Le attività connesse al turismo valgono 93 miliardi di euro. Il consumo turistico interno, che si compone delle spese in contanti e i servizi ricevuti senza esborso monetario dai turisti, nel 2017 ammonta a 154 miliardi euro. La parte prevalente va attribuita ai turisti italiani, con il 66,5% del totale, mentre il turismo straniero rappresenta una quota pari al 33,5%.
Roma, 17 giugno 2020 - Il flusso turistico raggiunge la considerevole cifra di 700 milioni di pernottamenti presso strutture ricettive varie o in case di parenti e amici, e si distribuisce equamente tra italiani e stranieri. Le imprese che svolgono attività economiche riconducibili al turismo sono più di un milione, di cui il 90% ha fino a 4 addetti. Forte il traino degli stranieri per il turismo italiano Il Conto Satellite del Turismo (CST), è lo strumento internazionalmente riconosciuto e raccomandato per valutare la dimensione economica dell’industria turistica, in quanto offre una rappresentazione congiunta del settore sia dal lato della domanda che dell’offerta. Attraverso il CST è possibile valutare la dimensione e l’impatto diretto del turismo, le cui caratteristiche lo rendono difficilmente misurabile attraverso statistiche di tipo settoriale, riferite generalmente a singole attività economiche o a loro limitati raggruppamenti.
Sono considerate, infatti, attività produttive caratteristiche del turismo quelle che ricadono in diverse branche di attività economica quali alberghi, pubblici esercizi, servizi di trasporto passeggeri, agenzie di viaggio, servizi ricreativi e culturali, commercio al dettaglio e, infine, i servizi abitativi per l’uso delle seconde case di vacanza.
Oltre all’impatto “diretto”, altre misurazioni inglobano gli effetti “indiretti” e quelli “indotti” dalla spesa turistica dando luogo a misurazioni non confrontabili con quelle del CST.
Il turismo internazionale, detto anche turismo inbound, rappresenta una parte rilevante della domanda
turistica in Italia, incide infatti per il 33,5% sul totale della spesa interna per turismo. Nel 2017 i turisti stranieri hanno speso più di 51 miliardi di euro in Italia. Quasi il 50% di questo importo è stato
destinato ad alloggio e ristorazione, mentre circa il 38% ha riguardato l’acquisto di prodotti connessi
come shopping, acquisto di carburante o spesa per il trasporto pubblico locale. La componente
inbound della domanda turistica è quella che registra l’aumento più consistente rispetto al 2015
(+7,4%), anno del precedente Conto Satellite del Turismo.
Il turismo domestico, che si compone della spesa domestica e delle altre componenti, pari a 102
miliardi di spesa nel 2017, rappresenta invece il 66,5% della spesa interna turistica.
Le spese per alloggio e ristorazione sono la componente principale di spesa anche per i turisti italiani
(38,2%), ma l’incidenza del solo servizio ricettivo è molto inferiore rispetto a quanto rilevato per il
turismo inbound.
Anche le spese di trasporto assorbono una quota importante (14,6%) del turismo domestico e tra le
varie modalità quello aereo è il più rilevante (5,1%). Nel complesso il 12,3% della spesa è sostenuta
dagli escursionisti, ovvero coloro che effettuano un viaggio senza pernottamento; all’interno di questa
componente la quota più consistente di spesa riguarda lo shopping con il 37,5% del totale.
Oltre alle spese in denaroi, il consumo turistico interno rilevato nel CST include anche le spese per
viaggi di affari a carico dei datori di lavoro, il valore dei servizi resi dall’utilizzo per vacanza delle
seconde case di proprietà e i consumi turistici sostenuti dalle amministrazioni pubbliche (Altre
componenti del prospetto) .
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