Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

LINGUA ITALIANA, SOLO IL 14% PARLA PREVALENTEMENTE IL DIALETTO

Nel 2015 si stima che il 45,9% della popolazione di sei anni e più (circa 26 milioni e 300mila individui) si esprima prevalentemente in italiano in famiglia e il 32,2% sia in italiano sia in dialetto. Soltanto il 14% (8 milioni 69mila persone) usa, invece, prevalentemente il dialetto. Ricorre a un’altra lingua il 6,9% (all’incirca 4 milioni di individui, nel 2006 erano circa 2 milioni 800mila individui).

Roma, 27 dicembre 2017- La diffusione di lingue diverse dall’italiano e dal dialetto in ambito familiare registra un aumento significativo, in particolar modo tra i 25-34enni (dal 3,7% del 2000, all’8,4% del 2006, al 12,1% del 2015).
Per tutte le fasce di età diminuisce l’uso esclusivo del dialetto, anche tra i più anziani, tra i quali rimane comunque una consuetudine molto diffusa: nel 2015 il 32% degli over 75 parla in modo esclusivo o prevalente il dialetto in famiglia (erano il 37,1% nel 2006).
L’uso prevalente del dialetto in famiglia e con gli amici riguarda maggiormente chi ha un basso titolo di studio, anche a parità di età. Il 24,8% di coloro che possiedono la licenza media (o titoli inferiori) usa quasi esclusivamente il dialetto in famiglia e il 33,7% con gli amici (contro rispettivamente il 3,1% e il 2,7% di chi ha la laurea o un titolo superiore).
Nel 2015 il 90,4% della popolazione è di lingua madre italiana. Rispetto al 2006, aumenta la stima di quanti si dichiarano di lingua madre straniera (dal 4,1% al 9,6% del 2015).

Le aree del Paese dove è più elevata l’incidenza di cittadini stranieri residenti sono più interessate dalla presenza di persone di lingua madre straniera: il Nord-est (15,2%) e il Nord-ovest (11,5%) e i comuni Centro di aree metropolitane (11,6%).
Nel 2015 la conoscenza di una o più lingue straniere interessa il 60,1% della popolazione di 6 anni e più (34 milioni 370mila persone), in aumento rispetto al 56,9% del 2006.

Il 92,3% delle persone di lingua madre straniera conosce una o più lingue straniere, rispetto al 56,6% dei lingua madre italiana; tra i primi è l’italiano la lingua straniera più parlata, tra i secondi l´inglese.
Conoscono una o più lingue straniere soprattutto i giovanissimi e i giovani adulti fino a 34 anni (con stime pari all’80% circa). La conoscenza delle lingue straniere è più diffusa nel Nord-ovest (66,2%) e nel Nord-est (65,7%) rispetto al Sud (50,6%) e alle Isole (51,5%).
Tra le persone laureate di 25-44 anni si stima che il 96,1% conosca una o più lingue straniere, rispetto al 55,7% delle persone che hanno conseguito al massimo la licenza media. La quota rimane molto elevata anche tra le persone laureate di 65 anni e più (87,6%).
Tra chi conosce una o più lingue straniere, il 48,1% conosce l’inglese, il 29,5% il francese e l’11,1% lo spagnolo.

Il livello di conoscenza delle lingue straniere è ancora abbastanza modesto anche se si registra un lieve miglioramento rispetto al 2006. Tra chi conosce l’inglese, il 7,2% dichiara un livello ottimo e il 27% un livello buono di conoscenza (rispetto al 23,6% del 2006). Tuttavia, resta una quota consistente di persone che dichiarano una conoscenza scarsa (28%, rispetto al 30% del 2006).

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