Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

INFANZIA VIOLATA: I BAMBINI LASCIAMOLI SOGNARE, E' UN LORO DIRITTO

Infanzia in Italia: 9 milioni e 800 mila minorenni. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano ha introdotto la Relazione annuale al Parlamento, presentata a Montecitorio alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La presentazione, svolta nella Sala della Regina, è stata introdotta dai saluti del Presidente della Camera Roberto Fico.

Roma, 19/06/2019 - “La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – ha affermato la Garante Filomena Albano – ha trasformato bambini e ragazzi da oggetto di protezione a soggetti titolari di diritti, ponendo le basi per un cambiamento nella relazione tra generazioni. Ciò però non può significare – come talora accade – che i genitori, la comunità e le istituzioni, senza assumersi le loro responsabilità, rinuncino al ruolo di guida nei confronti dei più piccoli. Quasi che l’aver assegnato loro dei diritti li abbia automaticamente resi capaci di orientarsi da soli nel mondo”.

Le responsabilità degli adulti e delle istituzioni
La responsabilità è la parola chiave sulla quale ha insistito Filomena Albano, richiamandola in ogni passaggio del suo discorso. Responsabilità che sorgono, ad esempio, quando la coppia va in crisi. Per questi casi l’Autorità garante ha elaborato la “Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori”, che invita a tener conto del punto di vista dei più piccoli. Oppure responsabilità che entrano in gioco, sempre per gli adulti, quando lasciano i ragazzi avventurarsi da soli nella rete senza un’adeguata consapevolezza.

Povertà e diseguaglianze
Ricordate pure le responsabilità delle istituzioni di fronte alle emergenze dell’infanzia. Quasi un minorenne su otto secondo l’Istat vive oggi in condizioni di povertà assoluta, mentre di contro l’offerta di servizi per l’infanzia tra regione e regione è disomogenea e ha bisogno di standard minimi uguali in tutto il territorio. “Servono più asili nido e più mense scolastiche di qualità e spazi gioco accessibili a tutti i bambini e una banca dati sulla disabilità”. È quanto ha chiesto Filomena Albano a Parlamento e istituzioni competenti attraverso la definizione di livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione.

Maltrattamenti e violenze
Sempre alle istituzioni l’Autorità garante ha domandato di rendere effettiva l’applicazione della legge sugli orfani di crimini domestici e di intervenire prima che le tragedie si consumino. “La violenza nei confronti dei bambini è prova che il sistema di protezione non ha funzionato. Sono troppi i casi, registrati anche negli ultimi giorni, di bambini maltrattati e uccisi da chi li avrebbe dovuti proteggere”. È indispensabile intercettare situazioni di fragilità, dare supporto alla genitorialità e far emergere il sommerso: il che significa, per i più piccoli, sapere di potersi sempre rivolgere a una persona di cui si fidano e, per gli adulti, farsi “sentinelle” del loro benessere. Ma significa anche rispondere all’esigenza di una raccolta dati costante e aggiornata sul fenomeno dei maltrattamenti e delle violenze, sollevata dall’Autorità garante e ribadita a febbraio nelle raccomandazioni all’Italia del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il discorso di Filomena Albano 
Ho chiesto ai bambini di alcune scuole primarie di riscrivere i diritti della Convenzione di
New York alla luce dei loro bisogni di oggi.
I bambini hanno risposto con entusiasmo al mio appello e “inventato” nuovi diritti: tra questi
ci sono il diritto al sogno, il diritto a non essere lasciati soli e a passare più tempo con i genitori nella
vita quotidiana, il diritto alla lentezza, il diritto a non essere riempiti di compiti e di attività. E ancora,
il diritto a sbagliare, il diritto all’unicità e a non essere confrontati con gli altri, il diritto alla bellezza,
il diritto alla cultura e alla memoria, e tanti ancora.
In particolare uno di loro ha scritto: «Ogni bambino ha il diritto di guardare il mondo non dal
basso, ma salendo sulle spalle dei genitori».

A partire da queste parole ho avviato una riflessione sulla necessità dei bambini e dei ragazzi
di contare sulla presenza e sul sostegno degli adulti e così poter vivere la loro età, con leggerezza e
spensieratezza, sognare, perdere tempo, senza essere sovraccaricati di aspettative e di attese.
Per poter guardare con fiducia alla complessità del mondo i bambini hanno chiesto le spalle
larghe dei genitori cui potersi affidare, hanno chiesto sicuri e solidi punti di riferimento, capaci di
indicare un orizzonte.
Ecco, partendo da questo ricordo e dalle riflessioni che ne sono scaturite, desidero condividere
i principi e gli obiettivi che hanno ispirato l’azione condotta, nel 2018, da questa Autorità.
Il 2018 è stato l’anno in cui sono state approvate alcune leggi che rafforzano il sistema di
tutela delle persone minorenni. L’11 gennaio è stata promulgata la legge n. 4 del 2018, recante
disposizioni in favore degli orfani di crimini domestici, bambini che subiscono il trauma aggravato
della perdita contemporanea di entrambe le figure di riferimento, il genitore vittima e il genitore
autore del reato.
Il 2 ottobre è stato emanato il decreto legislativo n. 121 del 2018 che istituisce l’ordinamento
penitenziario minorile, colmando un vuoto, in materia di esecuzione penale nei confronti dei
minorenni che hanno commesso un reato, che durava da più di 40 anni.
Ma il 2018 è stato anche un anno a forte valenza simbolica, l’anno a cavallo fra tre traguardi
importanti: si è infatti aperto con la celebrazione, il 1° gennaio, dei 70 anni dall’entrata in vigore della
Costituzione la quale, all’art. 31, sancisce il dovere dello Stato di proteggere l’infanzia e la gioventù,
si è chiuso con i 70 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani, festeggiati il 10 dicembre,
e infine ci ha lanciato nel 2019, anno in cui ci apprestiamo a celebrare, il 20 novembre, i 30 anni della
Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il trattato che ha raccolto il
numero più alto di adesioni nella comunità internazionale e che guida i passi di questa Autorità.
I 30 anni della Convenzione di New York rappresentano l’occasione per riflettere sul cammino
dei diritti, nella prospettiva di tracciare i binari dell’azione futura.
L’Italia ha dato esecuzione alla Convenzione con legge n. 176/1991 e da allora molto è
cambiato.
Dal 1989 la Convenzione ha avviato una vera e propria “rivoluzione culturale”, elevando la
persona di minore età da oggetto di protezione a soggetto titolare di diritti, non più “minore” rispetto
ad un “maggiore”, ma persona che di minore ha solo l’età, determinando una rottura con il passato e
gettando solide basi per costruire una “nuova” identità del minorenne.
A partire dalla Convenzione, infatti, un nuovo soggetto si è andato delineando con sempre
maggiore forza: la persona di minore età, attiva, partecipe, che va ascoltata, informata e rispettata. A
partire dalla Convenzione, è mutata la relazione tra minorenni e adulti che ha connotato la storia nel
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corso dei secoli. Ne è prova il diritto di famiglia: la “responsabilità genitoriale” subentra alla
originaria “potestà”, apportando un cambiamento terminologico che ha un valore culturale profondo,
in termini di abbandono di qualsiasi logica di “appartenenza” delle persone minorenni. Più in
generale, nella relazione adulto-bambino si passa dal concetto di “autorità” a quello di
“autorevolezza”.

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