«Filastrocca dello slang / 1» di Mimmo Mòllica vuole essere un breve viaggio, in versi e rime e a 'puntate', nel linguaggio giovanile attuale. Come sappiamo - infatti - i giovani di oggi, specie gli adolescenti, usano una lingua che può chiamarsi «giovanilese», tra il magmatico e il furbesco. E' questa la prima 'puntata', cui seguiranno altre parole e frasi nuove e diverse, ma sempre rigorosamente in versi e rime, per il gusto di andare spesso a capo.
«Filastrocca dello slang 1»
Voglio una lingua
esagerata,
dalle parole accese come il fuoco,
la lingua d’oggi, dai giovani parlata
al tempo
pay-to-play, del videogioco.
È il gergo giovanile, lingua attuale,
termini fantasiosi o smozzicati,
linguaggio ritenuto artificiale,
vocaboli inventati o deformati.
Significati sempre più alterati,
dai giovani moderni però usati
per star nel gruppo ed essere integrati
insomma, per non essere isolati.
Divenuta oramai lingua corrente,
la usan lo studente e l’avvocato
il
bomber, l’operaio, l’adolescente,
il
burino, il
poraccio ed il
patato.
Ed ecco qualche termine
bestiale,
esagerato quanto basta adesso
per far figura assai fenomenale,
per essere una
tipa di successo.
«Allucinante» è il mio primo aggettivo,
vuol dir quasi abbagliante, un po’ fiabesco,
come dire
bestiale e non cattivo,
megavistoso,
assurdo o anche
pazzesco.
«Ammorbare» vuol dir render malsano
contaminare con l’inquinamento,
ma in lingua nostra, in senso più spartano,
vuol dir
seccar qualcuno: «sei un tormento».
«Allupato» può voler dir pure
arsurato
cioè molto eccitato o anche voglioso,
attratto tanto, in modo smisurato,
concupiscente, assai desideroso.
«Cazziare» è proprio un termine volgare
non si direbbe mai in casa o a scuola:
vuole dir rimproverare o anche sgridare,
dirgliene quattro, anzi una gragnuola.
«Coatto» è come dire un po’ volgare,
e in romanesco più dispregiativo
vuol dire un po’ arrogante, trasgressivo,
e di buon gusto
qualunquemente privo.
Insomma un poco
bullo e un po’
tamarro,
tascio, ma si può dir piuttosto
guappo,
stile di vita incline anche allo
sgarro
zaurdo nel vestire con lo
strappo.
Mimmo Mòllica ©
Molte parole di questa lingua provengono dal romanesco, ma non mancano termini e voci appartenenti ad altre regioni, talvolta parole volgarotte o fantasiose, in un certo senso ‘onomatopeiche’ o situazionali.
L’universo dei linguaggi giovanili è tuttavia interessante, in buona parte dipendente dai social e dalle applicazioni (app), e comunque dal mondo digitale.
‘Studiare’ e cercare di capire le scelte linguistiche del «giovanilese» può avvicinare e aiutare a comprendere i figli e i nipoti, attraverso l'analisi delle parole dei giovani oggi. Queste filastrocche possono aiutare a stilare un piccolo dizionario di termini e definizioni in uso nel gergo o slang italiota giovanile.
06/06/2020
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