Orchestra sinfonica siciliana: “Vergognoso quanto sta succedendo, presenterò un'interrogazione”

Cracolici: “Vergognoso quanto sta succedendo all'Orchestra sinfonica siciliana, presenterò interrogazione” Palermo, 29 Aprile - “Quello che sta succedendo all'Orchestra sinfonica siciliana è vergognoso: è assurdo che dopo mesi abbiamo un presidente che si è dimesso, un’incompatibilità del Sovrintendente e un governo regionale che non prende alcuna iniziativa per ridare delle garanzie e stabilità ai vertici della Foss. Tutto questo accade in un momento nel quale la cultura viene considerata solo un poltronificio e non uno strumento per attrarre e veicolare l'immagine di una Sicilia attiva e intraprendente”.  Lo dice Antonello Cracolici, deputato Pd all'Ars e primo firmatario di un'interrogazione presentata per “Far assumere iniziative immediate e per ridare certezza a un ente – aggiunge Cracolici – mentre il governo, ripiegato su logiche di occupazione del potere, non riesce neanche a svolgere l'attività di ordinaria amministrazione. Oltretutto, vorrei ricordare

Turismo Italia: Da alloggio e ristoranti i principali contributi economici


Conto Satellite del Turismo (CST) è lo strumento internazionalmente riconosciuto per valutare la dimensione economica dell’industria turistica. Oltre all’impatto “diretto”, altre misurazioni inglobano gli effetti “indiretti” e quelli “indotti” dalla spesa turistica. Il turismo internazionale rappresenta una parte rilevante della domanda
turistica in Italia, incide infatti per il 33,5%. Nel 2017 i turisti stranieri hanno speso più di 51 miliardi di euro in Italia. Le spese per alloggio e ristorazione sono la componente principale di spesa anche per i turisti italiani (38,2%)

Roma, 17 giugno 2020 - Dalle attività legate al turismo il 6% del valore aggiunto. Uno degli obiettivi principali del CST è quello di mettere in relazione domanda e offerta turistica all’interno del quadro contabile dei conti nazionali e conseguentemente di determinare il valore aggiunto del turismo (VAT), ossia il valore aggiunto attivato direttamente dai consumi turistici. Per determinare il valore aggiunto del turismo bisogna considerare in primo luogo il valore aggiunto generato dall’insieme delle industrie attive nelle attività economiche riconducibili al turismo, che nel 2017 è stato di circa 210 miliardi di euro, pari al 13,4% del totale (Tavola 5 dell’allegato statistico).
Le imprese che producono questi risultati sono più di un milione, di cui il 90% è costituito da micro
imprese incluse nella fascia 1-4 addetti (Tavola 10d dell’allegato). A queste imprese corrispondono
più di 4 milioni di posizioni lavorative che rappresentano il 15% dell’occupazione nazionale.
Il valore aggiunto prodotto da queste attività economiche, tuttavia, è generato da una produzione di
beni e servizi non totalmente imputabile al turismo come, ad esempio, le spese per ristorazione
effettuate da residenti per motivi non turistici. Inoltre, esso non include il valore aggiunto attivato dalla
domanda turistica in tutte le attività economiche non direttamente riconducibili al settore.

FIGURA 1. VALORE AGGIUNTO TURISTICO PER INDUSTRIA TURISTICA
Anno 2017, composizione percentuale
Altre Industrie 28,1Industrie turistiche71,9Alberghi e ristoranti 25,4Seconde case 28,7Trasporto e noleggio 8,1Agenzie di viaggio 2,2Servizi culturali, sportivi e ricreazione 1.7Commercio dettaglio beni tipici del Paese 5,8

CONTO SATELLITE DEL TURISMO

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Da alloggio e ristoranti i principali contributi economici
Il valore aggiunto turistico, derivante dalla sola quota turistica sia delle industrie strettamente
turistiche, sia di tutte le altre che compongono l’intera economia, si attesta sui 93 miliardi di euro, con
un aumento del 6,2% rispetto al 2015 e un peso del 6% sul valore aggiunto totale dell’Italia.
Le attività economiche che hanno maggiormente portato a questo risultato sono quelle caratteristiche
del turismo (71,9%), in particolare il settore dell’alloggio e dei ristoranti e pubblici esercizi genera il
25,4% del valore aggiunto del turismo e l’utilizzo della casa di proprietà per motivi turistici con il
28,7%. Il restante è ripartito principalmente tra le attività di trasporto (8,1%), commercio al dettaglio di
beni caratteristici del Paese (5,8% per shopping) e altre attività non specifiche del turismo (28,1%)
(Figura 1).
L’analisi per tipologia di prodotto evidenzia coefficienti turistici (definiti come la quota di produzione
destinata alla domanda turistica) particolarmente elevati nel caso dei prodotti più caratteristici del
turismo, quali i servizi ricettivi (98,7%), i servizi delle agenzie di viaggio e dei tour operator (99,3%), il
trasporto aereo (99,5). L’incidenza è molto alta anche per il trasporto marittimo e quello ferroviario
(rispettivamente 86,3 e 69,6%), mentre è decisamente più contenuta per quei servizi in cui c’è
maggiore commistione tra spesa turistica e non turistica come nel caso dei servizi di ristorazione
(23,3%) e lo shopping (13,2%).

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