalla nonna

Sant’Agata di Militello, 13 ottobre 2017 - Il 12 ottobre 2017, a Sant’Agata di Militello (ME), i Carabinieri della locale Compagnia hanno tratto in arresto Restifo Paolo Carmelo, 58enne, originario di San Marco d’Alunzio, in ottemperanza ad ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Messina, poiché condannato in via definitiva ad anni 3 e mesi 6 di reclusione per il reato di omicidio colposo a seguito di incidente stradale.
Il provvedimento scaturisce da articolate indagini condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, che ricostruivano la dinamica del drammatico incidente, avvenuto in data 4 giugno 2007 a Sant’Agata di Militello (ME), nel quale perse la vita un bimbo di pochi mesi e rimase gravemente ferita la nonna, a causa dell’agire negligente ed imperito del Restifo.

La drammatica vicenda si verificò il 4 giugno 2007, quando Restifo, titolare di una ditta di autodemolizioni nel comune di Acquedolci, si recò nella limitrofa Sant’Agata, in via Magenta, per caricare una vettura da demolire. Durante le operazioni il pesante mezzo rimase acceso e bloccato dal freno a mano, ma una volta caricata l’auto, il peso determinò il sollevamento della ruota anteriore del mezzo dal marciapiedi sulla quale era appoggiata, provocando la messa in marcia del carro attrezzi, che iniziò pericolosamente la discesa sino a concludere la sua corsa contro il muro di una palazzina. Il tragico destino volle che l’autocarro trovasse sul tragitto il passeggino dell’inerme Sebastian, sospinto dalla nonna, appena uscita di casa per una passeggiata. Il bimbo fu trascinato via dalla furia del veicolo riportando lesioni gravissime, che ne cagionarono la morte, la donna rimase ferita. Secondo le motivazioni della sentenza emessa in primo grado “Restifo agì con imperizia e negligenza, durante le operazioni di carico del mezzo”.

In primo grado l’uomo, nell’aprile 2012, è stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Patti, sezione di Sant’Agata Militello, a 5 anni e 10 mesi di reclusione. I giudici messinesi hanno dichiarato estinto per intervenuta prescrizione il capo d’imputazione relativo alle lesioni gravi nei confronti della nonna che spingeva il passeggino su cui sedeva il piccolo Sebastian quando fu travolto dall’autocarro.

In appello è stata confermata in toto la sentenza di primo grado, che statuì oltre alla pena, non sospesa, il pagamento di una provvisionale di 28 mila euro alla famiglia e le spese processuali liquidate dalla Corte di Appello in 900 euro. In sede civile alla famiglia del bambino fu riconosciuta una liquidazione di quasi un milione e mezzo di euro, ma circa la metà delle somme furono bloccate dalla proposizione del ricorso operato nel 2012 dalla compagnia assicurativa.

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