Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

«Filastrocca della parola» di Mimmo Mòllica

La «Filastrocca della parola» di Mimmo Mòllica è un omaggio alla parola come mezzo espressivo, poetico. La parola, come mettere le mani dentro un sacco… Quel particolare tessuto che gli esseri umani si confezionano con la stoffa del linguaggio.

«Filastrocca della parola»

Quante parole, parole sante,
tante parole, son tante e tante:
non far parola, passar parola
dirgliene quattro, una gragnola.

Una parola, poche parole,
ma quelle poche non son le sole,
le sottintese mezze parole,
quando più chiaro dir non si vuole.

Parole astruse o anche crociate,
parole strane, sconclusionate,
parole antiche e non più usate,
parole nuove o complicate,
inesistenti o anche inventate.

Parole al vento, troppe parole,
altre taglienti come tagliole
parole allegre, parole vere,
mezze parole, parole intere.

Parole false, altre gentili,
parole dolci, parole ostili,
c’è chi fa giri con le parole,
quando parlando si fan capriole.
E chi pretende l'ultima parola,
che non si insegna nemmeno a scuola.

Belle parole, parole d'oro,
dette cantando come in un coro.

Dire parole troppo pesanti,
parole grosse ed abbondanti,
meglio pesarle certe parole,
parlando sempre come Dio vuole.

Son le più belle le prime parole,
che lascian tutti senza… parole,
«mamma» e «papà» sono le prime:
è un bimbo nuovo che già si esprime,
prime parole, poesia sublime.

Mimmo Mòllica ©

“A fare da controcanto alla poetica felliniana troviamo la chiacchiera, il cicaleccio pettegolo, il vano dar fiato a parole ormai svuotate del loro senso e della loro capacità evocativa”.

“La parola, come mettere le mani dentro un sacco che raccoglie tutti gli strumenti espressivi e ricavare qualcosa di particolare. La parola, quel particolare tessuto che gli esseri umani si confezionano ad hoc sulla base della stoffa del linguaggio, questo grande sacco universale, generico che è la raccolta dei sistemi” (Dalle lezioni del dr. Carmelo Licitra-Rosa).

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