I «Canti di Furnari», omaggio a «I Cavernicoli», contiene i testi originali e tradotti in lingua italiana delle canzoni pubblicate nell'omonima raccolta. Canti bellissimi e intensi, rappresentativi di un mondo mai scomparso eppure ‘latente’ nella memoria globale.
10/04/2019 - I «Canti di Furnari», canti popolari dell’area che dalla Val Demone si estende sul Mar Tirreno messinese, su testi raccolti da Giuseppe Cambria, sindaco emerito di Furnari, sono stati incisi dal gruppo de «I Cavernicoli» per la Fonit Cetra (1975), con note di copertina scritte da Melo Freni, che lo ha pure prodotto.
“Le canzoni dell'album sono tutte tradizionali di autore ignoto. Il gruppo ha mantenuto con assoluta fedeltà i testi, ma ha spesso modificato in vario modo la parte musicale. Tra i rifacimenti più belli e originali, Chiancinu l'occhi me', 'ran chiantu fannu, ad opera di Leandro Parlavecchio.
Furnari, in provincia di Messina, si estende su una superficie di 1.300 ettari, sorge su una zona collinare (Monte le Croci, 247 m s.l.m.), nella Val Demone, giungendo sul Mar Tirreno. Confina ad est con Mazzarrà Sant'Andrea, ad ovest con Falcone, a sud-est con Tripi e a sud-ovest con Terme Vigliatore. Il territorio comunale si divide in Furnari "collina" o "centro" e Furnari "marina" che fa capo alle località balneari di Tonnarella e Portorosa e alle contrade Bazia, Saiatine e Torre Forte.
Canti di Furnari», omaggio a «I Cavernicoli», contiene i testi originali e tradotti in lingua italiana delle canzoni pubblicate nell'omonima raccolta. Canti bellissimi e intensi, rappresentativi di un mondo mai scomparso eppure ‘latente’ nella memoria globale. Testimonianze di umanità passate ma non ‘sorpassate’, di amori impossibili, di amori possibili, di delusioni cocenti, di alterchi amorosi pizzuti e derisori: “… mancu si eri figghia di baruni opuramenti di sangu riali. / A la tô casa non teni barcuni / e mancu scala chi scindi e chi ‘nchiani. Li tô parenti non sunnu signuri: tutti buvari”.
Sociologia e antropologia si incontrano qua con l’architettura rurale e la poesia: “A casa tua non tieni balconi” vuol dire che l’accusato/a abitava in un ‘catoio’, cioè nei bassi. Niente balconi, niente baronati né sangue reale.
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CANTI DI FURNARI: Omaggio a «I Cavernicoli» (Testi originali e tradotti in lingua italiana)
di Mimmo Mòllica | Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l. | 6 mar. 2019
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