
Palermo 8 novembre 2019 - “Sull’accordo tra Europa e Cina sul riconoscimento di cento prodotti IGP c’è veramente poco da festeggiare, perché nella lista dei prodotti da tutelare e promuovere non ve n’è nemmeno uno del Mezzogiorno. Niente Pecorino Sardo, niente pomodori IGP di Pachino. Lo avevo detto già nel 2016, cambia il governo e ministri ma la musica per i nostri prodotti agroalimentari e i nostri produttori rimane sempre la stessa: I grossi interessi da tutelare sono solo quelli del nord e mai quelli del Mezzogiorno del Paese”. A dichiararlo è l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao a proposito dell’accordo Europa Cina sul riconoscimento di una lista di prodotti IGP tra i quali non figura alcun prodotto del Mezzogiorno. “Passano gli anni - spiega Corrao - ma siamo alle solite. Tre anni fa, grazie al gruppo all’ARS si era presentata anche una mozione con la quale si impegnava il governo regionale ad attivarsi per far inserire almeno i prodotti più a rischio contraffazione e con una quota di mercato estera potenzialmente in crescita. Ma niente sia dal punto di vista regionale che nazionale. Anzi, il Centinaio e la Bellanova di turno hanno deciso che andava bene così e che quella lista ‘proposta dal governo italiano’ a Bruxelles rappresentava prodotti e territorio da difendere”.
“Qualche anno fa - spiega ancora Corrao - non mi fermai solo ad avvisare e ad attivare tutte le azioni possibili in mio potere, ma chiesi anche di abbandonare la logica della lista e di considerare tutti i prodotti DOP, IGP, DOC Italiani o europei altrimenti il rischio di corruzione è sempre altissimo. La lista peraltro esclude inspiegabilmente i prodotti non agricoli che rappresentano vere e proprie Indicazioni Geografiche, dal ferro battuto, ceramiche, al ricamo alla lavorazione del corallo e dei metalli, manifatture che dovrebbero essere protette e riconosciute negli accordi commerciali”.
“Mi auguro - conclude Corrao - che la nuova Commissione, che ancora tarda ad insediarsi, riveda questo metodo assolutamente errato di creare liste di prodotti da salvaguardare e di sacrificare le produzioni del meridione. Si pensi piuttosto ad un metodo per individuare controlli ed azioni comuni per la salvaguardia e il riconoscimento reciproco di tutti i prodotti qualitativamente, storicamente e culturalmente riconosciuti e che rappresentano la speranza di rinascita e crescita sostenibile dei territori”.
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