Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

PRECARIATO: AUMENTANO LE CESSAZIONI (+17,5%) E I CONTRATTI A TEMPO (+28%)

Pubblicati i dati di ottobre 2017. La consistenza dei rapporti di lavoro. Nei primi dieci mesi del 2017, nel settore privato si registra un saldo tra assunzioni e cessazioni pari a +729.000, superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+496.000) che del 2015 (+626.000).

Roma, 21 dicembre 2017 - Calcolando il saldo annualizzato, la differenza tra assunzioni e cessazioni realizzate negli ultimi dodici mesi, si ottiene la misura della variazione tendenziale delle posizioni di lavoro: a fine ottobre questa risultava pari a +559.000, in lieve incremento rispetto a quella rilevata a settembre (+538.000). Questo risultato è la somma algebrica di: -2.000 per i contratti a tempo indeterminato, +61.000 per i contratti di apprendistato, +16.000 per i contratti stagionali e, soprattutto, +484.000 per i contratti a tempo determinato.

LA DINAMICA DEI FLUSSI
Nel corso del 2017 è aumentato il turnover dei posti di lavoro grazie soprattutto alla forte crescita delle assunzioni (tra gennaio e ottobre 2017 in aumento del 20,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Sono aumentate anche le cessazioni (+17,5%) ma ad un ritmo inferiore.
Alla crescita delle assunzioni il maggior contributo è stato dato dai contratti a tempo determinato (+28%) e dall’apprendistato (+26,3%); sono invece diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-3,7%), contrazione interamente imputabile alle assunzioni a part time.

Tra le assunzioni a tempo determinato appare significativo l’incremento dei contratti di somministrazione (+21,7%) e ancora di più dei contratti di lavoro a chiamata che, con riferimento sempre all’arco temporale gennaio-ottobre, sono passati da 160.000 (2016) a 363.000 (2017), con un incremento del 126,4%. Questo significativo aumento – come, in parte, anche quello dei contratti di somministrazione e dei contratti a tempo determinato – può essere posto in relazione alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale.

Questi andamenti convergono nella compressione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni: 24% nei primi dieci mesi del 2017 mentre nel 2015, quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato, la quota di assunzione a tempo indeterminato era stata del 38,5%.

Le trasformazioni complessive - includendo accanto a quelle da tempo determinato a tempo indeterminato anche le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti - sono risultate nel periodo gennaio-ottobre 2017 310.000, un livello analogo a quello del medesimo periodo del 2016 (+0,5%).

Per le cessazioni, la crescita è dovuta principalmente ai rapporti a termine (+25,8%) mentre le cessazioni di rapporti a tempo indeterminato risultano sostanzialmente stabili (+0,8%).
Tra le cause di cessazione, i licenziamenti riferiti a rapporti di lavoro a tempo indeterminato risultano pari a 494.000, in riduzione rispetto al corrispondente periodo di gennaio-ottobre 2016 (-4,7%) mentre in aumento risultano le dimissioni (+6,6%).
Il tasso di licenziamento, calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, è risultato per i primi dieci mesi del 2017 pari al 4,3%, leggermente inferiore a quello registrato per lo stesso periodo del 2016 (4,5%).

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