L’Istat intende offrire un contributo ai lavori della Commissione Cultura, scienza e istruzione, con riferimento all’Indagine conoscitiva in materia di lavoro e previdenza nel settore dello Spettacolo, soffermandosi sugli aspetti inerenti il lavoro.
02/05/2019 - Il lavoro nel settore dello Spettacolo, – che comprende le rappresentazioni dal vivo (teatro, musica, danza, attività circense), il cinema, la radio, la televisione e l’audiovisivo, con qualche sconfinamento nelle arti visive performative – così come nel più ampio settore culturale, si rivela di complessa misurazione, per numerosi motivi. La statistica ufficiale descrive l’occupazione in termini di intensità di presenza di un individuo sul mercato del lavoro.
L’elevata frammentarietà è un tratto che contraddistingue le posizioni lavorative dello Spettacolo, che risultano fortemente concentrate con riferimento a più caratteristiche della relazione lavorativa. L’80,7% dei rapporti di lavoro ha un contratto a tempo determinato e il regime orario più frequente è full-time nell’81,3% dei casi. Classificando le posizioni lavorative per intensità di lavoro, il 77,8% si può definire a bassa intensità, ovvero con meno di 90 giornate retribuite e un’anzianità aziendale minore di due anni, il 90,9% ha un’anzianità aziendale inferiore ai cinque anni.
I rapporti di lavoro dello Spettacolo coinvolgono imprese che per il 50,9% risiedono nel Centro Italia, per il 25,6% nel Nord-ovest, per il 10,6% nel Nord-est e solo per il 9,7% al Sud e per il 3,2% nelle Isole. Al Centro, i rapporti sono più frammentati: la metà delle posizioni lavorative non raggiunge le 23 ore e, considerando la durata dei rapporti in giorni, la metà ha una durata nell’anno inferiore a 6 giorni. All’opposto, i rapporti nel Nord-est sembrano i più stabili: la mediana delle ore retribuite annuali è pari a 160 e quella della durata dei rapporti in giorni è 120.
Il Mezzogiorno è decisamente sottorappresentato, con il 13,9% di lavoratori a fronte di una quota del 26,7% nell’insieme di tutti gli occupati. Nel Nord si concentra il 52,6% dei lavoratori dello Spettacolo, al Centro il 33,4%. Se musicisti e danzatori spesso hanno alle spalle percorsi formativi mirati, il retroterra di studi e di apprendistato della maggior parte dei lavoratori dello Spettacolo è vario e aperto, sovente informale e non certificato. Tuttavia, paragonati all’insieme degli occupati, i lavoratori dello Spettacolo sono in possesso di titoli di studio decisamente più elevati: il 51% (contro il 46%) ha un diploma e il 41% un titolo universitario (contro il 23%).
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Settore dello Spettacolo
1. Professione dello Spettacolo e
settore dello Spettacolo (es. attore,
regista, ballerino, musicista, tecnico
delle trasmissioni radio-televisive,
esercente di cinema e teatri).
2. Professione dello Spettacolo e
settore diverso dallo Spettacolo
(es. intrattenitore, allestitore di scena,
tecnico del montaggio, addetto alla
costruzione e riparazione di strumenti
musicali).
3. Professione non dello Spettacolo e
settore dello Spettacolo
(es. dirigente, specialista in risorse
umane, tecnico del marketing, addetto
agli affari generali).
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