Nel Mezzogiorno i più bassi livelli di soddisfazione per il servizio idrico
Nel 2020 il 67,4% delle famiglie esprime molta o abbastanza soddisfazione sulla comprensibilità delle
bollette. Le famiglie poco o per niente soddisfatte sono il 32,5% e la quota aumenta sensibilmente
soprattutto nel Mezzogiorno, con i valori regionali più alti in Sardegna (44,5%), Basilicata (44,3%),
Calabria (42,3%) e Abruzzo (40,7%). Il Lazio, con il 44,4% delle famiglie poco o per niente
soddisfatte, è l’unica regione del Centro-nord a presentare un valore dell’indicatore superiore al 35%.
22/03/2021 - Più di tre famiglie su quattro (78,3%) si ritengono molto o abbastanza soddisfatte rispetto all’odore, al
sapore e alla limpidezza dell’acqua. La quota di famiglie insoddisfatte è ben al di sopra della media
nazionale in Calabria (36,8%), Sardegna (36,3%), Sicilia (34,9%) e Abruzzo (28,1%).
La frequenza di lettura dei contatori è molto o abbastanza soddisfacente quasi per otto famiglie su
dieci, ma anche in questo caso è ragguardevole la quota di quelle poco o per niente soddisfatte
(21,6%). Resta forte il divario territoriale: elevate percentuali di bassa soddisfazione si registrano nel
Mezzogiorno, soprattutto in Calabria (42,9%), Sicilia (34,6%), Abruzzo (34,2%) e Basilicata (34,1%).
Quanto al giudizio sulla frequenza della fatturazione, le famiglie molto o abbastanza soddisfatte sono
oltre l’80% del totale.
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’ONU e celebrata ogni anno il 22 marzo, l’Istat fornisce un focus tematico annuale multi-fonte che propone i risultati provenienti da diverse indagini, elaborazioni e analisi, offrendo una lettura integrata del fenomeno con riferimento agli aspetti legati sia al territorio sia alla popolazione.
In Calabria la percentuale di famiglie poco o per niente soddisfatte raggiunge il
38,7%, in Sardegna il 32,2%, in Abruzzo il 29,1% e in Sicilia il 28,8%.
Irregolarità nell’erogazione dell’acqua dichiarata da oltre 2 milioni di famiglie
Nel 2020 resta stabile, rispetto all’anno precedente, la quota di famiglie che lamentano irregolarità nel
servizio di erogazione dell’acqua nelle loro abitazioni, con un valore pari all’8,8%, molto distante dai
picchi rilevati a partire dal 2002 e, soprattutto, dal valore registrato nel 2003 (17,0%). Il disservizio
investe in misura diversa le regioni e interessa quasi 2 milioni 261 mila famiglie, il 64,1% delle quali,
poco meno di 1 milione 450 mila, vive nelle regioni del Mezzogiorno.
La Calabria si conferma la regione con la quota più elevata di famiglie (38,8%) che lamentano
l’inefficienza del servizio, seguita dalla Sicilia (22,0%).
Quote modeste si registrano invece nel Nord-
ovest e nel Nord-est (3,2% e 2,6%), mentre al Centro meno di una famiglia su dieci dichiara che il
servizio di erogazione è irregolare. Il problema dell’irregolarità nell’erogazione dell’acqua si presenta
durante tutto l’anno per il 34,1% delle famiglie, soltanto nel periodo estivo per il 33%, mentre si tratta
di un evento sporadico per il 32% dei nuclei familiari.
Oltre la metà delle famiglie (54,9%) considera adeguati i costi sostenuti per l’erogazione dell’acqua, il
38,1% li giudica elevati. Sono più insoddisfatte le famiglie delle Isole (49,3%), del Centro (43,3%) e
del Sud (42,2%).
Livelli molto più bassi si registrano nel Nord-ovest (33%) e nel Nord-est (29,4%).
Ancora poca fiducia nell’acqua di rubinetto
Nel 2020 il 28,4% delle famiglie esprime ancora poca fiducia nel bere acqua di rubinetto (Figura 2).
Sebbene l’indicatore sia diminuito progressivamente nel tempo (40,1% nel 2002), permangono
ancora notevoli differenze territoriali: il Nord-est è al 20,5% e nelle Isole si raggiunge il 49%. Toccano
le percentuali più elevate Sicilia (49,9%), Sardegna (46,6%) e Calabria (41,4%).
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Fonte: Istat, Censimento delle acque per uso civile
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