Il testo integrale dell'intervento di Claudio Fava, Presidente del Gruppo Misto e Presidente della Commissione Antimafia nel corso della seduta straordinaria di oggi dell'ARS.
Palermo, 6 genn 2020 - Signor Presidente, ricordare oggi, in quest'aula, il sacrificio di Piersanti Mattarella rappresenta, per chi le parla, un privilegio e al tempo stesso una fatica.
La fatica di chi sa bene che la misura del tempo trascorso, per quanto ampia, non potrà mai compensare il vuoto delle assenze. E di queste
assenze, di quanto mordano ancora oggi la nostra esistenza, abbiamo
tutti dolorosa consapevolezza. Certamente io e lei…
Ricordare Piersanti Mattarella vuol dire soprattutto ripercorrere
l'eredità che ci ha lasciato: il rigore civile, la forza morale, la
generosità del suo ottimismo. E mi piace, qui ed oggi, citare un’altra
sua qualità, una risorsa umana di cui spesso la politica è orfana: la
capacità di saper dire dei no.
Piersanti Mattarella, da Presidente di questa regione, quei no li
disse. E forse ne pagò il prezzo con la vita. Sono trascorsi 40 anni
eppure la limpidezza della sua scelta, la forza di quei no, la
coerenza con cui interpretò il ruolo di presidente della Regione
Siciliana ci arrivano intatti.
Questo è un tempo difficile. Oggi qui evochiamo la violenza omicida
delle mafie, ma dobbiamo farci carico anche di una violenza culturale
prepotente: il tentativo di riabilitare fascismo, razzismo,
antisemitismo, di trasformarli in una cifra indelebile, un livido
sulla coscienza di questo paese. In questo senso le sue parole, signor
Presidente, sono state sempre un monito chiaro, netto, prezioso per
tutti noi.
Anche la vicenda umana e politica di suo fratello Piersanti si muove
nella medesima direzione: il rigetto di ogni mafia e la difesa della
verità suonerebbero oggi come la condanna più alta per chi tenta di
inquinare lo spirito di questa nazione riabilitando quelle offese e
umiliando la nostra memoria.
Anche per questo siamo grati a Piersanti Mattarella e a tutti color
che, cadendo sotto la violenza delle mafie, ci hanno insegnato che non
furono eroi ma solo donne e uomini giusti, appassionati difensori
della verità.
E la verità è la più alta delle nostre risorse per combattere ogni mafia.
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