Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

MAZZETTE PER LAVORI PUBBLICI, 11 ARRESTI A MESSINA

L’operazione “Ottavo cerchio” evidenziò l’esistenza di un sistema di corruzione che coinvolgeva soggetti operanti sia nel settore pubblico che in quello privato. In particolare, appare coinvolto nell’indagine, un funzionario del Genio civile di Messina: favoriva ditte edili nell’aggiudicazione di lavori pubblici. L’operazione ha portato ad indagare 14 persone: 11 sono gli arrestati con le accuse di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni.

Messina, 3 marzo 2020 – La notte di Capodanno del 2019 la saracinesca di una tabaccheria di Messina, nel quartiere Camaro, veniva raggiunta da alcuni colpi di arma da fuoco. La Squadra Mobile di Messina avviava subito un’indagine, ipotizzando che l’episodio fosse un segnale intimidatorio rivolto ai titolari dell’esercizio commerciale per una possibile estorsione. L’attività investigativa, denominata “Ottavo cerchio” evidenziò invece l’esistenza di un sistema di corruzione che coinvolgeva soggetti operanti sia nel settore pubblico che in quello privato.
In particolare, appare coinvolto nell’indagine, un funzionario del Genio civile di Messina, il quale, in cambio di denaro, favoriva alcune ditte edili nell’aggiudicazione di lavori pubblici.

L’operazione ha portato ad indagare 14 persone, delle quali 11 sono state arrestate con le accuse di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni.
È in corso di esecuzione anche il sequestro preventivo del complesso di beni e utilità economiche di una società commerciale.
Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali gli agenti della Mobile hanno registrato le conversazioni degli indagati che parlavano delle tangenti; in alcuni casi le mazzette sarebbero state pagate con soggiorni in alberghi, cene, auto d’epoca, e addirittura con l’assunzione di una persona.
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Nella notte appena trascorsa, decine di operatori della Polizia di Stato sono stati impegnati in una vasta operazione che ha portato all’arresto di 11 persone. L’azione investigativa, convenzionalmente denominata “Ottavo Cerchio”, rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina su fattispecie delinquenziali poste in essere nel campo della corruzione, della rivelazione di segreto d’ufficio e della fittizia intestazione di beni.
L’indagine aveva inizio la notte di Capodanno del 2019 allorquando la saracinesca di un esercizio commerciale, una tabaccheria nella titolarità dei fratelli Ferrante, veniva attinta da alcuni colpi di arma da fuoco.

Ritenendo potesse trattarsi di intimidazione a fini estorsivi, la Squadra Mobile avviava una mirata azione investigativa che, al netto delle evidenze afferenti all’episodio del danneggiamento alla Tabaccheria, consentiva – fin da subito – di portare alla luce l’esistenza di un sistema di corruzione che coinvolgeva, a vario titolo, soggetti operanti sia nel settore pubblico che in quello privato.
Dei 14 soggetti indagati, undici di venivano raggiunti dalla misura cautelare oggetto di odierna esecuzione.

La corruttela ed il malaffare emersi dall’indagine illustrata risultavano certamente caratterizzati da alti livelli di integrazione e di infiltrazione nell’attività politica, amministrativa ed economica della città.
Il sistema del compromesso, dell’intrattenere rapporti con soggetti dalla dubbia reputazione – o, addirittura, dal noto spessore criminale – avrebbero potuto, ove non immediatamente ed adeguatamente arginati, indurre le persone alla convinzione che comportamenti illeciti, quali la prestazione o la promessa dell’indebito, possano far parte di una prassi consolidata, esercitata da tutti e facendola apparire – se non lecita – acquisita e/o “normale”.

Condividendo l’imponente quadro indiziario raccolto dagli investigatori della Squadra Mobile, la Procura della Repubblica di Messina, nella persona dei Pubblici Ministeri titolari delle indagini, richiedeva ed otteneva – dal competente Giudice per le Indagini Preliminari – la misura cautelare del massimo rigore per 3 indagati e quella degli arresti domiciliari per 8 di essi.

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