Ristoratori palermitani indagati per estorsione potranno riavere le armi. Nel marzo 2022, militari dell’Arma dei Carabinieri, notificavano a due ristoratori palermitani un avviso di garanzia emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo, nell’ambito di un procedimento penale, poiché indagati in concorso per il reato di estorsione.18/06/2025 - Al contempo, i medesimi militari provvedevano ad operare il ritiro cautelare delle armi e
munizioni, regolarmente detenute e, successivamente, la Prefettura di Palermo, ritenendo
di condividere la proposta formulata dall’Arma dei Carabinieri, che aveva evidenziato la
asserita mancanza dei requisiti necessari a garantire l’affidabilità degli interessati,
decretava il divieto di detenzione di armi e munizioni a carico degli imprenditori.
Avverso i suddetti decreti prefettizi i ristoratori, assistiti dagli avv.ti Girolamo Rubino e
Daniele Piazza, insorgevano innanzi al T.A.R. Sicilia – Palermo lamentando la violazione
delle norme del T.U.L.P.S., nonché il difetto di motivazione del provvedimento, in quanto la
Prefettura si era limitata ad evidenziare il venir del presupposto dell’affidabilità in materia
di armi e ciò esclusivamente in ragione di un avviso di garanzia, mentre in realtà per uno
dei due ristoratori, dalla certificazione rilasciata dalla Procura della Repubblica di Palermo
non risultavano iscrizioni suscettibili di comunicazioni a carico dell’imprenditore, mentre
per il secondo il procedimento penale si era concluso con l’archiviazione con formula
ampiamente assolutoria, ovvero “perché il fatto non sussiste”
Ed ancora, i legali evidenziavano che la valutazione della possibilità di abuso, pur
fondandosi su considerazioni probabilistiche, non poteva comunque prescindere da una
adeguata istruttoria volta a far emergere le circostanze di fatto che avrebbero fatto ritenere
i propri assistiti pericolosi o comunque capace di abusi.
Il T.A.R. Sicilia – Palermo, con sentenze del 16 e 18 giugno 2025, sposando le tesi
difensive dei legali incaricati, ha rilevato che dalla documentazione prodotta in giudizio non
emergeva alcun elemento concreto dal quale potere ragionevolmente desumere la
pericolosità degli interessati o la possibilità di un utilizzo improprio delle armi dagli stessi
detenute e, conseguentemente, ha accolto i ricorsi proposti avendo riscontrato, così come
sottolineato dagli avv.ti Rubino e Piazza, che non risultava accertata a carico dei ricorrenti
alcuna specifica circostanza idonea a suffragare in concreto un giudizio probabilistico di
segno positivo sull'abuso del titolo di Polizia.
Pertanto, per effetto delle dette sentenze i due ristoratori palermitani potranno avere
restituite le armi.
Immagine di repertorio CC
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