Nota trimestrale. sulle tendenze dell’occupazione. Primo trimestre 2020. L’Istat, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, l’Inail e l’Anpal pubblicano oggi sui rispettivi siti web la Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione relativa al primo trimestre 2020.
Roma, 19 giugno 2020 - Nel primo trimestre 2020 l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) subisce una eccezionale diminuzione sia sotto il profilo congiunturale (-6,9%) sia su base annua (
-6,4%), come conseguenza della riduzione delle ore lavorate a seguito del sopraggiungere dell’emergenza sanitaria a partire dall’ultima settimana di febbraio. L’andamento del quadro occupazionale si è sviluppato in una fase di forte flessione dei livelli di attività economica, con il Pil che nell’ultimo trimestre segna una diminuzione congiunturale di -5,3%. L’occupazione risulta in lieve calo rispetto al trimestre precedente e in aumento su base annua; il tasso di occupazione destagionalizzato è pari al 58,8%, in calo di 0,2 punti in confronto al trimestre precedente.
In questo contesto, l’insieme dei dati provenienti dalle diverse fonti consente dievidenziare i seguenti aspetti:
A livello congiunturale diminuisce l’occupazione dipendente in termini sia di occupati (-0,4%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia diposizioni lavorative (-0,5%, Istat, Rilevazione Oros).Tra le posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo, la diminuzione congiunturale è dovuta al calo nell’industria in senso stretto rispetto (-0,3%, -12 mila posizioni) e a quello più marcato nei servizi(-0,6%, -50 mila posizioni) (Tavola 1). Nel primo trimestre 2020, nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate , le attivazioni sono state 2 milioni 554 mila e le cessazioni 2 milioni 492 mila.
Prosegue meno sostenuta la crescita tendenziale dell’occupazione dipendente in termini sia di occupati (+0,6%) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (+0,5%). Un rallentamento della crescita si riscontra anche nei dati delle CO (+330mila posizioni lavorative rispetto al primo trimestre del 2019, Tavola 1) mentre i dati Inps-Uniemens segnalano un netto calo (-254 mila posizioni lavorative): questa differenza è dovuta, oltre che al diverso perimetro di osservazione , soprattutto al fatto che il dato CO è una media trimestrale mentre il dato Inps misura la situazione alla fine del trimestre (31 marzo) catturando quindi lo shock che è derivato dal lockdown iniziato il 9 marzo per tutta Italia (Tavola 5).
Il lavoro indipendente, secondola Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, continua a diminuire sia in termini congiunturali(-28 mila occupati, -0,5%) sia su base annua (-49 mila occupati, -0,9%).
La crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti sulla base delle CO, sebbene rallentata, continua a riguardare le posizioni a tempo indeterminato (+94 mila in un anno) mentre quelle a tempo determinato tornano a diminuire(-31 mila) dopo la stabilità nel quarto trimestre 2019 e il calo nei tre trimestri precedenti.Queste tendenze continuano ad essere influenzate dal forte numero di trasformazioni a tempo indeterminato (+164 mila; Figura 1e).L’incidenza delle trasformazioni sul totale degli ingressi a tempo indeterminato (attivazioni e trasformazioni) sale dal 23,3% del quarto trimestre 2019 al23,5% nel primo trimestre 2020.
Su base annua le posizioni lavorative a tempo indeterminato presentano un aumento nei dati delle CO (+405 mila), in flessione rispetto ai tre trimestri precedenti (+525 mila, +523 mila e +481 mila); anche nei dati Inps-Uniemens la crescita è rilevante (+371 mila in un anno)e comunque in diminuzione in confronto ai precedenti tre trimestri. La dinamica delle posizioni a tempo determinato nei dati delle CO risulta negativa (-75 mila; Tavola 2) per la quinta volta consecutiva. Tale andamento è molto più marcato nei dati Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (-625 mila nel primo trimestre 2020), in quanto registrano la situazione a fine periodo e comprendono anche il lavoro in somministrazione e intermittente.
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