Fino al 33% la quota delle catture illegali; - 50% la barriera corallina perduta; da 100 a 300 milioni le persone nelle aree costiere a rischio perdita dell'habitat costiero. 400 "zone morte" di ecosistemi costieri a basso tenore di ossigeno
06/05/2019 - Il tasso di estinzione delle specie animali sta accelerando con possibili conseguenze sul genere umano. in tutto il mondo: E' quanto fa temere il recente nuovo importante rapporto IPBES, piattaforma intergovernativa di scienza e politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, il cui riepilogo è stato approvato alla 7a sessione della sessione plenaria, riunitasi dal 29 aprile al 4 maggio a Parigi.
Sono il 33% gli stock ittici marini nel 2015 sono stati raccolti a livelli insostenibili; il 60% viene pescato in modo massimamente sostenibile; il 7% è sottocosto; il 55% è l'area oceanica coperta da pesca industriale.
3-10%: riduzione prevista della produzione primaria netta oceanica a causa dei soli cambiamenti climatici entro la fine del secolo
3-25%: riduzione prevista della biomassa di pesce entro la fine del secolo rispettivamente negli scenari di riscaldamento climatico basso e alto; 90% la percentuale dei pescatori commerciali a livello mondiale rappresentata da attività di pesca su piccola scala (oltre 30 milioni di persone) - che rappresentano quasi il 50% della cattura globale di pesce.
Fino al 33% la quota stimata nel 2011 delle catture mondiali dichiarate illegali, non dichiarate o non regolamentate; 10% la diminuzione per decennio nelle praterie di fanerogame dal 1970-2000
+/- 50%: copertura corallina di barriera corallina perduta dal 1870.
100-300 milioni le persone nelle aree costiere sono esposte a un rischio maggiore a causa della perdita della protezione dell'habitat costiero.
400 "zone morte" di ecosistemi costieri a basso tenore di ossigeno (ipossico) causate da fertilizzanti, che colpiscono> 245.000 km 2.
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Una 'guerra' è in atto: la violenza deve essere raccontata così come essa si abbatte sull’ambiente, sul nostro Pianeta e sui nostri mari. Non è certo la guerra del
Guarracino, il canto (o filastrocca) riveste interesse scientifico, e didattico, sollecitando una serie di (amare) considerazioni sulla salvaguardia dell’ecosistema marino come patrimonio troppo spesso maltrattato e minacciato.«LA
FILASTROCCA DEL GUARRACINO» (storia di pesci e di coltello tra spose promesse e chi non le mantiene) per spiegare le meraviglie e lo scempio dei mari e delle coste, la ricchezza e il degrado (splendore e squallore) che si nascondono nelle immense profondità abissali. Nel suo ‘profondo’ peregrinare
Colapesce vide che nei fondali c’era tanta vita e tanta ricchezza, antri e crateri, che non è abisso di paurosi mostri.
Gli abissi oscuri a volte sono in noi,
fantasmi dell’inconscio e del pensiero,
figli della paura che non vuoi,
quando smarriam la rotta ed il sentiero.
(…)
Siamo figli dei pesci o Adamo ed Eva
son stralunati figli della… luna?
Se c’è cibo per tutti si chiedeva,
se il mare è gran travaglio o gran fortuna.
Se il mare non conosce povertà
e se la terra è solo un cerchio tondo,
se l’uomo uccide per avidità,
se perdersi vuol dire andare a fondo,
se la guerra è invenzione dei sovrani
o la follia dell’uomo e degli umani.
Così «LA FILASTROCCA DEL GUARRACINO» sollecita una serie di (amare) considerazioni sulla salvaguardia dell’ecosistema marino come patrimonio troppo spesso maltrattato e minacciato. Una commedia dell’arte destinata a denunciare la distruzione dell’ecosistema marino, l’inquinamento delle acque costiere e lo sfruttamento irrazionale delle risorse ittiche: le vere minacce, la vera violenza!
«COLAPESCE E GUARRACINO»
Filastrocche per imparare a trasformare la terra e dominare sui pesci del mare
di Mimmo Mòllica
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