Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

BANCA ETRURIA ALL’ORIGINE DEL GRANDE GELO TRA RENZI E VISCO

L'Authority Consob ha emesso un'ordinanza contro i manager di Banca Etruria: dovranno versare 910 mila euro complessivamente. Il padre di Maria Elena Boschi, già vicepresidente dell'Etruria dovrà restituirne 40 mila. Le multe arrivano a 2,8 milioni complessivamente. Banca Etruria: per papà Boschi la procura valuta l'archiviazione. Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena, è indagato nel filone dell'indagine aretina su Banca Etruria. Il filone in cui è coinvolto Boschi riguarda la liquidazione di circa 700 mila euro concessa all'ex direttore generale dell'istituto bancario aretino, Luca Bronchi. 

11/11/2017 - C’è Banca Etruria all’origine del grande gelo tra Renzi e Visco. Secondo quanto pubblica oggi La Stampa di Torino: "L’ex premier non fu preavvertito del commissariamento. E da allora è stata guerra". Lo scrive oggi su La Stampa Marcello Sorgi: "Anche ieri sera le finestre di Palazzo Koch sono rimaste accese fino a tardi: da mesi ormai, quella che era una delle «sette chiese», come si chiamano a Roma le sedi istituzionali, è diventata trincea di un assedio ogni giorno più pesante. Prima, per molti mesi, le manifestazioni dei risparmiatori truffati dalle banche popolari. E adesso il bombardamento quotidiano di Renzi e dei renziani, che mirano sul quartier generale di Bankitalia per allontanare l’incubo di una campagna elettorale come quella del 2013, in cui Bersani si giocò la vittoria per via del terremoto al Monte dei Paschi di Siena.

Ignazio Visco, il governatore riconfermato meno di due settimane fa da Mattarella e Gentiloni malgrado il diktat del leader Pd, è blindato nel suo ufficio. Mai prima d’ora gli uomini del Direttorio, abituati a condurre conversazioni basate solo su dati e numeri certi, avevano dovuto cimentarsi con una campagna elettorale che allinea contro di loro una serie di «fake news».

Ad esempio, non è vero che via Nazionale voleva salvare i banchieri mentre il governo Renzi ha salvato i correntisti; perché ciò che è stato fatto per aiutare i risparmiatori rovinati da banche locali sull’orlo del fallimento, Bankitalia e governo lo fecero insieme; anzi partì dal Governatore, nel novembre 2015, l’iniziativa per evitare che a gennaio 2016 scattasse il «bail in», la tagliola imposta dall’Europa per far sì che fossero i clienti titolari di obbligazioni e di grandi depositi a pagare in parte i salvataggi degli istituti di credito semi-falliti. Né è vero che la riforma delle popolari messa a punto dal governo Renzi non riguardava Banca Etruria, di cui il padre di Maria Elena Boschi era vicepresidente: la riguardava eccome, e soltanto dopo l’approvazione della nuova legge la banca poté essere liquidata e venduta, come Carichieti, Banca Marche e Ferrara, acquistate, si fa per dire, dati i prezzi simbolici, da Ubi Banca e Bper, con il contributo decisivo del fondo bancario di risoluzione, in pratica con i soldi delle altre banche.

Commenti