Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

«Filastrocca per la Shoah» di Mimmo Mòllica

La «Filastrocca per il Giorno della Memoria» di Mimmo Mòllica è un contributo per commemorare le vittime dell'Olocausto, “una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”, scrive Primo Levi. E allora perché risparmiare ai bambini una pagina buia se Roberto Benigni in «La vita è bella» è riuscito a renderla giocosa?

«Filastrocca per il Giorno della Memoria»

Non ci sono razze superiori,
tanto meno le razze inferiori,
però un tipo che era una canaglia
scrisse «Mein Kampf. La mia battaglia».

Era un uomo cattivo, era un gran matto,
basta sapere quanto male ha fatto,
Hitler si chiamava ed in prigione
scrisse in quel libro la sua ossessione
di dominare il mondo col nazismo,
con il razzismo e l’antisemitismo.

Così quell’uomo, cari ragazzi miei,
commise il genocidio degli ebrei
per la purezza della razza ariana,
frutto di mente criminale e strana:
per Hitler era perfetta la razza ariana,
mentre, semmai, perfetta è quella umana.

E fece cose orrende, criminali,
che non van fatte neanche agli animali,
il male fatto agli esseri senzienti
è il gesto disumano dei violenti.

Gli uomini sulla terra siamo uguali,
ciascuno coi suoi sogni e i suoi ideali,
nasciamo tutti per ripudiar la guerra,
in armonia col mondo e con la terra.

Ciò che si eredita dai padri è la bontà,
la gioia, fratellanza e libertà,
nasciamo dall'amore, non da un capriccio,
non c’è un amore bianco e uno meticcio.

Nessuno al mondo è un essere inferiore,
nasciamo tutti da un atto d’amore,
femmina o maschio, alto, basso, biondo,
veniamo tutti uguali a questo mondo.

Non esiste la razza nera
e neppure la straniera,
razza unica e sovrana
è soltanto quella umana.

Non c’è pelle né colore,
nessun uomo è mai inferiore,
né di razza superiore:
ogni pianta fa il suo fiore.

Cose da separare per colore,
come fanno talvolta le signore,
senza che possa dirsi anomalia,
son gli indumenti in lavabiancheria.

Distinguere per razza le persone
è un fatto di miopia, aberrazione,
chi ne propala la supremazia
credendo sia migliore una etnia,
chi crede che il potere sia il denaro,
si sente superiore ed è un somaro.

Neanche nella galassia la più strana,
ci sta una razza lillipuziana,
son esseri e animali piccolini,
ma per la fantasia di voi bambini.

Non c’è una razza detta venusiana
neanche nella galassia più lontana.
Degli abitanti del pianeta Venere
non si conosce bene il loro genere,
ma è solo fantascienza, ufologia,
frutto d’ingegno, genio e fantasia.

Non c’è una razza superiore o strana,
non c’è razza vicina né lontana,
non c’è razza a colori né gitana,
non c’è razza divina né profana,
non c’è razza marina né montana,
neanche vegana e né vegetariana.

Nessuno al mondo è solo bianco o nero,
nessuno sulla Terra è uno straniero,
la sola razza unica e sovrana,
l’unica razza nostra è quella umana.

Mimmo Mòllica ©

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Giorno della Memoria, filastrocca per ricordare

“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”.  (Primo Levi)

“Tanto grande è il rischio di dimenticare, che occorrerebbe un anniversario di Auschwitz al giorno”, scrive Elisa Springer, scrittrice di origine ebraica, superstite dell'Olocausto, nata a Vienna e morta a Matera nel 2004. Perché “quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”, si legge in 30 lingue nel lagher di Dachau, in Germania.
Così il 27 gennaio, ogni anno, si celebra il «Giorno della Memoria» per commemorare le vittime della Shoah. Si è stabilita questa data perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz e la sua liberazione è considerata simbolo universale della tragedia dell’Olocausto, per tutta l'Europa.

“Meditare su quanto è avvenuto è un dovere di tutti. Tutti devono sapere, o ricordare, che Hitler e Mussolini, quando parlavano pubblicamente, venivano creduti, applauditi, ammirati, adorati come dèi” (Primo Levi).

E allora perché risparmiare ai bambini e ai più giovani una pagina tanto buia della storia dell’umanità, che Roberto Benigni con il suo capolavoro «La vita è bella», vincitore di tre Premi Oscar, è riuscito a rendere giocoso? E il protagonista è proprio un bambino, deportato con la sua famiglia in un lager nazista. Se Benigni ha saputo proteggere il bambino dagli orrori dell'Olocausto, facendogli credere che tutto facesse parte di un fantastico gioco, noi nel Giorno della Memoria vogliamo dedicarvi questa filastrocca di Mimmo Mòllica. 

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