Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

«LA LEGGENDA DI COLAPESCE»: CI SIAMO LIBERATI DAI RE, MA NON DA NOI STESSI

«La leggenda di Colapesce», leggenda individuale con re e regine o dramma collettivo in un mondo che a loro doveva sembrar cattivo? 

6 marzo 2020 - Colapesce, con le sue imprese da «eroe popolare», trova in ogni epoca nuovi emuli, anche se rari.
E il "dramma collettivo di questo mondo" trova nuova voce nei versi di Lucio Dalla. «Com’è profondo il mare» è moderna testimonianza, trascinante omaggio e condivisione al leggendario Colapesce e alla stessa leggenda, per spiegare i cui significati, la cui metafora, è necessario immergersi nelle profondità marine assieme al ‘ragazzo di Messina’, in cerca dell’unico tesoro cui Cola è veramente interessato: fermare la falange ostile, rendere mari e mondo più accoglienti ed il Pianeta sempre più civile; dare un mondo migliore ai discendenti.
Nella leggenda del ragazzo di Messina, figlio del mare di Sicilia bella, Cola è intento a indagare il mare e i misteri delle profondità marine, trascorrendo le ore tra le onde, per riaffiorare dopo ore, scoprendo le bellezze ma pure le bruttezze degli abissi e degli abusi.
Se nella leggenda il re si rivolge a Colapesce per sapere "cosa c’è nei fondali del Regno", c’è chi si impegna per fermare le trivellazioni petrolifere, chi cerca di scongiurare l’installazione delle trivelle al largo di splendide Isole, opponendosi a un ulteriore scempio ambientale.

Così Cola Pesce "uomo veramente degno, di cui si maraviglino gli huomini in tutti i secoli", lasciando quasi la compagnia degli “huomini si viveva tra' pesci del mare di Messina, e perché ei non poteva star molto tempo fuori dell'acqua, però egli s'acquistò il cognome di pesce", come scrive Giuseppe Pitrè.
Colapesce da Messina testimonia l’eroismo e l’abnegazione dei siciliani, rimanendo per sempre nelle profondità marine a sorreggere la colonna erosa dal fuoco che rischia di far crollare la Sicilia, la sua amata Terra. In effetti Cola studia e descrive il Pianeta attraverso le meraviglie e lo scempio dei mari (ieri come oggi); la ricchezza e il degrado che si nascondono nelle immense profondità abissali, giacché l’uomo per sete di dominio e di potere, / vuol somigliare al Dio dell’infinito e perfino sul nascere e il morire vuole avere potere. L’uomo si esalta per onnipotenza, vorrebbe sovvertir pure la scienza, / comprare col denaro anche se stesso.

Colapesce studia e ‘sorregge la colonna’ del delicato ecosistema scoperto e descritto da Darwin, minacciato dall’inquinamento e dall’inesorabile degrado dell’ambiente marino, che modificano la naturale condizione dell’ecosistema. Degrado causato dall’uomo e dalle sue attività sbagliate, sversando e immettendo nel mare sostanze tossiche in grado di causare depressione del sistema immunitario e stravolgere perfino le funzioni riproduttive.

Altra enorme iattura sono la plastica e i rifiuti plastici che vengono a contatto con mammiferi marini, pesci, uccelli e tartarughe, sia in superficie che nelle profondità marine. Molte di queste creature finiscono per ingerire quantità di plastica, scambiandola per cibo. Ciò provoca la morte dell’animale per ostruzione del tratto digestivo, e conseguente inedia o soffocamento.

"Quanto è profondo il mare!", disse Colapesce. Quanti misteri poi volle svelare di quell’ambiente a lui piuttosto ignoto. Vide che nei fondali c’era tanta vita, antri e crateri, che non è abisso di paurosi mostri.
I mostri che ci posson spaventare / sono soltanto nella nostra mente. / Gli abissi oscuri a volte sono in noi, / fantasmi dell’inconscio e del pensiero, / figli della paura che non vuoi, / quando smarriam la rotta ed il sentiero.
Ci siamo liberati dagli dei e dai re,
ora dobbiamo liberarci da noi stessi.

Marty Rubin

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