Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

MUSCHIO MEGLIO DELLA CANNABIS COME ANTIDOLORIFICO

Test sui topi hanno mostrato che il perrottetinene penetra più facilmente nel cervello e svolge una maggiore attività antinfiammatoria rispetto al THC

Lecce, 25 ottobre 2018 - Non solo il THC della cannabis, ma una sostanza simile proveniente da alcuni muschi si è dimostrata più efficace per ridurre dolori e infiammazioni. Questi muschi della famiglia delle piante epatiche provengono da Giappone, Nuova Zelanda e Costa Rica e contengono un principio attivo chiamato perrottetinene, dalla struttura chimica analoga al tetraidrocannabinolo, più comunemente noto come THC. La scoperta che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è meritevole di diffusione perché sfata alcuni falsi miti, è stata illustrata nella rivista Science Advances e realizzata da ricercatori bernesi e zurighesi. In particolare, le equipe di Jürg Gertsch, dell'Università di Berna, e di Erick Carreira, del Politecnico federale di Zurigo, hanno comparato a livello biochimico e farmacologico le due sostanze.

Ne è scaturito che, sul piano medico, quella all'interno dei muschi è superiore a quella della cannabis. Test sui topi hanno mostrato che il perrottetinene penetra più facilmente nel cervello e svolge una maggiore attività antinfiammatoria rispetto al THC. Fra l’altro, presenterebbe minori proprietà psicoattive e agirebbe contro il dolore allo stesso modo degli endocannabinoidi presenti nell'organismo umano. Per molto tempo, si pensava che la cannabis fosse l'unica a produrre THC.

Nel 1994, il giapponese Yoshinori Asakawa ha scoperto il perrottetinene nella pianta epatica Radura perrottetii. «È stupefacente che solo due generi di vegetali, separati da 300 milioni di anni nella storia dell'evoluzione, contengano cannabinoidi psicoattivi», ha detto Gertsch, citato in una nota odierna del suo ateneo.

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