Plastica, per saturazione degli stoccaggi rischiano di saltare raccolta differenziata e riciclo

PLASTICA, RISCHIO STOP ALLA DIFFERENZIATA IN SICILIA: ANTOCI PORTA IL CASO A BRUXELLES E CIMINNISI INTERROGA IL GOVERNO REGIONALE.  Antoci: “Basta scaricare sui Comuni e sui cittadini, serve una filiera nazionale che funzioni”.  Cimminisi: “Senza interventi immediati, la raccolta differenziata si blocca: la Regione dica cosa sta facendo”. Bruxelles, 1 dicembre 2025 - In Sicilia alcuni impianti di selezione avrebbero ridotto o sospeso il ritiro degli imballaggi in plastica per saturazione degli stoccaggi e per l’alto costo della plastica riciclata rispetto a quella vergine. Per far fronte a questa emergenza, in diverse aree si moltiplicano le ordinanze comunali che starebbero limitando la raccolta. Il quadro si inserisce in una criticità più ampia, segnata dalla disomogeneità della rete impiantistica tra Nord e Sud del Paese, dai trasferimenti verso altre regioni e dai maggiori costi per gli enti locali. Per questo l’eurodeputato Giuseppe Antoci ha depositato un’interrogazione ...

CAVE E MINIERE, IN SICILIA UNA RILEVANTE PRESENZA DI ATTIVITÀ ESTRATTIVE IN AREE A RISCHIO NATURALE

Nel 2016, in Italia si contavano 5.273 siti estrattivi attivi e non attivi nell’anno (5.137 cave e 136 miniere), il 6,2% in meno rispetto al 2015. Circa un quarto dei comuni italiani (2.013) ha almeno un sito estrattivo. Le estrazioni nazionali, comprese le acque minerali, sono costituite per l’83,8% da minerali da cave. Secondo gli indicatori di pressione territoriale il 19,6% delle estrazioni nazionali avviene in comuni costieri, con percentuali più alte nelle Isole (40%) e al Sud (37,7%). In numerose regioni si registra una rilevante presenza di attività estrattive in aree esposte a rischi naturali (Liguria, Molise, Umbria, Sicilia, Valle d'Aosta, Marche, Toscana).

15/01/2019 - Nel 2016 sono presenti in Italia 5.273 siti estrattivi attivi e non attivi nell’anno (5.137 cave e 136 miniere), il 6,2% in meno rispetto al 2015. Circa un quarto dei comuni italiani (2.013) ha almeno un sito estrattivo. I siti attivi produttivi nell’anno sono 2.295 (2.227 cave e 68 miniere) dai quali si estraggono complessivamente circa 167,8 milioni di tonnellate di minerali non energetici (-3,2% rispetto al 2015). Le estrazioni nazionali, comprese le acque minerali, sono costituite per l’83,8% da minerali da cave, con 154 milioni di tonnellate (-3,2%% rispetto al 2015); l’aggregato “calcare, travertino, gesso e arenaria” è il più rappresentativo (48,6% del totale estratto dalle cave).
Circa il 44% delle estrazioni nazionali da cave si concentra nel Nord del Paese (68 milioni di tonnellate); in testa la Lombardia, per numero di cave in produzione (273) ed estrazioni (14,4% dei prelievi totali).

Risultano tendenzialmente stabili rispetto al 2015 le estrazioni di minerali solidi da miniere, con 13,7 milioni di tonnellate.
In prevalenza sono estratti “minerali ceramici e industriali” (5,7 milioni di tonnellate) e “marna da cemento” (5,5 milioni di tonnellate). Il 58,5% del totale nazionale proviene da Sardegna, Toscana e Umbria.

ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE A LIVELLO NAZIONALE. Anno 2016, composizione percentuale

Fra i minerali da miniera, le estrazioni di acque minerali ammontano a 16,2 milioni di metri cubi, e sono concentrate per il 57% al Nord. Fra le regioni, la Lombardia ha i maggiori prelievi con quasi 3,3 milioni di metri cubi, seguono Piemonte e Veneto che insieme rappresentano il 50,7% del totale nazionale.
Gli indicatori di pressione ambientale Densità dei siti estrattivi attivi (DSE) e Intensità di estrazione (IE) mostrano a livello comunale, per il 2016, che il 40% dei comuni con siti estrattivi attivi registra una pressione medio-alta, per la presenza di più di 5 siti. Nel 39,4% dei comuni con siti estrattivi attivi produttivi sono estratte fra 1.000 e 10 mila tonnellate per Kmq. Quasi la metà di tali comuni si trova al Nord.
Secondo gli indicatori di pressione territoriale - che misurano il fenomeno estrattivo in comuni costieri, con aree protette e con aree a rischio idrogeologico (alluvioni e frane) - il 19,6% delle estrazioni nazionali avviene in comuni costieri, con percentuali più alte nelle Isole (40%) e al Sud (37,7%). In numerose regioni si registra una rilevante presenza di attività estrattive in aree esposte a rischi naturali (Liguria, Molise, Umbria, Sicilia, Valle d'Aosta, Marche, Toscana).



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